Fin dai tempi antichi la Toscana è una terra fertile. Sarebbe sbagliato però riferirsi soltanto alle dolci colline, ai campi coltivati e agli opulenti grappoli nati negli infinti filari di vigne. E’ infatti nelle menti brillanti dei suoi abitanti che troviamo alcuni degli esempi più alti di fertilità intellettuali. Conosciamo oggi più da vicino tre dei poeti toscani più famosi della storia della letteratura italiana, che con le loro rime hanno reso immortale la loro terra.

Poeti toscani del XII secolo: Dante, Petrarca e Bocaccio

La Toscana, culla del Rinascimento, è una regione dotata di una magnifica storia e cultura, le cui radici umanistiche sono fissate saldamente ai valori della tradizione intellettuale, artistica, architettonica e gastronomica italiana.

3 grandi poeti toscani, o meglio rimatori toscani, che con la loro opera hanno segnato la letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio

Terra di famosi personaggi storici, di opere d’arte, di monumenti e città, facendo un salto indietro nel tempo vede nascere nel XIII secolo una lirica d’amore, la lirica toscana, non dissimile da quella dei poeti della corte siciliana ma adattata al nuovo volgare e innestata nel clima dinamico e conflittuale delle città comunali. I poeti toscani riconducibili a questo filone vengono definiti ‘rimatori toscani’ ed affiancano all’amore cortese nuovi contenuti politici e morali.

Firenze è la capitale del Rinascimento italiano, sede della prestigiosa Galleria degli Uffizi, luogo di nascita di Dante tra i tanti, e culla della lingua italiana e della cultura occidentale. Oltre Firenze è da apprezzare anche Arezzo, una tipica città della Toscana, luogo di nascita di Francesco Petrarca, poeta del tardo Medioevo e primo umanista della storia.

Francesco Petrarca è uno dei più grandi poeti toscani di tutti i tempi

Dante Alighieri

Tra i poeti toscani è d’obbligo nominare per primo il Sommo Poeta. La “Commedia“, denominata “Divina Commedia” da Boccaccio e così normalmente chiamata a partire dalle edizioni a stampa del 1555 a cura di Ludovico Dolce, rappresenta la più grande opera della letteratura italiana e una delle più grandi della letteratura universale, conosciuta e studiata in tutto il mondo.

Dante Alighieri compose la Divina Commedia in terzine, in lingua volgare toscana, tra il 1304 e il 1321 suddividendola in tre parti, chiamate cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso, ognuna delle quali composta da 33 canti. Dante vi racconta il suo viaggio attraverso i tre regni ultraterreni, descrivendo però un’ampia e drammatica rappresentazione della realtà del suo tempo, individuando nel contempo temi che appartengono all’uomo di tutti i tempi.

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3 grandi poeti toscani, o meglio rimatori toscani, che con la loro opera hanno segnato la letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio

Francesco Petrarca

Aretino di nascita, è stato uno scrittore, poeta e filosofo italiano, considerato il precursore dell’umanesimo e uno dei fondamenti della letteratura italiana, soprattutto grazie alla sua opera più celebre, il Canzoniere, patrocinato quale modello di eccellenza stilistica da Pietro Bembo nei primi del Cinquecento. Uomo moderno, slegato ormai dalla concezione della patria come mater e divenuto cittadino del mondo, Petrarca rilanciò, in ambito filosofico, l’agostinismo in contrapposizione alla scolastica e operò una rivalutazione storico-filologica dei classici latini.

Fra i poeti toscani del suo tempo, fu fautore di una ripresa degli studia humanitatis in senso antropocentrico (e non più in chiave assolutamente teocentrica). Petrarca (che ottenne la laurea poetica a Roma nel 1341) spese l’intera sua vita nella riproposta culturale della poetica e della filosofia antica e patristica attraverso l’imitazione dei classici, offrendo un’immagine di sé quale campione di virtù e della lotta contro i vizi.

3 grandi poeti toscani, o meglio rimatori toscani, che con la loro opera hanno segnato la letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio

La storia medesima del Canzoniere, infatti, è più un percorso di riscatto dall’amore travolgente per Laura che una storia d’amore, e in quest’ottica si deve valutare anche l’opera latina del Secretum. Le tematiche e la proposta culturale petrarchesca, oltre ad aver fondato il movimento culturale umanistico, diedero avvio al fenomeno del petrarchismo, teso ad imitare stilemi, lessico e generi poetici propri della produzione lirica volgare dell’Aretino.

Giovanni Boccaccio

Last but not least dei grandi poeti toscani che hanno segnato la storia della letteratura italiana è Giovanni Boccaccio. Nasce in Toscana (ancora non sappiamo con certezza se a Certaldo o a Firenze) nel 1313. Frutto di una relazione illegittima tra il padre, il mercante Boccaccino di Chelino, e una donna di estrazione sociale inferiore, viene riconosciuto e cresciuto dal genitore a Firenze.

3 grandi poeti toscani, o meglio rimatori toscani, che con la loro opera hanno segnato la letteratura italiana: Dante, Petrarca e Boccaccio

Nel 1327 parte giovanissimo per Napoli, per imparare il mestiere mercantile e bancario, seguendo il desiderio paterno di vederlo sistemato in una professione stabile e remunerativa. L’esperienza napoletana si rivela però molto diversa rispetto alle aspettative, traducendosi in anni di svaghi e spensieratezze presso i raffinati ambienti della corte angioina.

Qui, grazie agli stimoli della vivace vita culturale che anima la nobiltà napoletana, Boccaccio inizia ad interessarsi ai classici latini e ai grandi capolavori in volgare, Dante su tutti. Così, dopo un periodo di formazione da autodidatta, Boccaccio compone la Caccia di Diana (1333-1334), un poemetto in terzine in lode di alcune nobildonne napoletane.

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Storia dei Medici, il racconto delle vicissitudini politiche e personali di una delle più grandi dinastie italiane.

È poi la volta del Filostrato (1335, anche se spesso la datazione delle opere di Boccaccio ha sollevato molti dubbi), poema in ottave che narra le vicende amorose di Troilo, figlio del re troiano Priamo. Il Filocolo (1336-1337) è invece un romanzo in prosa già più maturo, dedicato a descrivere l’amore tormentato di Florio e Biancofiore.

Il Decameron

Un altro poema d’amore, questa volta di sapore epico (tanto che l’autore recupera la divisione in dodici libri tipica dell’Eneide), è il Teseida delle nozze d’Emilia, composto tra il 1339 e il 1340. Caratteristica comune a tutte queste opere (e poi centrale in quasi tutta la produzione boccaccesca) è il sentimento amoroso, non di rado di natura autobiografica. Boccaccio, ad esempio, maschera spesso dietro il nome di Fiammetta una certa Maria d’Aquino, presunta figlia di Roberto d’Angiò e musa d’amore per il giovane scrittore.Giovanni Boccaccio è uno dei più grandi poeti toscani di tutti i tempi

 

Dopo la peste del 1348, inizia il suo capolavoro, il Decameron, che concluderà nel 1351: l’opera, una raccolta di cento novelle raccontate da dieci giovani narratori in dieci giorni, non è solo il testo più celebre dello scrittore fiorentino, ma una vera e propria sintesi di tutto il mondo comunale e mercantile del tempo, e uno dei libri più importanti per l’intera narrativa occidentale.

 

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Fonte: Wikipedia, IBS.it Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

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