18 Settembre 2018 2018-09-18T17:34:19+02:00 Vittorio Guidi racconta suo padre Ugo, grande scultore toscano TuscanyPeople Stefania Bacchini Share: Il Museo Ugo Guidi di Forte dei Marmi in collaborazione con il Comitato Archivio Artistico Documentario Gierut ospita dal 2 al 21 settembre la mostra “Nel Segno di Michelangelo” con la partecipazione di 50 artisti nazionali ed internazionali che hanno creato opere con l’intento di omaggiare i 500 anni della venuta di Michelangelo in Versilia. Per l’occasione sarà esposto al Museo la copia del calco del volto della Madonna, appartenente alla Pietà di Michelangelo esposta in Vaticano. Ugo Guidi raccontato dal figlio Vittorio Lo scultore fortemarmino Ugo Guidi ci regala oggi opere dal valore inestimabile. Le immagini sacre trovate nei cassetti materni sono i primi soggetti di un lavoro grafico quotidiano che non abbandonerà più. Ne parliamo con il figlio Vittorio che incontro nella sua casa a Vittoria Apuana, proprio nel luogo di lavoro dello scultore, che non era un atelier o un polveroso laboratorio come se ne vedono tanti a valle delle Apuane, ma il giardino, perché era proprio lì che prendevano vita le sue sculture, fra fichi, platani, pini e pioppi. In questo giardino Ugo Guidi faceva nascere le sue opere. Come nasce per suo padre la passione per l’arte? “Nasce da una malattia, era del 1912, all’età di 6 anni rimane orfano di padre che muore nella Grande Guerra. Aveva un fisico debole, aveva una pleurite che costringeva sua madre a tenerlo il più possibile fermo e che non sudasse. Così stava a letto e mia nonna gli dava dei colori in modo che dipingesse. Questa passione giovanile lo porta a proseguire la vena artistica, fa sì che frequenti lo Stagio Stagi di Pietrasanta, poi l’Accademia di Belle Arti di Carrara dove ottiene il premio Dervillé, presentando un’ opera in terracotta “San Giovannino” realizzato in marmo nel 1937, oggi nella collezione dell’Accademia. Lo nota tra i suoi studenti Arturo Dazzi e lo vuole nel 1948 come suo assistente. Rimane in Accademia come insegnante di scultura fino al 1976, diventando il vero punto di riferimento della disciplina in tutto quel periodo. C’è comunque un’evoluzione, gli allievi di mio padre oggi sono i docenti, c’è un filo conduttore che ha un riverbero anche nella produzione artistica attuale.” Ugo Guidi lavora instancabilmente qualsiasi materiale, ma soprattutto la locale pietra di Porta, un tufo, dura materia utilizzata nell’edilizia, che caratterizzerà tutta la produzione scultorea dal 1950 al 1965. Perché questa scelta? Lui nasce nel marmo, le prime opere giovanili sono fatte con marmi e pietre, ma successivamente trova più calore e colore in questa pietra locale che veniva usata come pietra ornamentale nelle costruzioni. Non ha i valori di pietra nobile come il marmo ma è fonte di ispirazione. Insegnando a Carrara ed essendo versiliese di nascita è chiaro che il marmo è la sua materia quotidiana a cui non può rinunciare, infatti rientrerà prepotentemente nella sua ricerca artistica dalla fine degli Anni ’60 come omaggio al marmo, realizzato sia nella scultura di terracotta che nel disegno. In estate lavora l’argilla e disegna mentre in inverno scolpisce, ed ogni opera è il lungo e faticoso frutto dello sbozzatore, del tecnico, del poeta, del ricercatore che vivono nella sua persona. Un artista completo. Scolpire esige tempi lunghi, c’è il rischio di perdere l’emozioni del momento, così preferisce utilizzare materiali molli come la creta, che poi trasforma in terracotta, gesso, cemento, cera. In genere gli artisti eseguono un disegno preparatorio, lui non lo fa mai, disegna o scolpisce direttamente in forza dell’idea da realizzare e disegno e scultura interagiscono vicendevolmente senza avere la preminenza dell’uno sull’altro. Ugo Guidi vive nella tranquillità di Forte dei Marmi, dove il sole, il mare, la collina e la montagna vivono in una simbiosi ottimale, uniti e influenzati da una luce apprezzata ed amata da molti artisti. Che cosa significava per lui essere toscano? É fondamentale perché era molto legato alla Toscana. La prima mostra l’ha fatta quando aveva 44 anni alla Strozzina di Firenze, che è sempre stata punto di riferimento di tutte le esposizioni successive, sentendosi sempre toscano in tutte le sue espressioni artistiche. Poi si è legato alla Galleria L’Indiano, sempre a Firenze, dove esponeva tutte le opere che mostrava in anteprima. A Firenze scelse anche sull’Arno uno studio d’arte, dove poi l’alluvione del 1966 distrusse tutte le sue sculture che non erano ancora state cotte e che ritornano così come argilla in Arno. Di queste opere abbiamo solo delle immagini fotografiche. A quale artista si ispirava? Recentemente ci hanno regalato un suo quaderno che aveva utilizzato come esame preparatorio per l’insegnamento quando stava per completare gli studi in Accademia. Da lì si può capire tutta la profonda conoscenza che mio padre Ugo Guidi avesse per la storia dell’arte. Lui si è ispirato all’arte primitiva, all’arte toscana, al rinascimento, al romanico toscano, alle statue stele, alla Toscana in tutta la sua generalità, in primis era innamorato di Tino di Camaino. Che cosa amava rappresentare? Sono molti i soggetti che lo hanno ispirato, gli animali, soprattutto i cavalli, la maternità, dalla donna incinta a quella con il bambino, il