Cala dell’Innamorata a Capoliveri è una delle spiagge più belle dell’Elba, una vera perla incastonata nel versante meridionale dell’isola. Dietro il suo nome, così evocativo, si cela una romantica storia d’amore, che continua a vivere ancora oggi.

La leggenda di Cala dell’Innamorata a Capoliveri

«Chi è amato non conosce morte, perché l’amore è immortalità, o meglio, è sostanza divina. Chi ama non conosce morte, perché l’amore fa rinascere la vita nella divinità» (Emily Dickinson)

Anche l’Elba ha il suo Romeo e la sua Giulietta. E anche in questo caso – purtroppo – non c’è un lieto fine. Per raccontarvi la loro commovente storia d’amore, dobbiamo tornare indietro nel tempo, nel lontano 1534…

Cala dell’Innamorata, un rifugio d’amoreLa leggenda di Cala dell'Innamorata narra il tragico amore di Lorenzo e Maria. Ogni 14 luglio a Capoliveri una festa ne rievoca la vicenda

La leggenda di Cala dell’Innamorata (mappa) racconta che Maria e Lorenzo si incontrarono per caso sulla spiaggia che, un tempo, era chiamata Cala de lo Fero, perché vicina alle miniere del Calamita. Lei era una ragazza bellissima, di umili origini. Lui il giovane rampollo di una ricca famiglia elbana. Fu amore a prima vista.

La spiaggia diventa il rifugio segreto dei due innamorati. I pescatori, che su quella riva riparata tiravano in secca le loro barche, li vedevano e, in un certo senso, li proteggevano: l’amore di quei giovani – così spontaneo, innocente e profondo – era una gioia per gli occhi e per il cuore, in tempi in cui la vita si era fatta davvero difficile.

 

Il temibile pirata BarbarossaLa leggenda di Cala dell'Innamorata narra il tragico amore di Lorenzo e Maria. Ogni 14 luglio a Capoliveri una festa ne rievoca la vicenda

All’epoca in cui si svolge la storia della leggenda di Cala dell’Innamorata, infatti, le coste elbane erano regolarmente razziate dai pirati, che, ad ogni incursione, mettevano a ferro e a fuoco i villaggi della costa. I più terribili erano i saraceni, al comando del capitano Khayr al-Din, meglio noto come Barbarossa. Per questo motivo, gli abitanti dell’isola vivevano in uno stato di continua allerta, con l’angoscia di veder spuntare all’orizzonte la temuta bandiera nera, portatrice di morte e distruzione.

Un giorno, Lorenzo chiede a Maria di sposarlo. Sarebbero dovuti fuggire, è vero, forse avrebbero dovuto lasciare l’isola: la sua famiglia avrebbe senz’altro ostacolato il matrimonio con una semplice popolana, forse lo avrebbe rinnegato. Maria non chiedeva altro: accetta, al settimo cielo per la felicità. Si lasciano con un bacio e si danno appuntamento, come sempre, per l’indomani, sulla spiaggia.

 

Cala dell’Innamorata, 14 luglio 1534La leggenda di Cala dell'Innamorata narra il tragico amore di Lorenzo e Maria. Ogni 14 luglio a Capoliveri una festa ne rievoca la vicenda

È il 14 luglio. Lorenzo è seduto sulla sabbia, in trepidante attesa, la mente persa ad immaginare il futuro insieme alla donna amata. Maria sta scendendo lungo il pendio che porta alla spiaggia di Cala dell’Innamorata. È da lassù che nota una scialuppa carica di pirati sbarcare silenziosa e indisturbata dietro alcuni scogli. Lorenzo, preso com’è dai suoi pensieri, non se ne accorge. Maria allora lo chiama a gran voce, cerca disperatamente di avvertirlo del pericolo, di correre per raggiungerlo, ma i pirati ormai gli sono alle spalle e lui se ne rende conto quando, ormai, è troppo tardi per fuggire. Viene fatto prigioniero e portato a bordo della scialuppa.

Maria, dagli scogli, vede la barca prendere il largo. Sente delle urla e vede i pirati scaraventare in mare il corpo di un uomo: da lontano, riconosce il suo Lorenzo. La giovane, presa dalla disperazione, si getta dalla scogliera.

Il mare non restituì mai i corpi dei due innamorati. Soltanto lo scialle di Maria, che restò impigliato su uno scoglio, da allora chiamato Scoglio “della Ciarpa” (per l’appunto, “sciarpa, scialle”).

 

Le origini di una festaLa leggenda di Cala dell'Innamorata narra il tragico amore di Lorenzo e Maria. Ogni 14 luglio a Capoliveri una festa ne rievoca la vicenda

Intorno alla metà del XVII secolo, nella notte del 14 luglio, un nobile spagnolo – tale Don Domingo Cardenas, diseredato dalla famiglia ed esiliato all’isola d’Elba – si trovava a passeggiare sulla spiaggia di Cala dell’Innamorata, all’epoca ancora conosciuta come Cala de lo Fero. Ad un tratto gli sembrò di vedere aggirarsi, in mezzo ad una miriade di bagliori luminosi, una giovane donna che gridava dal dolore. Aveva sentito più volte i pescatori del luogo raccontare la triste storia di Maria e Lorenzo. Pensò che l’anima di Maria si stesse ancora struggendo alla ricerca del corpo del suo amato.

Colpito da questa sua visione, Don Domingo promise che, nella notte di ogni 14 luglio, avrebbe acceso sulla spiaggia migliaia di torce per illuminare il cammino dell’Innamorata e aiutarla a ricongiungersi al suo Lorenzo. Il rito proseguì anche dopo la sua morte, tramandato secolo dopo secolo, arrivando fino ai giorni nostri e trasformandosi in una vera e propria festa: la Festa dell’Innamorata.

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La rievocazione storicaLa leggenda di Cala dell'Innamorata narra il tragico amore di Lorenzo e Maria. Ogni 14 luglio a Capoliveri una festa ne rievoca la vicenda

Oggi, un comitato preposto si occupa di mantenere viva la tradizione legata alla leggenda di Cala dell’Innamorata organizzando ogni estate, nella sera del 14 luglio, una rievocazione storica che attira centinaia di persone, tra figuranti, elbani e turisti. Un corteo storico in costume d’epoca, illuminato dalle fiaccole, sfila per le vie di Capoliveri e arriva sulla spiaggia dell’Innamorata, splendente di mille torce.

Una giovane ragazza del paese interpreta Maria e si getta dallo Scoglio della Ciarpa, lasciandovi impigliato il suo scialle. In mare si radunano le barche degli equipaggi – uno per ognuno dei quattro rioni del paese – che si sfideranno nella “Disfida della Ciarpa”: al segnale, i pescatori prescelti si gettano in acqua per recuperare lo scialle di Maria.

Il vincitore raggiungerà a nuoto la spiaggia, dove consegnerà la “ciarpa” a due nobili consorti. Con esso, il nobiluomo cingerà le spalle della ragazza scelta dal rione vincitore per interpretare la Maria dell’anno successivo. Lei conserverà lo scialle e, secondo la tradizione, troverà l’amore.

Omnia vincit amor, ci verrebbe da dire.

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Silvia Leone
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