Un suggestivo tour tra alcune delle più belle chiesette di campagna in Toscana: 7 tappe da non perdere

1 / 4 – Chiesette di campagna in Toscana: piccoli tesori perduti nel tempo

Di cosa parliamo in questo articolo:

  • Chi ha detto che le chiese di città sono più belle?
  • Chiesa di Santa Reparata o Badia del Borgo, a Marradi
  • Pieve di San Leolino, a Panzano in Chianti
  • Pieve di Ponte allo Spino, a Sovicille
  • La pieve di Santo Stefano di Sorano, a Filattiera
  • La Cappella della Madonna di Vitaleta
  • Pieve di Molli, sulla Montagnola Senese
  • La Chiesa della Madonna del Castagno, ad Abbadia San Salvatore

Chi ha detto che le chiese di città sono più belle?

La Toscana è letteralmente ricolma di duomi, cattedrali, basiliche, abbazie, conventi, monasteri e chiese di ogni epoca e stile architettonico. La sola Lucca è chiamata “la città delle cento chiese”. Gli edifici di culto sono sparsi ovunque, nelle città, nei borghi, in cima ai monti, in collina o a valle, e ognuno di essi racconta una sua storia sacra. Ce ne sono alcuni famosissimi in tutto il mondo per la sublime struttura che li connota e le opere d’arte che conservano all’interno, mentre altri sono meno noti nonostante valgano senz’altro una visita. Tra questi anche alcune chiese di campagna, o pievi, magari lontane dai circuiti turistici più affollati, e per ciò ancora più suggestive, ancora più chicche per intenditori.

Noi ne abbiamo selezionate 7 tra le più interessanti. Seguiteci dunque nel nostro viaggio tra le chiesette di campagna da non perdere.

Vista sul borgo toscano di Marradi, in Alto Mugello sull'Appennino tosco-romagnolo

Chiesa di Santa Reparata o Badia del Borgo, a Marradi

Tra le splendide e antiche abbazie marradesi c’è la Badia di Santa Reparata, conosciuta  anche come “Badia del Borgo”. La chiesa nacque nell’XI secolo, quasi in contemporanea con gli altri monasteri di S. Maria a Crespino, di S. Giovani di Acerreta e di S. Barnaba di Gamogna, testimoniando la forte spinta religiosa che caratterizzava il periodo.

Le ricerche storiche documentano la fondazione del monastero e della relativa chiesa a cura dei Conti Guidi che donarono il monastero a San Giovanni Gualberto nel 1070. Il monastero divenne poi abbazia vallombrosana nel 1112.

Il complesso monastico di cui fa parte la chiesa si trova lungo la strada che percorre la valle del Rio Salto. La prima cosa che si nota è il campanile, ancora in forme romaniche. La chiesa ha poi assunto stilemi rinascimentali e barocchi grazie ai vari rifacimenti avvenuti nei secoli.
La facciata è sormontata da un frontone sorretto da lesene. Il portale e la finestra che vi si trova sopra sono in stile rinascimentale.
La pianta è a croce latina, con un’unica navata e un coro quadrangolare. L’interno della chiesa è in un barocco sobrio; il ritmo delle pareti laterali della navata è scandito da tre archi ciechi sorretti da lesene o mezze colonne con capitelli ionici.

Una è a Panzano in Chianti, un’altra a Sovicille: scoprile a pagina 2

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