4 / 4 – Dai premier cru bordolesi ai grandi bolgheresi, nel segno di un lungimirante marchese

Mario Incisa della Rocchetta e la sua illuminata intuizione: Bolgheri come Graves

Erano gli anni Quaranta quando il marchese Mario Incisa della Rocchetta, appassionato di vini francesi, notando una somiglianza morfologica tra il territorio di Bolgheri e quello di Graves, a Bordeaux, importò dai Duchi Salviati, a Migliarino, alcune barbatelle di cabernet sauvignon e di cabernet franc, piantandole nella sua Tenuta San Guido. Qui non c’erano i fiumi ma vi si trovavano il padule e il mare, pertanto la zona umida, mite e ventilata era garantita, mentre il terreno era alluvionale e sassoso come quello bordolese. L’intuizione si rivelò giusta ed è così che nacque uno dei grandi miti dell’enologia italiana, il Sassicaia.

Il Sassicaia…

Minimo 80% di cabernet sauvignon, con l’aggiunta di quantità variabili di cabernet franc, il Sassicaia detiene anche un interessante primato: è il primo vino italiano di una specifica cantina che, proprio come accade in Francia per pochissime etichette celeberrime, vanta una DOC riservata appositamente: Bolgheri Sassicaia DOC.

Per approfondire: Sassicaia un primato d’eccellenza

Verticale di bottiglie di Bolgheri Sassicaia DOC

…e i suoi fratelli

È grazie a questo straordinario vino, perfezionato negli anni dal più grande enologo italiano, Giacomo Tachis, che sono venute fuori altre stelle risplendenti nel firmamento dell’enologia italiana, come Ornellaia, Bolgheri Doc Superiore della famiglia Frescobaldi, leggendario supertuscan a prevalenza di cabernet sauvignon (oltre a merlot, cabernet franc e petit verdot); oppure il celeberrimo Masseto, 6 ettari di merlot in purezza della stessa tenuta, un’eccellenza insuperabile la cui annata 2015 è stata votata, insieme al Solaia degli Antinori, miglior vino al mondo.

E che dire di Guado al Tasso dei Marchesi Antinori (cabernet sauvignon, merlot, cabernet franc e a volte una piccola quota di petit verdot); o della tenuta Le Macchiole, soprattutto il merlot in purezza, Messorio; e poi Grattamacco, soprattutto il Bolgheri Superiore DOC (Cabernet Sauvignon, merlot e sangiovese); e Michele Satta, coi tre Bolgheri Superiore DOC: I Castagni (Cabernet Sauvignon, Syrah e Teroldego), Piastraia (Cabernet Sauvignon, Merlot, Syrah, Sangiovese) e Marianova (Syrah, Sangiovese)?

Insomma, tanti capolavori dell’enologia italiana nati grazie all’intuizione di Mario Incisa della Rocchetta che aveva visto a Bolgheri la nostra Bordeaux.

Per approfondire: 50 anni di Sassicaia. Ilaria Tachis: vino di sostanza, come mio padre

Il grande enologo italiano, Giacomo Tachis

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Foto di copertina Jean-Luc Benazet su Unsplash | Foto 1 di Thomas Schaefer su Unsplash

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