4 / 6 – La storia dei Colombini

I Colombini, un’altra grande famiglia di Montalcino che ha reso grande il Brunello nel mondo

Se la nascita del Brunello è appannaggio della dinastia Biondi Santi, nel corso del secolo scorso sono stati diversi i nomi che si sono resi protagonisti del successo di questo grande vino: tra cui, senz’altro, la famiglia Colombini e la loro Fattoria dei Barbi.

Ai primi dell’Ottocento la famiglia viveva in una tenuta a Carmignano, vicino a Lucca, ma manteneva ancora forti legami con Siena. Paolo Colombini, il terzogenito, laureato in legge, aveva ricevuto due piccoli poderi superstiti a Montalcino. Così scelse di lasciare la vita di agrario e di utilizzare la sua laurea per dedicarsi alla professione di notaio. Memore delle tradizioni di famiglia, scelse di tornare in questo borgo dove avrebbe anche potuto seguire le piccole proprietà di famiglia. Si rivelò una scelta azzeccata che dette origine a un nuovo capitolo della storia dei Colombini, che ancora oggi è d’attualità.

Suo figlio, Pio Colombini, produsse le prime bottiglie di Brunello che ancora si trovano nella cantina dell’azienda, ma fu anche professore universitario di genio, tanto da scoprire la prima cura efficace contro la sifilide. Sposò Elina Padelletti, discendente da un’antica famiglia nobile montalcinese, che portò in dote alla famiglia la villa dei Podernovi, dove oggi si trovano la cantina e tutti gli opifici.

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Grappoli di uva per Brunello di Montalcino

Con Giovanni Colombini, nato nel 1906 – il padre di Francesca -, la famiglia trovò un innovatore e un pioniere della viticoltura a livello mondiale. Se, come abbiamo detto, fu l’artefice della prima enoteca pubblica italiana, della prima vendita per corrispondenza di vino toscano, e delle prime esportazioni di Brunello in tutti i più importanti mercati del mondo, ebbe anche il merito di un’idea che ha cambiato la storia del vino italiano: negli anni ’60, infatti, realizzò alla Fattoria dei Barbi la prima azienda italiana che produceva e vendeva centinaia di migliaia di bottiglie di vino italiano di qualità a prezzi altissimi, trasformando un prodotto per pochi eletti in un fenomeno di massa.

È partendo da questa lungimirante realtà che dopo la sua scomparsa, nel 1976, si sono inseriti, prima la figlia Francesca, e poi il nipote Stefano, che a loro volta hanno sviluppato ed esteso le proprietà di famiglia.

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