3 / 6 – Chiariamo bene cosa s’intende per “software libero” e “Open Source

L’ambiguità dell’interpretazione che ha generato l’espressione “Open Source”

Il termine “software libero” ha tuttavia generato un’ambiguità nell’interpretazione. In realtà “software libero” non implica necessariamente libertà di possesso, ma solo libertà di utilizzo secondo le proprie necessità. La community ha provato a chiarire l’equivoco con “Free as in freedom, not as in beer” (Libertà di parola, non birra gratis), rimarcando la differenza di significato tra “libero” e “gratuito”.

Christine Peterson ha cercato di risolvere il problema sostituendo “software libero” con “Open Source”: “il problema con il termine «software libero» non era tanto di connotazione politica, quanto che soprattutto i meno esperti si focalizzavano sulla questione del prezzo. Era quindi emersa la necessità di trovare un nuovo nome, privo d’ambiguità, che spostasse l’attenzione sul codice sorgente”.

Christine Peterson aveva fatto la sua proposta terminologica a un gruppo di lavoro che si dedicava in parte a introdurre le pratiche del software Open Source nel mercato.  Nel 1997 Eric Raymond, membro autorevole del gruppo, trattò queste tematiche nel suo saggio “La cattedrale e il bazaar“. Parzialmente in risposta a questo saggio, nel 1998, Netscape Communications Corporation rilasciò il codice sorgente come software libero, rendendo Open Source il suo progetto Mozilla. Nel suo modulo Open Source, quel codice è diventato poi la base di Mozilla Firefox e Thunderbird.

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Illustrazione del concetto di open source

La scelta del termine giusto

L’appoggio di Netscape al software Open Source ha indotto la community a ripensare su come sottolineare gli aspetti pratici legati alle aziende del movimento del software libero. Così si è delineata la spaccatura tra Open Source e software libero: “Open Source” sarebbe stato il termine giusto per indicare gli aspetti legati alla metodologia, alla produzione e al modo di condurre le attività lavorative. “Software libero” sarebbe invece stato usato per sottolineare l’aspetto filosofico delle stesse tematiche, puntando sul concetto di libertà dell’utente.

All’inizio del 1998 fu fondata la Open Source Initiative, o OSI, formalizzando così la nuova locuzione e stabilendo una definizione comune e condivisa in tutto il settore. Sebbene dalla fine degli anni ’90 all’inizio del 2000 si guardasse ancora al concetto di Open Source con diffidenza, in realtà da movimento marginale della produzione di software è diventato oggi lo standard di settore.

Ma quali sono i reali vantaggi dell’Open Source? Scoprili a pagina 4

Informazioni sull'autore

Vieri Tommasi Candidi
Scrittore & Ambassador of Tuscany
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