Un viaggio tra le principali botteghe storiche di Firenze che grazie alle loro produzioni di eccellenza hanno attraversato i secoli fino ad arrivare ai giorni nostri.

Botteghe storiche di Firenze, eccellenza che attraversa i secoli

Se c’è un aspetto che connota Firenze quasi quanto i monumenti e l’arte, davvero infinita, sono le sue botteghe. Da sempre il capoluogo toscano, che da troppi è visto un po’ superficialmente come un’altera città museo, quasi intoccabile, vive una vita intensa, appassionata, che passa dai suoi molti locali, dai suoi quartieri bohemién ma soprattutto dalle sue botteghe, anima popolare e imprenditoriale della città.

Mani di un artigiano che sceglie la pelle per le scarpe

Botteghe storiche di Firenze: dal Medioevo ai giorni nostri

È qui che nell’Alto Medioevo sono nate le corporazioni di arti e mestieri, vere e proprie associazioni di categoria ante litteram, che coi loro statuti all’avanguardia e la loro incessante opera hanno attratto in città ingenti capitali, spingendo la moneta locale, il fiorino, fin sul tetto d’Europa, e consentendo, attraverso il mecenatismo delle grandi famiglie fiorentine, di foraggiare tutto quell’immenso ingegno che ha reso la città celebre nel mondo. In altre parole, se Firenze è un incredibile scrigno di tesori della creatività umana lo dobbiamo alle sue industriose, originalissime, botteghe, non il contrario.

Al giorno d’oggi, di tutta la ricchezza artigianale che rendeva Firenze quasi unica nel panorama medioevale europeo, è rimasta solo una parte, ma non affatto irrilevante; al contrario, le botteghe fiorentine caratterizzano ancora il tessuto cittadino, colorandolo di tradizione e di un estro che nei secoli non si è mai perso.

E allora vediamo di portare alla luce alcune delle grandi botteghe storiche di Firenze che ancora donano lustro all’intero comune.

Botteghe chiuse al mattino su Ponte Vecchio con vista sulla Cupola del Brunelleschi

Officina di Santa Maria Novella, la farmacia più antica d’Europa

Sicuramente uno dei posti d’onore lo merita l’Officina profumo-farmaceutica di Santa Maria Novella, o Farmacia di Santa Maria Novella, o ancora Antica Spezieria di Santa Maria Novella, in via della Scala 16, facente parte del complesso conventuale di Santa Maria Novella. Essendo attiva senza soluzione di continuità da oltre 4 secoli, oggi è ritenuta la farmacia storica più antica d’Europa, nonché uno degli esercizi commerciali più antichi in assoluto. Per questo, nel 2012, le è stata addirittura dedicata un’emissione filatelica italiana.

Già nel 1381 i domenicani di Santa Maria Novella vendevano l’acqua di rose come disinfettante che andava a ruba soprattutto nei periodi di epidemie. I frati (i semplici, da cui deriva il nome del giardino omonimo) coltivavano le piante medicamentose in un orto attiguo, preparavano essenze, elisir, pomate, balsami, distillavano erbe e fiori.

L’attuale profumeria risale al 1612, quando ancora svolgeva anche l’attività di spezieria. Rinomata in tutta Europa, nel 1659 ricevette dal granduca Ferdinando II de’ Medici il titolo di Fonderia di Sua Altezza Reale. Nel XVIII secolo i suoi prodotti arrivavano fin nelle Indie e in Cina.
Nonostante le soppressioni ottocentesche del convento, la farmacia rimase viva grazie a fra’ Damiano Beni. Nel 1866 divenne di proprietà comunale, e fu presa in affitto dal nipote Cesare Augusto Stefani, i cui eredi gestiscono ancora oggi l’attività.

L’Officina di Santa Maria Novella oggi

Attualmente la profumeria/erboristeria (non più farmacia) si trova in un vero e proprio ambiente monumentale, con decorazioni e arredi antichi, risalenti a varie epoche. In aggiunta conserva una pregevole collezione di materiale scientifico: tra cui termometri, mortai, bilance, misurini, oltre a pregiati vasi da farmacia dal Seicento al Novecento. Molte essenze e profumi sono ancora realizzati con formule studiate nel Rinascimento per Caterina de’ Medici.

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Interno dell'antica Officina Santa Maria Novella a Firenze, la più antica farmacia d'Europa

L’Antico Setificio Fiorentino e il telaio di Leonardo

Tra le botteghe storiche di Firenze, alle porte di San Frediano, troviamo l’Antico Setificio Fiorentino, che produce i suoi capolavori utilizzando telai originali del XVIII secolo. Fu fondato nel 1786 da alcune famiglie nobili fiorentine, e successivamente sostenuto dal granduca Pietro Leopoldo di Lorena. È l’erede di una grande tradizione d’arte tessile e di storia rinascimentale – grazie anche alla famosa macchina per ordire creata su un progetto di Leonardo da Vinci -, oltre che uno degli ultimi laboratori rimasti al mondo per la produzione della seta.

