3 / 3 Il nostro fondamentale aiuto per l’anima dei nostri cari

Il viaggio dell’anima

Senza scadere nel tribale, solo considerando la saggezza insita in questo messaggio, è quindi necessario da parte nostra, da parte dei vivi sofferenti per la mancanza del loro caro, aiutare l’anima a condurre in porto il proprio viaggio senza appesantirla.

Un libro di preghiere con mani giunte

I testi antichi ci dicono che il viaggio dell’anima per raggiungere la Luce e attraversare il varco che la porterà nell’aldilà potrebbe durare circa una quarantina di giorni (umani). In questi giorni sarà quindi importante aiutarla con preghiere d’amore, sostegno e gratitudine per quanto ha fatto in vita. In altre parole, la dobbiamo liberare da noi stessi, da tutti i legami terreni che la distolgono dal suo scopo.

Lasciare libere le anime dei nostri cari

In termini ancora più espliciti, non dobbiamo pensare a noi stessi ma soltanto a lei. Non dobbiamo chiederle di rimanerci accanto o di proteggere qualcuno affidandole idealmente qualche compito. Questi rappresentano solo atti egoistici che non servono né ai vivi né all’anima. Ciò non significa non amare più la persona scomparsa ma, al contrario, significa amarla talmente tanto da avere la forza di lasciarla libera.

Farfalla che vola in un campo

Questo mi sembra uno dei più bei messaggi d’amore che si possa trasmettere: non si ama nella dipendenza dall’altro ma nella libertà, la nostra e, nella stessa identica misura, la sua.

Diversi testi sacri, a loro volta fonti di diverse religioni e fedi, dicono che l’anima, arrivata alla sua destinazione nella Luce, recupera la memoria, tornando essenza cosciente. È il momento per lei di ricordare il passato e operare un bilancio della propria vita: la famosa “pesatura del cuore” degli Egizi o il Giudizio finale dei cristiani. È un processo articolato in cui l’anima riconoscerà il peso delle proprie azioni durante l’incarnazione (l’ultima incarnazione per i buddisti e per tutti coloro che credono alla reincarnazione come strumento evolutivo), attivando alcuni meccanismi karmici che le apriranno o meno nuove possibilità: un processo simile all’attraversamento di un labirinto sommato ai livelli descritti da Dante nella Divina Commedia.

Mani al tramonto che liberano colombe

Una grande maestra di vita

S’imporrebbe, a questo punto, un lungo approfondimento, ma per ragioni di spazio non possiamo, e poi quel che davvero c’importa non è proporre una visione mistica, ma una visione molto umana, concreta, per la quale, grazie all’amore e alla gratitudine, l’uomo riveste una parte fondamentale verso i cari estinti.

La morte, che tutti temono e che fa parte del viaggio dell’anima, è in realtà uno dei più potenti strumenti che abbiamo a disposizione per comprendere il vero amore, in tutti i suoi risvolti. La morte, quindi, non è solo una grande maestra di vita, ma in quanto termine inderogabile della vita stessa le conferisce un immenso valore facendosi parte integrante di essa che per suo tramite assurge al livello d’esperienza fondamentale per l’anima.

Questo, in mezzo a tanto dolore, è il nostro messaggio d’amore finale: amate, e la morte, nella sua accezione negativa, non solo non vi toccherà, ma si trasformerà in vita.


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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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