Visitare l’affascinante Abbazia di Monte Oliveto Maggiore in Val d’Arbia

L’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, sede dell’abate generale della Congregazione benedettina di Monte Oliveto, è un bellissimo complesso monastico, scrigno di grandi tesori artistici, che si trova a Chiusure, minuscola frazione nel comune di Asciano.

Monte Oliveto Maggiore è una bellissima abbazia alle porte di Ponte d'Arbia in Toscana

La mistica storia dell’Abbazia

Tutto iniziò nel 1313, quando il nobile senese Giovanni de’ Tolomei, insieme a Patrizio Patrizi e Ambrogio Piccolomini, decise di ritirarsi a vita monastica in uno sperduto possedimento della famiglia Tolomei, noto come Accona, 36 km a sud di Siena. In questo luogo trascorsero anni di vita semi-ascetica finché, nel 1319, anche perché non fossero confusi con le molte sette eretiche che all’epoca abbondavano in tutta la penisola, il vescovo di Arezzo, Guido Tarlati Pietramala, li riconobbe come congregazione.

Destinatario del testo di Tarlati era un manipolo di “uomini amati da Dio” che avevano abbandonato la ricchezza e gli agi della città rifugiandosi in un angolo delle Crete senesi, di proprietà della potente famiglia Tolomei, “coi loro arnesi e i loro libri per offrire al Signore un sollecito servizio”, scriveva il monaco Antonio da Barga nella sua Cronaca del 1450. Un servizio capace di coniugare preghiera e lavoro, liturgia e arte, devozione mariana e attenzione al mondo.

La nuova Congregazione aveva infatti deciso di appartenere all’Ordine dei Benedettini seguendo la celebre regola dell’ora et labora, tanto che a tutt’oggi le visite all’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore sono scandite dal succedersi delle fasi della tipica vita monastica, fatte di rigidi orari di apertura e chiusura, annunciati dall’inconfondibile suono della campanella.

Nel 1344 la Congregazione olivetana ricevette la conferma da parte di papa Clemente VI. A metà del Seicento in Toscana si contavano 6 monasteri olivetani. Con la bolla del 18 gennaio 1765, papa Clemente XIII eresse Monte Oliveto Maggiore in abbazia nullius, senza cura pastorale, tanto che fino al 1947 non ebbe parrocchie dipendenti. Solo in seguito furono aggregate all’abbazia alcune parrocchie rurali delle diocesi di Arezzo e di Chiusi-Pienza.

Monte Oliveto Maggiore ha da sempre goduto di uno statuto speciale, e l’abbazia territoriale è tutt’oggi una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede.

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Monte Oliveto Maggiore è una bellissima abbazia alle porte di Ponte d'Arbia in Toscana

Cosa vedere nell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

Dal parcheggio, a piedi si accede all’Abbazia attraverso un ponte levatoio e un edificio medievale fortificato con una torre squadrata. Sopra l’entrata svetta una bella terracotta smaltata raffigurante la Madonna con il bambino attribuita alla famosa produzione della famiglia Della Robbia.
In questo edificio oggi troviamo un ristorante-bar con una terrazza esterna. Da qui si continua su un lungo viale di cipressi fino all’Abbazia, incontrando, a metà strada, una grossa vasca del Cinquecento per l’allevamento di pesci.

La struttura dell’abbazia e gli spazi simbolici

La struttura dell’Abbazia Monte Oliveto Maggiore ricalca la canonica impostazione delle strutture benedettine: una grande chiesa, un chiostro principale insieme ad altri più piccoli, un’aula capitolare e un refettorio. E, nel caso specifico, anche una vasta biblioteca.

Bisogna sapere che gli spazi di un monastero sono legati alla lettura di una prospettiva diversa da quella secolare, che risponde soprattutto a due parametri: la “stabilità”, ossia ciò che rimane nel tempo, e il “simbolo”, che invece rimanda ad altro, all’esistenza ultraterrena. Eppure il valore della vita terrena, concreta, è anch’esso presente nella funzionalità della struttura che evoca il concetto di utilità. Se la stabilità invita alla solida costruzione, è il simbolo che definisce la costruzione dello spazio monastico, nel quale però deve esistere l’utilità data dalla vivibilità del luogo.

