Montaione riconfermato anche per il 2024 tra i “Borghi più belli d’Italia”

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Il bellissimo borgo toscano di Montaione, in Valdelsa, è stato riconfermato nel club dei Borghi più belli d’Italia 2024, oltre a essere uno dei borghi più green della Penisola

1 / 3 – Montaione, incantevole borgo medioevale nella Città Metropolitana di Firenze

Oltre che uno dei “Borghi più belli d’Italia”, Montaione è anche uno dei borghi più “green” d’Italia

Montaione, parte della città metropolitana di Firenze, si trova nel territorio della Valdelsa, a 342 m s.l.m, ed è annoverato, anche per il 2024, nel prestigioso club dei “Borghi più belli d’Italia”. Ma non solo, perché è anche uno dei borghi più “green” d’Italia: un servizio della trasmissione Agorà, su Rai3, ha spiegato come la località stia applicando una serie di innovazioni in campo energetico e ambientale. Energia da biomasse, cucina della mensa efficiente, illuminazione a LED, mobilità sostenibile: queste sono alcune delle buone pratiche che stanno trasformando il paese in “smart city” riconosciuta a livello europeo.

La leggendaria fondazione di Montaione

Secondo la leggenda, il paese fu fondato dal nobile Ajone, nella zona dove conobbe e s’innamorò della giovane Figline, rapita da Gambasso: il nobile riuscì ad avere la meglio sul rapitore e a liberare e sposare la ragazza. Questo è il motivo della tradizionale rivalità tra i due comuni confinanti di Montaione e Gambassi Terme.

Se invece ci ancoriamo un po’ più alla realtà storica, il toponimo Montaione è attestato per la prima volta in un atto di donazione del 1113. L’ipotesi più accreditata ne fa derivare l’origine dalla parola Monte e dall’antroponimo longobardo Ajone.

Pillole di storia

Nel 1256 il castello di Montaione era sede di un comune autonomo che gravitava nell’orbita di San Miniato, mentre successivamente, dalla sottomissione del 1369, rientrò nella Repubblica Fiorentina.

Fin dall’inizio del XIV secolo si esercitò a Montaione l’arte del vetro, tanto che nel XVIII secolo un bando del Granduca di Toscana ordinava ai maestri vetrai di “insegnar l’arte” ai loro conterranei.

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Redazione TuscanyPeople

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