3 Luglio 2019 2020-02-28T11:28:51+01:00 Golfo di Baratti: paradiso marino con l’affascinante civiltà etrusca sullo sfondo TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Il Golfo di Baratti è un piccolo scorcio di paradiso che si snoda tra il Mar Tirreno e il Mar Ligure, a pochi passi da Piombino, sul tratto litorale toscano che da Livorno prosegue verso Grosseto. Una meta obbligata per chi voglia godersi un frammento di mondo in cui natura, storia e arte si mescolano in un caldo abbraccio senza tempo. Come arrivare a Baratti Arrivare a Baratti è semplice. In macchina, dalla superstrada che collega Livorno a Grosseto, si prende l’uscita “San Vincenzo” o la successiva “Venturina” e si prosegue in direzione di Piombino. Le indicazioni per Baratti si trovano sulla destra. In treno, è possibile arrivare a San Vincenzo, a una quindicina di chilometri, e prendere un bus in direzione di Piombino: il tratto di strada che dall’arteria principale, chiamata Principessa, si snoda verso Baratti, è percorribile a piedi, una camminata di una ventina di minuti. C’è inoltre una stazione ferroviaria a Populonia collegata col golfo. Chi c’era a Baratti prima degli Etruschi? Il golfo di Baratti ha una storia antica che affonda le sue radici addirittura nel periodo villanoviano, ante-etrusco, in cui si pensa che sia stato sfruttato come porto del rame e del bronzo. Solo in un secondo momento, a partire dal VI secolo a.C., il ferro irrompe nella vita di Populonia, caratterizzandone le sorti per i secoli a venire. Ancora oggi il colore della sabbia è di un nero-argenteo-rossastro, brillante sotto i raggi del sole. Sono i residui dell’antica lavorazione del ferro, tanto che talvolta, scavando qua e là, se ne possono trovare interi pezzi. Gli Etruschi a Baratti Tra il IX e il IV secolo a.C., Populonia fu uno dei più importanti centri dell’Etruria, una delle dodici città stato, l’unica sul mare. Alla sua posizione, che dall’alto del Poggio del Telegrafo domina il mare su tre lati vedendo le isole dell’Arcipelago Toscano, si deve in parte la fortuna della città, da subito protagonista negli scambi commerciali del Mediterraneo Il vero fil rouge che lega lo sviluppo di Populonia dalla Preistoria agli altiforni dei giorni nostri è però la presenza di giacimenti minerari che, uniti alla ricchezza di torrenti e boschi di querce da cui ricavare legname e carbone, hanno fatto di questo territorio il luogo ideale per la produzione metallurgica. Più tardi la città divenne alleata di Roma e molte sono le tracce di testimonianze architettoniche rimaste fino a oggi, oltre ai resti di cave, quartieri industriali e necropoli. Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia Attraversando la stretta strada che percorre il golfo di Baratti fino alla sua estremità meridionale ci s’imbatte in un vero e proprio museo a cielo aperto: la necropoli, oggi parte del Parco Archeologico di Baratti e Populonia. Uno scorcio di civiltà etrusca che pare aver oltrepassato la dimensione temporale per fondersi coi turisti che si rilassano sulle spiagge o coi passanti che si fermano per un caffè, una foto, o un pranzo in uno dei ristoranti caratteristici della zona. Il Parco Archeologico di Baratti e Populonia è un’area di circa 80 ettari, compresa nei parchi della Val di Cornia, raggiungibile tramite il sentiero della Via delle Cave. Al suo interno si trovano necropoli più antiche, come quelle di San Cerbone, di Casone e di Poggio alla Porcareccia, risalenti al VII-VI sec. a.C. Le famiglie aristocratiche dei “principi guerrieri” venivano sepolte insieme dentro tombe monumentali chiamate “a tumulo” o in quelle “a edicola”, simili a dei tempietti decorati internamente. Un tipo di tomba più umile e semplice è invece quella “a sarcofago” o “a cassone”, tumuli singoli, non decorati. All’esterno del Parco si trovano altre necropoli più antiche risalenti al periodo villanoviano (IX-VIII sec. a.C.). 👉 Leggi anche: Baratti e Populonia, gli Etruschi amavano il mare La Buca delle Fate Vale davvero la pena addentrarsi nel percorso tra i boschi per raggiungere Buca delle Fate, una bellissima cala vicina: nascosti tra gli alberi, e meno definiti delle tombe della necropoli, si ergono dal suolo molti tumuli. C’è chi sostiene che siano anch’essi resti di quella che fu l’antica città dei morti. La spiaggia di Baratti La spiaggia di Baratti ha alle sue spalle una folta pineta che ogni anno, all’arrivo della primavera, si popola di visitatori. Per gli appassionati di snorkeling e immersioni, Baratti è un vero tesoro tutto da scoprire: molto suggestiva l’enorme ricchezza dal punto di vista faunistico e floreale ma i veri tesori potrebbero anche nascondersi tra le rocce all’estremità del golfo o sotto i fondali sabbiosi che di tanto in tanto restituiscono i resti di quella civiltà così lontana e così presente, come accaduto per la famosa anfora d’argento, trovata 40 anni fa, e oggi custodita nel museo di Piombino. Il porto turistico di Baratti A Baratti c’è anche un piccolo porticciolo turistico. Un tempo, tuttavia, l’attività portuale era molto più importante e redditizia e le dimensioni del porto ben diverse, così come la sua posizione: il mare ha eroso gran parte del golfo, tanto che si presume l’antico porto si trovi sommerso a una cinquantina di metri dalla riva. 👉 Leggi anche: Di Torre in Torre lungo la costa della Val di Cornia Consigli per mangiare? Perla del golfo, La Pergola, I tre etruschi. Consigli per dormire? Torre Baratti, Cascina al Colle, Glamping Poggio rosso, un ottimo campeggio di lusso. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Glamping in Toscana: quando natura e lusso si fondono insieme 👉 Tutti mi dicon Maremma: alla scoperta dell’Alta e la Bassa Maremma 👉 Parchi della Val di Cornia: montagne che profumano di mare La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata © Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/golfo-di-baratti-piombino-toscana/" width="100%" count="on" num="3"]