Chiostro dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, nelle Crete senesi in Val d'Arbia, vicino ad Asciano

Il grande chiostro di Monte Oliveto

Il chiostro è il centro del monastero, il simbolo, mancando il tetto, della comunione celeste con Dio e coi fratelli. È inoltre dal chiostro che si accede a tutti i locali della costruzione.

E proprio questo bellissimo spazio deve essere considerato come una delle meraviglie dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore dato che è completamente decorato dal ciclo dei 35 affreschi sulla vita di san Benedetto, dipinti dapprima da Luca Signorelli (1497-1498) e poi, dal 1505, dal Sodoma: si tratta della via della bellezza che gli olivetani propongono per avvicinarsi all’assoluto. Questi affreschi – dai colori vivacissimi e dai molti dettagli che offrono una visione affascinante della vita e dei paesaggi del tempo -, sono giustamente considerati una delle più importanti testimonianze della pittura italiana dell’epoca rinascimentale.

Gli affreschi nel chiostro dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

La chiesa

L’imponente chiesa dimostra quale sia l’attività principale del monaco: la preghiera corale, l’opus dei, l’opera di Dio. Dopo l’anno Mille, tranne rarissime eccezioni, la chiesa viene sempre posta a nord del chiostro. Dal lato opposto, a sud, si apre solitamente il refettorio. I criteri per queste due posizioni opposte sono di utilità pratica: la chiesa, a settentrione, rappresenta una barriera per il freddo, mentre il refettorio, a meridione, garantisce un pasto caldo anche durante il rigore invernale.

Costruita all’inizio del XV secolo, la chiesa dell’abbazia è stata rinnovata in stile barocco nel 1772 da Giovanni Antinori. Sotto una navata a croce latina, dentro un interno molto luminoso, la maggiore opera d’arte presente è il coro ligneo intagliato e intarsiato da fra Giovanni da Verona nel 1503-1505, senz’altro uno dei più importanti esempi di opere di tarsia d’Europa.

Altre opere importanti sono il leggìo di frà Raffaele da Brescia e la tela di Jacopo Ligozzi, raffigurante l’Assunta. Dal transetto si accede alla Cappella del Sacramento che contiene un crocifisso in legno policromato della prima metà del XIV secolo. Notevole anche la sagrestia col soffitto in legno intarsiato del 1417.

Interno della chiesa dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore

La biblioteca monumentale

Voluta dall’abate Francesco Ringhieri nel 1515, venne edificata in stile rinascimentale su disegno di Fra Giovanni da Verona che ne scolpì anche i capitelli in pietra serena, ne intagliò il portone di ingresso, l’armadio per i corali sulla parete di fondo e il candelabro ligneo in mezzo alla sala.

È un lungo ambiente diviso in tre navate – quella maggiore con volta a botte, le due laterali con volta a crociera – da un colonnato. Contiene 40.000 tra incunaboli, volumi e opuscoli che tuttavia non sono quelli dell’originaria dotazione andata dispersa nel 1809 dopo la soppressione dell’Ordine, ma provengono dal soppresso monastero olivetano di Santa Maria di Monte Morcino Nuovo, presso Perugia.

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La biblioteca monumentale di Monte Oliveto Maggiore, abbazia in Toscana

Due consigli prima di terminare la visita

Primo: durante la visita sarebbe opportuno trovare il tempo di assistere alla messa cantata, officiata dai Monaci Olivetani in canto Gregoriano, davvero molto interessante e suggestiva.

Secondo: nel cortile superiore, di lato alla chiesa, si trova un negozio di souvenir e prodotti tipici dell’azienda agricola dell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Si possono, ad esempio, provare liquori alle erbe, mentre, per gli amanti del vino, segnaliamo che l’Abbazia è dotata di una cantina in cui i monaci vendono il vino fatto dalle poche vigne intorno.

Ingresso della chiesa dell'Abbazia di Monte Oliveto Maggiore in Val d'Arbia, Toscana

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