Alba Donati, la nuova direttrice del Gabinetto Vieusseux di Firenze.

 

Alba Donati e il Vieusseux: ineluttabile incrocio di destini

Più o meno un anno fa il Sindaco di Firenze, Dario Nardella, l’ha chiamata e le ha detto qualcosa tipo: “Alba Donati, ho bisogno di te, di una figura giovane, non istituzionale, insigne letterata, per dare nuovo impulso al Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux”. Per lei, socia e assidua frequentatrice del prestigiosissimo ente culturale, è stata una gioia indescrivibile.

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

Ma facciamo un passo indietro. Io e Alba Donati c’incontriamo nella sua casa fiorentina in un’atmosfera più che rilassata, domestica, familiare. Se qualcuno si fosse atteso un appuntamento formale a Palazzo Strozzi con un’altera super-woman in tailleur scuro sarebbe rimasto deluso.

Un salotto, un’ampia finestra che si affaccia su un bel viale, alte scaffalature contenenti migliaia di volumi di poesia, narrativa, filosofia, saggistica, fanno da cornice alla nostra conversazione.
Prima d’iniziare l’intervista a Alba Donati mi sfiora un pensiero: non c’è un’enciclopedia. Scorgo solo libri singoli, o facenti parte di piccole collane, per la maggioranza visibilmente usati. Nessuna parata, nessuno sfoggio. Sembra scontato ma non lo è affatto. La vera passione per la lettura. La vera cultura. L’unica possibile.

Chi è Alba Donati? Da dove viene?

“Vengo dalla campagna, dalla Garfagnana, sono un’immigrata fiorentina. Già a quattordici anni sono scappata di casa per venire qua, dove ho frequentato il liceo linguistico che per fortuna mi ha donato una visione ampia: non di una letteratura ma dell’insieme delle letterature. La comparazione è fondamentale.”

Che tipo sei?

“Una persona un po’ scombinata, per niente istituzionale”.

Nonostante tu presieda un ente molto istituzionale:

“Sì, ma anche Montale che ha diretto il Gabinetto Vieusseux, non presieduto, attenzione, era molto poco istituzionale. Lo stesso Enzo Siciliano. Gli artisti in genere sono così.”

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Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

Alba, come e quando sorge la tua grande passione per la poesia? Poeti si nasce o si diventa?

“È una domanda difficilissima. Sono vere entrambe le cose. Io ho iniziato a scrivere da «grandissima», avevo più di trent’anni, ma fin ragazzina mi occupavo di poesia degli altri, facevo il critico letterario in erba. Pensa che ho ritrovato nei miei diari delle scuole medie comparazioni tra poesie di Bertolt Brecht e Quasimodo buttate giù con una passione e un’attenzione molto forte per i temi politico-sociali.

Quindi potrei dire, sì, si nasce con una passione che però va alimentata, coltivata. In realtà per me scrivere non era necessario. A me interessava soprattutto stare dentro il mondo della poesia, nutrirmene. Poi negli anni dell’università noi studenti del professor Luti abbiamo fondato una rivista che si chiamava «Stilema» nella quale io recensivo i poeti contemporanei. Quindi, da lì, altre riviste più visibili, sempre di poesia, finché questo amore per la lettura in qualche modo si è distillato in me e si è originata l’esigenza di creare la mia poesia. A quel punto si è manifestato come qualcosa di veramente trascendentale che mi costringeva a svegliarmi la notte, che mi bruciava dentro”.

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.Foto: ©Salvatore Mazza, Oltre frontiera, Edizioni Canopo

Le pubblicazioni di Alba Donati

Così, in sequenza, Alba Donati pubblica: “Ballata della repubblica contadina. Dialogo sul contado” (City Lights, 1997) che vince il Premio Mondello Opera Prima e il Premio Sibilla Aleramo. Successivamente: “Non in mio nome” (Marietti, 2004) che vince il Premio Diego Valeri, il Premio Carducci, il Premio Pasolini, il Premio Cassola. Infine: “Idillio con cagnolino” (Fazi, 2013) che vince il Premio Lerici-Pea, il Premio Dessì, il Premio Ceppo. Alba Donati ha lavorato anche per Rai 3 e Rai Radio 3 e ha tenuto rubriche di poesia su vari quotidiani.

