Il territorio comunale di Castell’Azzara si estende tra le pendici meridionali del Monte Amiata fino alla sponda settentrionale dell’area del Tufo e alla valle del fiume Paglia e, coi suoi 815 mt di altitudine, è il comune più alto di tutta la provincia di Grosseto.

Castell’Azzara, il comune più alto della Maremma grossetana

Il borgo di Castell’Azzara si eleva dai boschi ai piedi del Monte Civitella, la sentinella sud-orientale del Monte Amiata, e pare possa derivare il nome da una partita a dadi (a zara) giocata tra tre fratelli della casata degli Aldobrandeschi di Santa Fiora che lo fondarono nel XIII secolo.

Un’insolita partita a dadi

Le leggende locali narrano, ciascuno dei fratelli desiderava costruire un castello lì dove oggi sorge il Castell’Azzara così, incapaci di decidere a chi spettasse farlo, se lo giocarono d’azzardo, e il vincitore, Bonifacio degli Aldobrandeschi, che lo costruì con tre torri: una in suo onore e le altre in onore dei suoi fratelli.

Dante, nella terzina d’apertura del VI canto del Purgatorio, pare quasi descrivere l’incredulità di chi perse un castello in modo tanto singolare:

Quando si parte il gioco de la Zara
colui che perde sì riman dolente
repetendo le volte, e tristo impara”.

Ancora oggi borgo toscano onora questa leggenda nel suo stemma che mostra tre torri e un dado bianco.

Lo stemma del comune di Castell'Azzara nella Maremma toscana

Storia di Castell’Azzara

Comunque sia giunta tra i possedimenti aldobrandeschi, la zona è stata frequentata sin dal primo millennio a.C., quando da queste parti stazionavano gli Umbri, seguiti poi dagli Etruschi di Sovana che salivano fin quassù per trarre il cinabro da cui ricavare il mercurio.

Dagli Aldobrandeschi al Granducato di Toscana

Le due rocche che difendono il Monte Civitella sono di fondazione aldobrandesca, mentre la prima citazione del borgo è del 1216, quando la sua contea fu divisa in quattro parti. Da sempre nelle mire delle città confinanti di Siena e Orvieto, nel 1297 il paese divenne territorio della famiglia orvietana dei Baschi, per poi ritornare agli Aldobrandeschi fino al 1439, quando passò alla famiglia Sforza grazie al matrimonio tra Cecilia Aldobrandeschi e Bosio Sforza. Castell’Azzara seguì da quel momento il destino della vicina Santa Fiora, finendo poi, nel XVII secolo, annesso al Granducato di Toscana.

Le miniere di mercurio

Come la maggior parte dei comuni montani dell’area, Castell’Azzara viveva grazie alle miniere di mercurio. Quando furono chiuse, il paese scivolò in uno stato di isolamento, per cui gli abitanti degli altri borghi della montagna iniziarono a definire quelli del posto come degli orsi. Di recente, però, Castell’Azzara rifulge di nuova luce grazie ai turisti attratti dalle sue bellezze ambientali e storiche.

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Veduta del Monte Amiata a primavera

Un caratteristico borgo medievale

Il nucleo più antico del paese, con le sue caratteristiche ripide e tortuose viuzze, vale una bella esplorazione a piedi. Il monumento più maestoso di Castell’Azzara è la sua Rocca.

La fortezza, edificata dal leggendario fratello vincente della famiglia Aldobrandeschi, si trova in via Fratelli Bandiera. Oggi somiglia più a un grande palazzo che a una fortezza, mentre alle sue spalle s’innalza una torre dell’orologio del XIX secolo.

Il palazzo del Capitano, in stile neo-gotico, si trova in piazza Vittorio Emanuele, e quasi la copre con la sua ombra. La Chiesa della Maestà – edificata nel XVI secolo – nella vicina piazza Cesare Battisti, è la più bella del borgo.

Dai resti della Rocca Silvana si ammira un bel panorama sull’abitato di Selvena, sui boschi che rivestono i fianchi del Monte Civitella e delle altre alture della zona, nonché sulle varie miniere dismesse: Castell’Azzara è l’unico centro del Monte Amiata che fornisce visite guidate per le miniere.

Rocca Sillena di Castell'Azzara

Una visita nelle miniere di mercurio

Il tour delle miniere di Castell’Azzara prende le mosse da Cornacchino, un villaggio di minatori del XIX secolo, oggi abbandonato, dove si possono osservare le vecchie case e gli uffici dei minatori.

Bisogna sapere che un tempo donne e bambini lavoravano al fianco degli uomini nelle condizioni più difficili, senza macchine o esplosivi, forniti solo di carretti di legno per trascinare le rocce pesanti fuori dalla miniera perché venissero arroventate nel fuoco. Da qui si possono poi visitare le due miniere note collettivamente come la Galleria Ritorta.

Macchinari per l'estrazione del mercurio a Abbadia San Salvatore

Trekking nei dintorni di Castell’Azzara

Castell’Azzara vanta quattro percorsi a piedi ben segnalati, che attraversano il Parco naturale del Monte Penna.

La Grotta del Sassocolato

Il più noto di questi sentieri conduce alla Grotta del Sassocolato (o di Bacheca), un tesoro nazionale che prende il nome dalle incredibili stalattiti e stalagmiti, antiche di migliaia di anni, che si trovano al suo interno.

Utilizzata in passato come ovile, e teatro di importanti esplorazioni speleologiche, la Grotta del Sassocolato è anche l’habitat di più di 2.000 pipistrelli, tanto che nel 1995 è stata chiusa per salvaguardarne la colonia, e oggi può essere visitata (solo in estate, quando il disturbo per gli animali è minore) con l’ausilio del Gruppo Speleologico “L’Orso” di Castell’Azzara.

La Grotta del Sassocolato si trova sul Monte Amiata vicino al borgo di Castell'Azzara

La Villa Sforzesca

Nel territorio di Castell’Azzara si trova anche Villa Sforzesca, un’imponente villa campestre costruita nel 1580 per volontà del cardinale Alessandro Sforza.

L’insieme, recentemente restaurato, conserva portali, stemmi, tracce di fortificazioni e affreschi e si trova nel punto in cui convergono le province di Siena, Grosseto e Viterbo. Intorno il paesaggio è ormai quello inconfondibile delle Crete.

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Uno dei borghi toscani del tartufo

Castell’Azzara è la capitale del tartufo della Maremma toscana. Vi si possono trovare sia il tartufo bianco, più raro e costoso, che la varietà nera, dal prezzo maggiormente accessibile.

I tartufi variano a seconda del periodo dell’anno, ma il momento migliore per provare questa prelibatezza è certamente durante la Festa del Tartufo d’Estate, la terza settimana di luglio.

La Toscana vanta ben 16 DOP e 15 IGP tra i suoi migliori prodotti tipici considerati come vere eccellenze alimentari toscane

Dove mangiare a Castell’Azzara?

Ristorante La Tana del’Orso: piccolo, 24 posti, a conduzione familiare; Osteria le ghiande: tra tradizione e innovazione, esaltato da un giovane talentuoso; Enoteca Pizzeria Bottega Maius: aperitivi, pizza e ristorazione completa.

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Foto Credit: Grotta Sassocolato via WikiMedia | Foto di copertina: via WikiMedia Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

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