A metà degli Anni Cinquanta, ecco l’acquisizione da parte del marchese Emilio Pucci e di altre famiglie fondatrici della maggioranza azionaria. Questo ha permesso alla società di produrre tessuti per arredare le case signorili della nobiltà italiana e internazionale e i musei più belli e prestigiosi d’Europa. Nel 2010 è stato poi Stefano Ricci ad acquisire la manifattura assicurandone la continuazione sotto una direzione fiorentina. Il suo lancio ha portato l’opera dell’Antico Setificio Fiorentino all’attenzione di un’élite internazionale favorendo un rinnovo dell’interesse per la storica bottega fiorentina che di recente ha conquistato il mondo della moda e della nautica.

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Telaio con fili di seta rossa nell'Antico Setificio Fiorentino in San Frediano a Firenze

Richard Ginori, l’oro bianco di Firenze

Un’altra bottega che vanta origini antiche è quella di Carlo Ginori. Il marchese, interessato alla nuova produzione occidentale dell’oro bianco, nel 1735 fonda un’impresa di porcellane a Sesto Fiorentino. Nasce così il celebre motivo “a stoia”, ancora oggi un lustro della collezione.

Nei primi decenni dell’Ottocento le nuove sperimentazioni tecnologiche e l’utilizzo dell’oro vanno a raffinare soluzioni decorative in linea con la ricerca del lusso tipica del gusto dell’epoca. Nel 1896 viene fondata la Società Ceramica Richard Ginori che, nel corso degli anni, evolve con gli stili di ogni epoca. Il 2013 è il momento della rinascita di questa bottega storica fiorentina: la Ginori viene acquisita dal Gruppo Gucci, il Made in Italy che coniuga artigianalità e creatività.

mani di un'artigiana nella Manifattura Richard Ginori

Pineider, bottega storica fiorentina in Piazza della Signoria

Nel 1774 Francesco Pineider apre il suo primo negozio di cartoleria di lusso nel cuore di Firenze, in Piazza della Signoria, proponendo carte francesi e olandesi personalizzate con maestria dagli artigiani locali. Ben presto il negozio viene conosciuto per l’unicità dei suoi prodotti, e in breve Pineider diventa il cartolaio di riferimento per la borghesia europea. Alla fine del XVIII secolo, introduce sul mercato lussuosi accessori di pelletteria e per la scrivania, mentre, nel 1884, aggiunge il materiale da scrittura.

La Casa Savoia, i capi dell’amministrazione pubblica, le ambasciate, diventano clienti del negozio di Piazza della Signoria. Nel 1867 Pineider apre un secondo negozio in Via Tornabuoni. Cinque anni dopo, i Savoia lo spingono ad aprire un negozio a Roma, nuova capitale del Regno, per servire la corte e la Pubblica Amministrazione: Pineider diventa un marchio famoso in tutto il mondo. Nel 2001 e nel 2009 il Governo Italiano lo sceglie tra i fornitori ufficiali del G8 per rappresentare l’artigianalità del nostro Paese. I prodotti selezionati sono offerti ai partecipanti in rappresentanza dell’Italia.

Carta e penna della storica bottega fiorentina Pineider

Argenteria Pampaloni: argento e ristorante gourmet

Altra pietra miliare tra le botteghe storiche di Firenze è l’argenteria Pampaloni, fondata nel 1902, e attualmente guidata da Gianfranco e Francesco Pampaloni. Le loro creazioni originali fanno il giro del mondo, e ridonano lustro all’argento.

Il ristorante di giorno è la sala mensa degli operai che la sera si trasformano nei camerieri del ristorante gourmet, con stoviglie di pregio, candelabri d’argento, elementi pop e dissacranti, come falce e martello in bella mostra o luminarie con neon colorati.

Contenitore di terracotta con dentro argento pronto per essere fuso

Botteghe storiche di Firenze: Stefano Bemer e la perfetta scarpa italiana

Un nome altisonante è Stefano Bemer, che fonda la sua azienda nel 1983 col preciso obiettivo di creare la perfetta scarpa italiana. Ha imparato da solo, dapprima riparando calzature, poi frequentando corsi e laboratori, infine acquisendo grande tecnica. Grazie al suo impegno, oggi il marchio rispecchia i più alti standard di eleganza e qualità, ed è sinonimo di stile e raffinatezza.

Scomparso nel 2012, la sua eredità è passata nelle mani di Tommaso Melani che, col sostegno dell’azienda di famiglia, la Scuola del Cuoio, ha assunto la guida dell’azienda. Il suo obiettivo è potenziare la capacità di produzione del servizio su misura, e creare un programma per formare la prossima generazione di artigiani.

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Modelli di scarpe di personaggi famosi nella storica bottega fiorentina di Stefano Bemer

È con quest’ultimo sguardo al futuro che chiudiamo l’articolo sulle botteghe storiche di Firenze e ci rivolgiamo a te, assiduo lettore di TuscanyPeople. Ti ringraziamo per la tua intensa interazione, per i like che ci metti e i post che ci invii. Il nostro vero oro sei tu.

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Foto 3 ©OfficinaProfumoFarmaceuticaSantaMariaNovella | Foto 5 ©EgonIpse | Foto 6 ©RichardGinori | Foto 7 ©Pineider | Foto 9 ©StefanoBemer
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