3 / 6 – Uomo e ambiente che convivono insieme in armonia

Il logo di Caiarossa: Fufluns, il Bacco etrusco

Il logo dell’azienda – ci spiega Roberta – è un’antica testa di argilla di origine etrusca (IV secolo a.c.) raffigurante il Dio Dioniso, rinvenuta nei pressi di Volterra, di proprietà della famiglia Albada Jelgersma già prima dell’acquisto dell’azienda. Dio della vegetazione e del vino, il Dioniso etrusco, Fufluns, era in particolar modo legato alla linfa vitale primogenita del cosmo e alla liberazione dei sensi, ed è anche la rappresentazione perfetta di ciò che Caiarossa desidera trasmettere attraverso i suoi vini.

La gialla cantina aperta, strutturata su 3 piani col metodo a caduta

Facciamo il nostro ingresso nella cantina dipinta di giallo – colore luminoso, riposante, accogliente –, e strutturata su quattro livelli. Ora siamo sotto terra, ma sopra di noi non c’è il pavimento, solo un ampio tetto di legno lamellare, altro materiale naturale che favorisce l’interazione armoniosa tra uomo e natura. È una cantina tutta aperta: se ne vedono, sia dall’alto che dal basso, i vari piani atti al conferimento delle uve e alla vinificazione a caduta, metodo ancestrale che permette di non stressare i chicchi con la dinamica delle pompe meccaniche. In altre parole, dopo la selezione manuale e la diraspatura, gli acini vanno a riempire direttamente le vasche in cemento e legno – dove vinificano separatamente, e a temperatura controllata, le 47 parcelle che andranno a comporre i blend dei loro vini -, che si trovano ai piani inferiori, sfruttando soltanto la forza di gravità. Per loro si tratta anche di un modo naturale per dare seguito al metodo biodinamico usato in vigna, unendolo a quello biologico certificato in cantina.

Per approfondire: I principali pittori che hanno raffigurato paesaggi toscani

La cantina di Caiarossa con le sue botti di vino

Il Tresoro di Riparbella e l’affascinante anfora di cocciopesto

Grandi finestroni sui lati della cantina danno luce da est e da ovest. Sotto la parete a ovest, in una gigantesca anfora di cocciopesto – amalgama antica particolarmente legata al territorio – sta fermentando il loro cabernet sauvignon della Tenuta di Noccolino, che rientra nel progetto “Tresoro di Riparbella”, portato avanti insieme ad altre due famose aziende dell’area, Due Mani e Prima Pietra, per un vino che è un ensamble di vinificazione di tre vitigni classici, cabernet sauvignon, cabernet franc e merlot, derivati da 3 aziende diverse.

La suggestiva barriccaia di Caiarossa? Scoprila a pagina 4

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/caiarossa-architetta-in-cantina-riparbella/" width="100%" count="on" num="3"]