Breve guida al Panino col lampredotto, il cibo di strada più tipico di Firenze. In questo articolo vi raccontiamo: come nasce, dove mangiarlo e come cucinarlo se non potete andare da un vero lampredottaio fiorentino.

Guida completa al Panino col Lampredotto fiorentino

Quando si parla di street-food fiorentino, la risposta è solo una: Panino col Lampredotto!

WikiPedro a Firenze mentre mangia un panino al lampredotto

Le origini del Panino col Lampredotto a Firenze

Sebbene il lampredotto abbia origini molto antiche, per i fiorentini è un evergreen, anzi, è una vera e propria istituzione. Se riuscirete a superare le resistenze circa la provenienza di questa carne, scoprirete un gusto inaspettato e un sapore che vi catturerà boccone dopo boccone. Il lampredotto infatti, per chi non lo sapesse, corrisponde all’abomaso del bovino, il cosiddetto quarto stomaco.

Si documenta la presenza di questo alimento di umilissime origini intorno al 1400, quando gli ambulanti trainando i loro carretti, lo vendono ai popolani, insieme alla trippa, come cibo da strada e a buon prezzo.

I primi trippai fiorentini

I trippai erano però già presenti in città tra il XII ed il XIII secolo, quando si costituiscono a Firenze le Corporazioni delle Arti e dei Mestieri. I trippai appartenevano alla corporazione dell’Arte dei Beccai, in quelle che venivano chiamate Arti Minori.

Preparazione del panino col lampredotto, tipico street food di Firenze

Cosa significa lampredotto

Il termine lampredotto è la trasformazione ironica del nome lampreda, un pesce d’acqua dolce simile all’anguilla, che popolava il fiume Arno nel Rinascimento. La carne della lampreda era prelibata e molto costosa, quindi destinata a nobili e facoltosi.

Numerosi sono i personaggi che la storia collega a questo pesce, primo su tutti Enrico I di Inghilterra, talmente ghiotto della lampreda, da morire proprio a causa sua; si racconta infatti, che fu ucciso da una lampreda avvelenata.

Per la somiglianza tra la bocca della lampreda e la particolare forma a gale dell’abomaso, i fiorentini che non potevano permettersi di gustarla, decisero scherzosamente, di ribattezzare la frattaglia con il nome di lampredotto. E così che il termine è arrivato fino ai nostri giorni.

Firenze ha orgogliosamente mantenuto la tradizione dei trippai e dei lampredottai. Non è raro infatti, ammirare nugoli di persone in coda davanti ai loro chioschi, per gustarsi questa tipicità tutta fiorentina.

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Quando mangiare i’ lampre?

Sempre! Sì, perché per un fiorentino non c’è un orario preciso, per gustare il succulento panino col lampredotto. Ogni momento è quello giusto. A Firenze siamo talmente innamorati del Panino col Lampredotto, che ne rivendichiamo l’emoticon. Caro Zuckerberg, sappi che siamo pronti addirittura a firmare una petizione per ottenerla!

Scherzi a parte, i chioschi dei lampredottai sono aperti normalmente dalle 10:30 fino alle 16:00 circa (c’è poi anche qualcuno che sta aperto fino alle 20:00) e sicuramente il pranzo è il momento migliore della giornata per gustare questo street food.

Ditta Eredi L. Nigro è uno dei migliori food truck a Firenze

Tradizione VS Innovazione: ricette classica e rivisitazioni moderne

Rivisitazioni moderne, vogliono l’impiego del lampredotto in numerose preparazioni bizzarre, fantasiose ed assolutamente gustose; dal sushi, al fritto, alla pizza, passando per incredibili primi, o entusiasmanti secondi piatti.

La tradizione però, insegna che lampredotto si gusti in un solo ed unico modo: bagnato e completo. Ora ci spieghiamo meglio. All’interno di una semelle o una rosetta, imbevuta nel suo brodo di cottura, con salsa verde, sale, pepe e un pizzico di nota piccante. La semplicità dell’eccellenza.

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Dove mangiare il lampredotto a Firenze

Se vorrete assaggiare il panino col lampredotto in occasione di una visita a Firenze, vi consigliamo quattro lampredottai DOC, dislocati in differenti aree della città.

Pollini in Sant’Ambrogio

Pollini, il Re del centro storico. La sua fama, è preceduta solo dalla bontà del suo panino col lampredotto. Si trova in Via de’ Macci, nel quartiere di Sant’Ambrogio; una sosta durante una passeggiata tra i monumenti, è quindi d’obbligo.