Che esperienze sono state?

Commentare poesia ogni settimana su «QN» e su «Il Fatto Quotidiano», nel supplemento culturale «Saturno», si è rivelata un’esperienza molto importante. Avevo bisogno di un continuo aggiornamento per poter comunicare agli altri le novità, con l’obiettivo di appassionare sempre più persone alla poesia.”

Riguardo alle pubblicazione e ai premi: cosa si prova a essere riconosciuti dagli altri? È fondamentale o il lavoro per un artista che esprime se stesso, la propria interiorità, è già soddisfazione piena e sufficiente?

“Sono due cose diverse. Ogni volta che finisco di scrivere una poesia provo una gioia infinita. Come fare un figlio. C’è una traccia che per giorni, per mesi, a volte per anni, lavora dentro di me, finché non trovo lo spunto, la parola, e scatta il meccanismo. Il riconoscimento, invece, è un altro tipo di gioia. Credo sia triste non piacere a nessuno.

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.Foto: ©Eric Toccaceli, Poeti, Marietti

Per farti un esempio, vent’anni fa, Vanni Scheiwiller, un critico molto selettivo, all’epoca direttore di una meravigliosa collana di poesia storica, dopo che era uscita «Ballata della repubblica contadina» lesse il libro e, in una telefonata che mi tirò letteralmente giù dal letto alle sette e mezza di mattina, manifestò un entusiasmo che non mi sarei mai aspettata. Strano, perché non eravamo neppure amici, ci conoscevamo poco. Mi propose di partecipare a premi prestigiosi come il «Mondello», il «Montale», e da allora mi citava sempre in pubblico. Per me è stata un’immensa soddisfazione. Così come fu una grande soddisfazione il sorriso di apprezzamento di Alfonso Berardinelli, altro critico molto severo e selettivo. Senza dimenticare Giorgio Ficara che tra l’altro scriverà la postfazione al mio nuovo libro che uscirà tra un mese presso «La nave di Teseo», una raccolta di tutte le mie poesie, più altre inedite.”

Alba, come descriveresti la tua poesia, al di là delle definizioni ufficiali e delle etichette?

“Non è facile definirla. Un amico, una volta, mi fece riflettere dicendo che la mia poesia riesce a far prendere coscienza dei temi sociali più importanti, però come se la discussione si svolgesse nel salotto di casa. Credo avesse ragione. Una poesia civile che parte sempre da fatti quotidiani. Come se la Storia con la «S» maiuscola e la storia con la «s» minuscola s’intersecassero continuamente mescolando la dimensione esistenziale e quella civile.”

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

E stilisticamente hai dei padri putativi? dei numi tutelari?

“Ce li ho avuti. «Ballata della repubblica contadina» prende le distanze dall’ermetismo alla Ungaretti per approdare a una poesia di dimensione narrativa. Quindi Eliot, Whitman, i russi, come Pasternak, Majakowskij, che abbinano magnificamente l’esistenziale al quotidiano. Adesso invece ho bisogno di maggior rigore, d’una gabbia formale più precisa e sintetica rispetto a prima, pur rimanendo i miei versi sempre piuttosto scardinati.”

Alba, ti aspettavi la delega al Gabinetto Vieusseux da parte del Sindaco Nardella?

“No. Ho appreso la notizia dai giornalisti, pensa te. Il sindaco sapeva che amavo tantissimo il Gabinetto Vieusseux, e io forse potevo pensare di far parte del consiglio d’amministrazione, ma diventare presidente è stata una bellissima sorpresa.”

Prima donna Presidente del Gabinetto Vieusseux, tra l’altro:

“Sì, incredibile, nessuno, in duecento anni, aveva mai pensato di fare presidente una donna. Ma neanche direttore. La prima è Gloria Manghetti, mia contemporanea.”

