8 Agosto 2014 2021-03-22T12:09:15+01:00 Antico Setificio Fiorentino: la fabbrica dei sogni TuscanyPeople Marco Gemelli Share: Alle porte di San Frediano esiste un mondo magico, una fabbrica dei sogni sconosciuta anche a molti di coloro che vivono a Firenze: è l’Antico Setificio Fiorentino, dove dal 1786 nascono alcuni dei tessuti più apprezzati del mondo. Antico Setificio Fiorentino: la fabbrica dei sogni Èun autentico gioiello che sorge in riva all’Arno, sconosciuto ai più; è la Storia stessa del made in Tuscany che parla di bellezza ed eleganza al mondo intero ed ha tutte le carte in tavola per rappresentare Firenze al pari di una chiesa o di un monumento: è l’Antico Setificio Fiorentino, una “fabbrica dei sogni” dove telai, tessuti e macchinari non marginalizzano l’uomo, ma anzi ne esaltano la maestria artigiana: per rendersi conto di cosa rappresenti non bastano le parole e anche le immagini sono appena sufficienti. Intrecci di seta nel cuore di San Frediano E’ l’atmosfera, che fa la differenza: varcare la soglia dell’Antico Setificio Fiorentino (mappa) significa venire trasportati in un tempo lontano, fatto di precisione e ritualità, in cui i tempi sono scanditi dal rumore delle mani e dei piedi che si muovono sul telaio con decisione e delicatezza al tempo stesso, andando lentamente a comporre un disegno. “Vedere le maestranze all’opera – conferma Niccolò Ricci, amministratore delegato del gruppo Stefano Ricci, che possiede l’ASF – è un po’ come veder suonare un pianoforte. Mani e piedi si alternano sul telaio, una struttura che dopo duecento anni continua a funzionare grazie a una manodopera altamente specializzata”. L’arte del telaio Un’esperienza, quella del telaio, che finora in pochi hanno potuto vedere dal vivo. “Abbiamo pensato – racconta ancora l’ad di Stefano Ricci – a un progetto che consente di far venire qui all’Antico Setificio Fiorentino scolaresche e gruppi turistici con cadenza mensile, senza interferire con la produzione. In fondo, rientra a pieno nella mission di recuperare e condividere quel patrimonio di manualità senza pari che l’Antico Setificio Fiorentino rappresenta”. Una nuova vita Infatti è solo da pochi anni che l’Antico Setificio Fiorentino è tornato a brillare dopo un passato glorioso e qualche momento di oblio, durato fino al 2010, per la precisione, quando, in un pomeriggio di maggio, intorno a un tavolo si sono trovati due giganti del made in Florence. La loro trattativa non è partita su basi meramente economiche, anzi, se al primo posto fossero state poste questioni di carattere monetario probabilmente l’affare non sarebbe andato in porto e non poteva essere altrimenti, dal momento che sul piatto c’era molto di più di un’acquisizione societaria. Da un lato la famiglia Pucci (quella di Emilio e Laudomia, per intendersi) proprietaria dell’Antico Setificio Fiorentino, e dall’altro la famiglia Ricci (quella di Stefano, lo stilista che ha rivoluzionato il lusso) titolare di un gruppo di abbigliamento al top della sua categoria, al centro, per entrambi, la volontà di non far disperdere l’eredità tecnica e il patrimonio di conoscenze di una struttura unica al mondo. Ed è così che dal 2010 la “fabbrica dei sogni” di San Frediano, dove dal 1786 si realizzano sete e tessuti destinati ad arredare castelli e palazzi in tutto il mondo, vive un nuovo capitolo della sua pur lunga storia. Dopo essere stato per numerosi anni di proprietà della famiglia Pucci, infatti, l’Antico Setificio Fiorentino è entrato a far parte della “Stefano Ricci”, azienda di famiglia dello stilista che per primo partì alla conquista dei mercati asiatici, riuscendo a far innamorare della sua seta persino chi la seta l’aveva scoperta due millenni fa. 👉 Leggi anche: Arte della seta fiorentina, il fil rouge dai Guelfi ai nostri giorni Questione di cuore Come detto, gli affari tout court c’entrano solo marginalmente: il passaggio di consegne è stato più che altro una questione di cuore, lo testimonia soprattutto lo spirito con cui le parti si sono avvicinate alla compravendita, guidata in porto dai figli dello stilista, l’AD Niccolò e il Presidente Filippo. In quanto a lei, la marchesa Cristina Pucci – vedova di Emilio, pioniere della moda italiana e protagonista della prima sfilata di moda tenutasi in Italia – ha accettato di vendere i preziosi telai soltanto dopo essersi assicurata che sarebbero andati a finire in buone mani, nella disponibilità cioè di chi è consapevole di cosa questi strumenti rappresentano per la storia artigiana della città. E così oggi l‘Antico Setificio Fiorentino è uno degli ultimi laboratori in grado di produrre seta in maniera artigianale, basti pensare che tra i suoi telai, manuali e semi meccanici, ma sempre del XVIII secolo, ce n’è anche uno disegnato da Leonardo Da Vinci. 👉 Leggi anche: Leonardo e il vino: l’ebbra passione del più grande genio di tutti i tempi Se è vero che a Firenze la seta tessuta ha raggiunto il suo picco durante l’epoca dei Medici (con le strade drappeggiate di arazzi per accogliere il Granduca Cosimo e il commercio in mano a famiglie come Pucci, Bartolozzi, Corsini, Agresti, Della Gherardesca), col passare dei secoli la struttura è stata anche sostenuta dal Granduca Pietro Leopoldo di Lorena, con la donazione di due telai. L’Antico Setificio Fiorentino oggi Oggi l’Antico Setificio Fiorentino è l’erede di quella grande tradizione di arte rinascimentale tessile. A metà degli anni Cinquanta, l’Antico Setificio Fiorentino rifiorì grazie all’acquisizione dal marchese Emilio Pucci, che ha permesso all’azienda di produrre tessuti per arredare le residenze signorili della nobiltà italiana ed internazionale: il “mulino da seta” è andato così a decorare e ripristinare le più belle e prestigiose case e musei di tutta Europa, dalla Tribuna della Galleria degli Uffizi alle tende di Palazzo Madama a Roma, fino agli arredi del Palazzo del Cremlino a Mosca. In tempi più recenti, il lancio della linea di casa Royal Suite Collezione di Stefano Ricci ha portato il lavoro dell’Antico Setificio Fiorentino all’attenzione di una nuova élite internazionale. 📍 PER APPROFONDIRE: 👉 Arte della seta Lisio, una storia archeo-futurista 👉 Shen Qibin: il senso del tempo e il tempo che c’è 👉 Tra Arte e Moda: nostalgia del futuro e dei tessuti d’artista La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! 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