I’ Trippaio di Firenze

Posto nell’elegante Via Gioberti, offre un servizio allegro contraddistinto dalla proverbiale ironia fiorentina. Il suo impeccabile panino col lampredotto realizzato a regola d’arte, è talmente buono, da formare lunghe file d’attesa per accaparrarselo.

Aurelio il Re del Lampredotto

In Piazza Tanucci, area decentrata ma comunque non distante dal centro storico, troviamo il Paradiso del lampredotto. Oltre alla versione tradizionale, è possibile gustare il lampredotto in diverse varianti, una più accattivante dell’altra. Personalmente consiglio l’insuperabile lampredotto in zimino!

Da Simone La Buticche del Lampredotto

Da Simone, il lampredottaio in Piazza de’ Nerli nel quartiere di San Frediano. Ottimo pane, salsa verde eccezionale e da provare i suo crostini con la poppa.

Il Pollini in Sant'Ambrogio è uno degli storici lampredottai di Firenze

Come si cucina il lampredotto toscano

Se vorrete cimentarvi nella preparazione del lampredotto, sappiate che la ricetta è estremamente facile e richiede pochi ingredienti ma genuini.

Ricetta del Panino col Lampredotto: ingredienti per 4 persone

  • 1 lampredotto intero già pulito
  • 2 pomodori
  • 1 cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 1 carota
  • sale e pepe q.b.
  • 4 semelle (panino all’olio) o rosette

Procedimento

Lavate gli ortaggi e tagliateli grossolanamente. Prendete una pentola molto capiente, e versate al suo interno 3 litri di acqua a temperatura ambiente. Aggiungete gli ortaggi, e portate il contenuto a ebollizione.

Aggiustate di sale e pepe e subito dopo, immergeteci il lampredotto. Coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fuoco dolce per 60/90 minuti. Il vostro lampredotto è pronto.

Preparazione del panino col lampredotto, tipico street food di Firenze

Ricetta della Salsa Verde fiorentina

Come vi accennavamo sopra, il lampredotto per essere gustato in tutto il suo splendore, deve essere ricoperto di salsa verde di cui, qui di seguito, vi diamo la ricetta.

Ingredienti per la salsa verde

  • 60/65 gr. di prezzemolo fresco
  • 30/35 gr. di mollica di pane toscano raffermo
  • 30 gr. di aceto di vino bianco
  • 2 filetti di acciughe
  • 9 capperi sotto sale (grandezza media)
  • 1 spicchio d’aglio
  • olio EVO toscano quanto basta

Procedimento

Prendete un recipiente e versateci l’aceto di vino bianco, aggiungendoci il pane, che avrete precedentemente tagliato a cubetti. Lavate ed asciugate il prezzemolo e tritatelo finemente a coltello. Non utilizzate il frullatore! Rischiereste di creare una sorta di poltiglia liquida, mentre la salsa verde fiorentina deve risultare quasi granulosa.

Lavate i capperi in abbondante acqua corrente, e tritateli a coltello, insieme alle acciughe e lo spicchio d’aglio. Togliete il pane dall’aceto e strizzatelo.

All’interno di un nuovo recipiente unite tutti gli ingredienti e amalgamateli tra loro versandoci lentamente l’olio EVO, fino a formare un composto non troppo denso, ma cremoso. Il profumo che sprigionerà la vostra salsa verde, risulterà inebriante.

👉 Leggi anche: A Firenze cosa si mangia? Dagli albori della tradizione ai giorni nostri

Panino col lampredotto e salsa verde, il tipico street food di Firenze

Preparazione del Panino col Lampredotto

A cottura ultimata del lampredotto, dividete in due le semelle (o le rosette) e scaldatele su una piastra. Togliete dal brodo il vostro lampredotto e, con un coltello, sminuzzatelo ancora caldo sopra il tagliere. Prendete la parte superiore della semelle ed immergetela nel brodo di cottura, avendo cura che non si inzuppi eccessivamente.

Posizionate il lampredotto all’interno del panino, aggiungendo una generosa porzione di salsa verde, un pizzico di sale, pepe e piccante. Il vostro panino col lampredotto completo è pronto. Ora, gustatevi questi attimi di celestiale bontà.

Esistono solo due controindicazioni a questo piatto: fate attenzione a non macchiarvi e scordatevi di poter resistere alla tentazione di fare un bis!

Ehi tu, sì proprio tu che ci leggi, abbattiamo la quarta parete, dài, quella che divide il film dallo spettatore: diventa protagonista, consigliaci un ristorante (o qualsiasi altra attività), raccontacelo, e magari noi lo racconteremo. Che ne dici? Scrivici a [email protected]

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Foto 1: ©WikiPedro
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