4 / 4 – Il mitico Palio e chi vi partecipa

Il Palio di Siena

E’ qui, in Piazza del Campo, che si corre Il Palio di Siena, non una manifestazione organizzata a scopo turistico, ma la vita stessa, il cuore più puro, del popolo senese. Il Palio ha origini remote, con alcuni regolamenti ancor oggi validi dal 1633, anno in cui fu corso il primo Palio con i cavalli, così come avviene tutt’oggi, senza soluzione di continuità (ad eccezione del periodo delle due guerre mondiali del XX° secolo).

Il territorio della Città è diviso in diciassette Contrade con dei confini stabiliti nel 1729 dal Bando di Violante di Baviera, Governatrice della Città. Ogni Contrada è come un piccolo stato, retto da un Seggio con a capo il Priore, e guidato nella “giostra” da un Capitano, coadiuvato da due o tre contradaioli detti “mangini” o “tenenti”.
Possiede, entro il suo territorio, una Chiesa, detta “Oratorio”, con annessa la sede ufficiale, dotata di un Museo, ove viene custodito tutto il suo patrimonio: cimeli, drappelloni delle vittorie, costumi della Comparsa – quelli in uso e molti di antica data – bandiere, archivio e tutto quanto altro concerne la vita della Contrada stessa.

Oggi il Palio si corre in due date, il 2 Luglio, dedicato alla Madonna di Provenzano, e il 16 agosto, dedicato alla Madonna dell’Assunta, mentre in origine si correva soltanto a luglio. La seconda corsa veniva organizzata unicamente su volere della contrada che aveva vinto il Palio della Madonna di Provenzano.
Delle 17 contrade senesi, solo 10 corrono il Palio: le restanti 7 corrono l’edizione successiva insieme ad altre 3 contrade che vengono sorteggiate.

Cosa significa tritello in dialetto toscano

Il complesso meccanismo della festa raggiunge il suo compimento con lo scoppio del mortaretto che annuncia l’uscita dei cavalli dall’Entrone. Si procede poi all’avvicinamento verso la “mossa”, ossia il punto dove sono stati tesi due canapi tra i quali saranno chiamati ad allinearsi cavalli e fantini. Le Contrade vengono chiamate secondo l’ordine di estrazione, deciso segretamente e declamato ad alta voce dal mossiere. La decima e ultima, entrerà invece di “rincorsa” quando lo riterrà più opportuno, decidendo così il momento della partenza. Se la partenza non sarà valida, uno scoppio del mortaretto fermerà i cavalli. Quest’ultimi dovranno compiere tre giri di pista per circa 1000 metri, e solo al primo arrivato sarà riservata la gloria della vittoria. Chi vince è comunque il cavallo che può arrivare anche “scosso”, ossia privo del fantino.

I festeggiamenti iniziano subito: i contradaioli ricevono il Palio e con quello si recano alla Basilica della Madonna di Provenzano (per il Palio di luglio) o in Duomo (ad agosto) per cantare il Maria Mater Gratiae di ringraziamento alla Madonna. Da questo momento in poi ogni occasione sarà buona per ricordare alla città la vittoria conquistata sul Campo, fino all’autunno, quando, tra il mese di settembre e i primi giorni di ottobre, nel rione vittorioso addobbato a festa, si svolgerà la “cena della vittoria” a cui parteciperanno migliaia di contradaioli e, al posto d’onore, il cavallo vittorioso, vero e proprio ammirato eroe.

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