mare, lo sport. Il suo percorso artistico spazia in una copiosa produzione in cui, Ugo Guidi mantiene costante il grande amore che manifesta per l’universo femminile. Un mondo, quello della donna, che Ugo Guidi affronta con delicatezza e sensibilità poetica, dove la femminilità viene esaltata senza mai trascendere, soprattutto nei disegni, il cui tratto morbido e continuo accentua la dolcezza delle curve. Ella, è spesso colta nell’intimo e vezzoso atto della cura del proprio aspetto, al mattino, al risveglio, mentre si pettina, si guarda allo specchio. Fugaci momenti di frivolezza che intenerivano e commuovevano l’animo sensibile dell’artista, che vedeva, in tale civettuola gestualità, l’essenza di un’antica, delicata e sensuale femminilità, suscitandogli il desiderio di fermare questi attimi in una “poetica modellata”. La sua ricerca si avvicina anche alle figure totemiche che hanno un significato simbolico legato alla rivisitazione della più antica civiltà, i Totem, e il messaggio “storico” proposto da Ugo Guidi è, in chiave astratta, legato al momento artistico e stilistico che l’artista stava affrontando. La ricerca condotta sulla forma totemica, quale massa su cui incidere, disegnare, lo condurrà ad un’interpretazione della materia stessa, quale massa marmorea, che, compatta, si stacca dalla cava per dare vita a realtà uniche. Nascono così opere rappresentanti blocchi di marmo sui quali sono incise figure stilizzate, ma anche i piani delle cave. Tra le sue opere più importanti c’è il “Portiere”. “Sì, lo sport è sempre stato uno dei temi preferiti da mio padre (in gioventù giocava come portiere in una squadra di calcio, e in più fu sempre tifoso del Bologna): nel 1969 gli venne commissionato un monumento da collocare all’ingresso dello stadio di Forte dei Marmi, e realizzò il “Portiere” in travertino, una delle sue opere più famose. L’anno seguente ricevette un’ulteriore importante commissione a tema sportivo da parte di Artemio Franchi, che in quel periodo ricopriva l’incarico di presidente della FIGC e presidente UEFA e che era diventato qualche tempo prima amico di mio padre. Franchi gli commissionò un monumento da collocare nel Centro Tecnico Federale della FIGC a Coverciano a Firenze: dopo aver preso visione di alcuni bozzetti realizzati dall’artista, Franchi scelse quello che diventò poi il monumento “Calciatori“, realizzato nel 1974 e tuttora conservato a Coverciano, sede della nazionale di calcio.” D’estate non scolpiva per non disturbare i villeggianti, per un rispetto di fondo, preferiva solo disegnare e modellare la creta, scolpiva in autunno, inverno e primavera. Sì, è così. Questa casa era un luogo d’incontro tra poeti, letterati, pittori, scultori e critici tra i più importanti del ‘900. Ardengo Soffici, il quale presentò alcune sue esposizioni, Achille Funi, che fu uno dei suoi amici più cari, Alfonso Gatto, che fu anche presente alla prima mostra del 1956, Ernesto Treccani, Mino Maccari, Carlo Carrà, Antonio Bueno, Raffaele e Magda De Grada, Giuseppe Migneco, Raffaele Carrieri, Arturo Puliti e molti altri. Scomparso nel 1977, prima mia madre poi i figli, io, Vittorio e mio fratello, abbiamo conservato questo atelier, mostrandolo solo ai pochi amanti dell’arte che conoscevamo; questo fino al 2005, quando la Regione Toscana ci ha chiesto di partecipare ad Amico Museo – Case della Memoria così che Regione Toscana, Toscana Musei, Province di Lucca e Massa Carrara e Comune di Forte dei Marmi si fanno promotrici dell’apertura della casa-atelier di Ugo Guidi a Forte dei Marmi (mappa), che ha aperto per la prima volta al pubblico dal 23 aprile all’8 maggio 2018, riscuotendo un notevole successo ed un elevato numero di visitatori. A seguito di tale riconoscimento Provincia di Lucca , Azienda Promozione Turismo della Versilia, Azienda Promozione Turismo di Massa-Carrara inseriscono la casa-atelier nell’elenco dei musei sempre visitabili su prenotazione. La Casa Museo Ugo Guidi Oggi la casa atelier Ugo Guidi rappresenta un pezzo di storia dell’arte della Toscana del Contemporaneo avendo realizzato al suo interno mostre con giovani artisti, con allievi delle Accademie, mostre retrospettive e a tema superando le 140 esposizioni. Il MUG ha esteso un gran numero di collaborazioni con Istituzioni, Fondazioni, MIBACT, Accademie e Università in Italia e all’estero, inoltre viene richiesto il patrocinio del Museo per esposizioni nazionali e internazionali. Nel segno di Michelangelo La mostra ‘Nel segno di Michelangelo’ è visitabile dal 3 al 21 settembre 2018 su appuntamento al (+393483020538) o [email protected] mentre al Logos Hotel – via Mazzini 153 – dove è esposta una parte delle opere, tutti i giorni dalle 10 alle 23. E’ a disposizione il volume di Lodovico Gierut e Marilena Cheli Tomei “Nel segno di Michelangelo. Attualità di un Genio”. La mostra è inserita nella brochure ufficiale degli eventi estivi del Comune di Forte dei Marmi e di Forte Magazine. Per approfondimenti: ugoguidi.it Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Scopri come diventare “Ambasciatore di TuscanyPeople” e essere premiato. Vuoi raccontare la tua storia, contattaci Share: Informazioni sull'autoreStefania BacchiniWeb Writer & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/museo-ugo-guidi-forte-dei-marmi/" width="100%" count="on" num="3"]