2 / 4 – Michele Lorenzetti: da oltre vent’anni un pioniere della biodinamica

Poi dal 2004 lei arriva in Toscana

Sì, grazie ad alcuni contatti maturati attraverso gli studi ho cominciato le prime collaborazioni in Toscana per proporre il metodo biodinamico alle aziende interessate a conoscerlo. Bisogna sempre pensare che quasi vent’anni fa l’agricoltura biodinamica era conosciuta, e veniva applicata, in misura molto minore rispetto a ora. Immediatamente dopo, nel 2006, ho anche piantato il mio primo ettaro di vigneto sull’Appennino per accompagnare la mia esperienza di assistenza con un’altra più diretta, pratica, con le mani in pasta, per così dire. Un connubio che dura fino a oggi: la mia vita si divide infatti tra la produzione della mia piccola azienda e l’assistenza alle aziende che decidono di rivolgersi al metodo biodinamico.”

Per approfondire: Mugello: anima verde, antica e genuina vicino a Firenze

Le vigne dell'azienda Terre di Giotto

Che cosa l’ha convinta così tanto della biodinamica da farne una ragione professionale?

Si può dire sia stata una scelta di vita inevitabile, avendo una formazione e una sensibilità rivolte verso la conservazione e il mantenimento dell’ambiente naturale. Inoltre, diversamente dal biologico, nella biodinamica si utilizzano degli strumenti molto specifici, mi riferisco ai preparati, che in realtà nascondono delle sorprese dal punto di vista pratico, applicativo, dei risultati e, non ultimo, scientifico. Negli ultimi dieci anni, infatti, mi sono anche occupato di ricerca, e ultimamente siamo riusciti a pubblicare studi sui preparati biodinamici che supportano le nostre tesi e che ci danno ragione.”

Ma allora come mai la biodinamica stenta a decollare come scienza? Scoprilo a pagina 3

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
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