4 / 5 – BuyFood Toscana 2023: la masterclass del Consorzio del Pecorino Toscano DOP

Il 50% del Pecorino Toscano DOP è prodotto in Maremma

Il disciplinare è stato depositato al Ministero nel 1985 e riprende la tradizione toscana del “savoir-faire” del formaggio. Il latte e il formaggio pecorino attualmente vengono prodotti per un 50% in provincia di Grosseto, per un 25% in provincia di Siena, e il restante 25% tra Pisa, Livorno, Arezzo, Firenze, ma in genere queste sono realtà molto piccole.

La Maremma è storicamente zona di pascoli: pensiamo al Monte dei Paschi di Siena che, appunto, faceva riferimento all’area maremmana. Ancora oggi l’unico conservante (dal I° secolo d.C.) del pecorino toscano è il sale: circa l’1% in quello a pasta tenera, mentre nello stagionato la percentuale sale al 2%.

Per approfondire: Torna a grande richiesta BuyFood Toscana: il mondo ama il made in Tuscany

La Toscana ha molti formaggi tipici tra cui anche il Pecorino Toscano DOP

L’assaggio dei campioni di Pecorino Toscano DOP fresco e stagionato

Il pecorino toscano è un prodotto “vivo”, con un’esistenza determinata, in cui a un certo punto raggiunge la piena maturità sviluppando profumi e aromi particolari, finché non arriva il periodo di decadenza. Assaggiando questi due formaggi, sia il fresco che lo stagionato, si percepisce subito la dimensione artigianale con cui sono stati creati, la cura e la passione da cui nascono.

Tutto dipende dalla mano del casaro e dall’ambiente fisico perché, oltre ai fermenti, si è scoperto di recente che anche i lieviti entrano negli aromi e nei profumi del formaggio. La bravura del casaro sta nel prendere e utilizzare il latte nei momenti giusti per ottenerlo il più uniforme possibile.

Per approfondire: Pecorino Toscano DOP: tutto il buono della Toscana in una forma di formaggio

Forme di formaggio Pecorini Toscano DOP

I 2 attuali obiettivi del Consorzio

Il primo obiettivo del Consorzio è avere un futuro. Sono diminuiti gli allevatori, la loro età media è di 65 anni, e le prospettive attualmente non appaiono rosee. Per cui si cerca di riattrarre i giovani verso questo bel mestiere.

Il secondo obiettivo è – dal momento che il 98% degli allevamenti nel mondo sono di vacche, e solo il restante 2% di pecore, capre, eccetera – far sì che l’industria torni a investire in questo settore per migliorare le performance e ottimizzare i costi e i benefici.

Scopri all’ultima pagina la lezione del Consorzio della Mortadella di Prato IGP

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