3 / 4 – Cantine in Val d’Orcia: degustazioni di vino tra Sant’Antimo e le Crete Senesi

Tenuta di Argiano a Sant’Antimo

Torniamo adesso nel territorio di Montalcino per un’altra cantina splendida che sposa sapientemente ruralità ed eleganza tipiche toscane. Non distante dall’incantevole Abbazia di Sant’Antimo, seguendo un lungo viale di cipressi secolari, si arriva alla magnifica Tenuta di Argiano, cantina dal 1580. Calata in una dimensione fuori dal tempo, nell’arco dei secoli è stata dimora di alcune delle più note famiglie nobili di origine senese.

Famosa per i suoi vini pregiati, ha partecipato come azienda fondatrice alla nascita del Consorzio del Brunello di Montalcino. Luogo fittamente intrecciato con la storia del territorio, è dominato da Villa Bell’Aria, secondo alcuni il più bel palazzo della provincia di Siena. Non mancate di visitare la cantina storica, tutta in verticale e ricavata da una vecchia cisterna, un esempio affascinante di recupero architettonico. Rosso di Montalcio, Brunello di Montalcino, anche Riserva, ma non solo: assicuratevi di assaggiare anche il Supertuscan del grande enologo Tachis per Argiano, Solengo. Ottimi anche la grappa e l’olio extra vergine di oliva.

Per approfondire: Giacomo Tachis: l’uomo che rivoluzionò la Toscana del vino

Bottiglia di vino su botte di vino davanti a vigne in Val d'Orcia

Cantina Aurea di Podere Le Ripi

La prossima cantina dove vi consigliamo vivamente di prenotare una visita con degustazione a seguire è la Cantina Aurea del Podere le Ripi. Siamo ancora nella giurisdizione del Brunello come Docg di fronte a un progetto all’avanguardia fortemente voluto da Francesco Illy, che nelle Crete Senesi ha fatto sorgere un’opera di bioarchietttura unica, dove la pianta della struttura principale è circolare. Ispirato al Pantheon romano, è stata creata usando 750mila mattoni posati a mano, uno a uno, proprio come usava nell’antichità.

Altra peculiarità della Tenuta è il vigneto Bonsai, nato da una folle idea di Francesco: spingere la densità del vigneto all’estremo, a 62.500 viti per ettaro, per costringere le radici ad attraversare strati geologici in un arco di tempo più breve, sfruttando la competizione radicale, per avere della radici più profonde. Vigneto unico al mondo, ha permesso di anticipare di anni la prima raccolta dalle viti appena impiantate. L’azienda si ispira ai precetti della biodinamica per quanto riguarda le pratiche in vigna, mentre in cantina l’approccio è sempre più tendente alla produzione di vini naturali.

E l’ultima cantina in Val d’Orcia per indimenticabili degustazioni, dove si trova? Vai all’ultima pagina

Informazioni sull'autore

Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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