È lucente, è brillante, è unico, è il marmo bianco di Carrara, in assoluto il più apprezzato e richiesto al mondo. Tra le diverse tipologie lo Statuario spicca per qualità, dal colore bianco avorio e cristallino, si estrae dalle cave delle Alpi Apuane nel territorio di Carrara.

Marmo bianco di Carrara, la bellezza del cuore delle Alpi Apuane

Michelangelo definì il marmo bianco di Carraradi grana unita, omogenea, cristallina”, e lo paragonò allo zucchero. C’è poco da controbattere, è splendido, non per niente è universalmente riconosciuto come uno dei marmi più pregiati. Spesso trascorro qualche giorno in questa città che ti accoglie con l’abbraccio del mare e quello dei monti segnati dai tracciati dei fuoristrada che ogni giorno trasportano i blocchi fino a valle.

Tour delle cave di marmo bianco di Carrara con tappa a Colonnata per la festa della lizzatura

Il bianco del marmo, il verde delle montagne, il blu di cielo e mare

Ovunque a Carrara si respira ‘marmo’ ma per assaporare la vera atmosfera prendo l’auto e in pochi minuti raggiungo il Piazzale dei Fantiscritti, appena sopra la città, il cui nome deriva dall’appellativo dato ad un’edicola scolpita sulla parete di una delle cave, datata 203-212 d.C. e custodita dal 1864 all’Accademia di Belle Arti di Carrara. Ci arrivo seguendo il corso del torrente Carrione fino ai Ponti di Vara, solcati un tempo dalla ferrovia utilizzata per il trasporto del marmo, la Marmifera.

Il paesaggio è magico, ricco di storia e tradizioni, tanto bello quanto difficile. La vallata si apre alla vista, cime aguzze, pareti frantumate, e poi il mare, da Portovenere alla Corsica. Un’emozione che diventa adrenalina: salgo su un fuoristrada e raggiungo i bacini marmiferi in vetta, un’esperienza a dir poco suggestiva. Lassù, a 1.000 metri di altitudine, la luce sbatte sulla pietra, ti acceca e ti bagna.

Tour delle cave di marmo bianco di Carrara con tappa a Colonnata per la festa della lizzatura

Le cave di Carrara

Tutt’attorno polvere bianca, blocchi e gru, escavatori, gli attrezzi del mestiere di chi fa rivivere ogni giorno l’estrazione dell’oro bianco, il marmo bianco di Carrara. Un’altra bella esperienza è la cava in galleria. Come un grande buco dentro la montagna si apre la Galleria Ravaccione n.84, una cava attualmente attiva visitabile, un luogo affascinate per ciò che la natura ha creato in processi metamorfici durati millenni e per ciò che l’uomo è stato in grado di fare con tagli così netti e superfici così lisce.

Riprendo l’auto e mi concedo una visita al bacino di Torano dove si estrae lo Statuario, marmo ideale per essere lavorato con lo scalpello e utilizzato per lavori speciali, come sculture, arredi di lusso, pavimenti e rivestimenti. Nel Bacino del Polvaccio si trova la cava in cui Michelangelo scelse il marmo per la Colonna Traiana, per la tomba di Giulio II e per il suo capolavoro, la Pietà.

Ben visibili sono i ravaneti, ove si accumulano i detriti che scendono e coprono interamente il fondovalle, una immensa quantità di marmo bianco di Carrara in parte riutilizzata per i micro granelli di carbonato di calcio da cui si ricavano i sottoprodotti, vernici, collanti, dentifrici, materiali per l’edilizia…

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Luciano Massari è uno sculture toscano di fama internazionale, direttore dell'Accademia delel Belle Arti di Carrara e docente di Scultura

Una costante opera di bonifica

Zone costantemente controllate e soggette ad un progetto di bonifica fondato essenzialmente sulla ricostruzione degli alvei sepolti dai detriti, accompagnata in buona parte dalla cementificazione del fondo per prevenire l’infiltrazione di acque torbide nelle fratture del marmo e il conseguente inquinamento delle sorgenti e rischio idrogeologico. Il lavoro in cava è duro e faticoso e, purtroppo, ancora oggi molto rischioso. Chi lavora qui conosce il sacrificio e lo racconta con orgoglio.

Umidità, caldo torrido, acqua e ghiaccio, crolli, distacco di bancate, ‘perline diamantate’ sono situazioni che ogni cavatore conosce bene. Certo, i tempi in cui le grandi pareti bianche venivano abbattute con l’esplosivo e i tecchiaioli passavano intere giornate a calarsi con una fune lungo le bancate, sono ormai un ricordo grazie alla tecnologia e all’introduzione di moderni macchinari.

Tour delle cave di marmo bianco di Carrara con tappa a Colonnata per la festa della lizzatura

Colonnata, borgo delle Alpi Apuane

A Colonnata, antico borgo di cavatori, a questa ‘zenta’ (gente), come si usa dire qui, hanno dedicato un monumento e, per non dimenticare, ogni anno si rinnova l’appuntamento con la rievocazione della lizzatura storica. Con un duro lavoro e con manovre difficili da eseguire, una squadra di lizzatori fa scendere dalla via di lizza, superando una pendenza del 50%, un blocco di marmo bianco di Carrara di oltre 20 tonnellate, dal piazzale di cava fino al piano caricatore, facendo rivivere l’antico metodo di trasporto dei blocchi di marmo, così come veniva effettuato nei secoli scorsi.

Un evento indimenticabile. “Una volta riquadrati, la discesa a valle dei giganteschi blocchi è ‘da brivido” racconta Fabrizio Bardini, il proprietario della Cava Lorano II dove si estrae il pregiato Marmo Bianco di Carrara e il Bardiglio Nuvolato Apuano.

 

I camion con tonnellate di marmo effettuano manovre difficili e delicate per seguire i tortuosi tracciati che portano al pianale. Gran parte del marmo estratto viene mantenuto allo stato di blocco non lavorato e inviato direttamente al porto di Marina di Carrara che gestisce tutt’oggi la maggior parte delle spedizioni, soprattutto all’estero. Il rimanente viene invece ridotto in lastre di diverso spessore e poi lucidato.

“Per le operazioni di segagione sono in attività nella Provincia di Massa-Carrara oltre un centinaio di segherie che, per attrezzatura e per grado di specializzazione raggiunto, lavorano marmi e graniti provenienti da tutto il mondo“.

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Tour delle cave di marmo bianco di Carrara con tappa a Colonnata per la festa della lizzatura

Tour nelle cave di Carrara: a real tuscan experience

Salire qui è un’avventura bellissima, un’aria da respirare e un suono sordo e sincero che poi non ti abbandona, anche quando parti. Ma è soprattutto ‘coraggio’, il coraggio di affrontare ogni giorno il monte, con crudo realismo e cinica bontà, e, in fondo, di vivere il bene e il male della vita con uno spirito così temprato ad una maggiore robustezza e con quello spirito tutto toscano di fraternità e ironia.

 

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