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

Arthur Schopenhauer, Stendhal, Alphonse de Lamartine, Heinrich Heine, James Fenimore Cooper, Hector Berlioz, Robert Browning, John Ruskin, Fëdor Dostoevskij, Mark Twain, Emile Zola, André Gide, Isadora Duncan, Gertrude Stein, Rudyard Kipling, Aldous Huxley, D.H. Lawrence, per citare i più famosi, sono stati tutti soci, negli anni, del Gabinetto Vieusseux.

Quali sono le componenti fondamentali che determinano il prestigio d’una istituzione culturale?

Giovan Pietro Vieusseux ebbe la grande intuizione di creare un dialogo proprio sull’Europa. Il Gabinetto fu uno dei primi nuclei in cui l’Europa si rappresentava. Arrivavano regolarmente riviste – una quarantina -, quotidiani, libri, da tutti gli stati più importanti. Gli intellettuali e gli scienziati che si scrivevano tra loro formavano l’elite d’una piccola Europa che negli incontri del lunedì o del sabato discuteva temi d’attualità. Poi nei secoli si sono aggiunte cose ancora più importanti come «l’Archivio di letteratura contemporanea Bonsanti», in cui, dagli anni ’40, i più grandi letterati, da Pasolini a Gadda, da Savinio a Cristina Campo, hanno depositato i loro manoscritti.”

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Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

Il presente e il futuro del Gabinetto Vieusseux

“Ho realizzato degli incontri che si chiamano: «Scrittori raccontano scrittori» che hanno già ricevuto un’ottima accoglienza. Si tratta di un progetto triennale di rilancio non solo del Gabinetto Vieusseux, ma anche della letteratura presso i giovani. Il progetto è destinato ad arrivare al 2019, l’anno del bicentenario della nascita del Gabinetto. In sostanza dieci scrittori di oggi raccontano a un pubblico misto – ci sono anche delle classi – dieci scrittori di ieri, avendo la possibilità di documentarsi in maniera ampia ed esaustiva sulle carte preservate presso i nostri archivi. Alla fine del percorso avremo quindi avuto trenta scrittori contemporanei che avranno raccontato trenta scrittori del ‘900.

E poi?

“Poi sarebbe molto bello poter rivedere gli spazi fisici dell’istituto insieme al Comune. Non parlo della splendida sede di via Maggio ma di quella di Palazzo Strozzi che ha molti volumi inutilizzati e manca di una sala di lettura nella biblioteca. Mi auguro nel corso del mio mandato di riuscire ad attivare questo progetto di riqualificazione degli spazi.”

Parliamo, dulcis in fundo, di Fenysia, il programma didattico di lezioni magistrali sui linguaggi della cultura:

“Il nome Fenysia viene dalle mie poesie. È una figura storica, una mia vecchissima zia morta da tanti anni che per tutta la vita ha fatto la domestica.

Alba Donati è la direttrice del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux di Firenze oltre a una delle poetesse italiane contemporanee più conosciute. L'abbiamo incontrata nella sua casa di Firenze, per un'intervista esclusiva, tra libri, poesia e scrittura.

Lei portava a casa una gran quantità di libri ricevuti dai signori per cui lavorava, e io da bambina me li divoravo. Mi impegnavo tanto, magari ci capivo poco o nulla, però comprendevo che era un bellissimo mondo di parole che per me era reale, era vero. A lei ho dedicato questa scuola di linguaggi. Non solo scrittura creativa ma anche di servizio, giornalistica, critica, linguaggio giuridico, traduzione, editoria, oppure come si realizza la scheda di un libro, un’intervista, nella convinzione che la lingua stia soffrendo molto per cause che sarebbe troppo lungo esaminare. Intendiamo inoltre sfatare un falso mito: nelle scuole di scrittura non si impara a scrivere un libro, ma a decostruirlo, ad analizzarlo. Solo così facendo, come abbiamo detto prima, si impara a scrivere.”

Con quest’ultima interessantissima iniziativa, che reca in sé un messaggio molto vasto e profondo, chiudiamo la nostra intervista e ringraziamo Alba Donati, Presidente del Gabinetto scientifico-letterario G.P. Vieusseux, per il suo tempo e la sua squisita cortesia.

 

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