Gli Antinori creano un nuovo Supertuscan nel Chianti: il Tignanello, da cui poi nasce il cru Solaia

Le prime annate di Sassicaia furono distribuite dai cugini della famiglia Incisa della Rocchetta, i Marchesi Antinori di Firenze, da secoli grandi figure dell’enologia italiana.

Anche al marchese Piero Antinori piaceva l’idea d’un vino toscano nuovo e diverso, e scelse per la propria interpretazione di Supertuscan una serie di vigneti della Val di Pesa, nei colli fiorentini. Qui vide la luce Tignanello, in cui la varietà autoctona Sangiovese doveva costituire la percentuale più alta.

Nell’annata 1971 nacque il primo Tignanello, non dichiarato come Chianti Classico per via delle scelte fatte nell’assemblaggio. Quella del 1975 fu elaborata senza varietà bianche, mentre il Sangiovese era stato migliorato con un 20% di Cabernet Sauvignon e con un passaggio in barrique. Mentre nel 1978, a seguito di una vendemmia molto produttiva e favorevole nella vigna di Tignanello, nasce il cru Solaia.

Ancor di più del Sassicaia, che in realtà proveniva da una zona ritenuta (a torto) poco vocata per il vino, furono il Tignanello e il Solaia fatti nel Chianti Classico a stupire. Qualcosa di simile aveva già provato la Tenuta San Felice col Vigorello, ma con un successo minore, data la diversa forza commerciale rispetto a un colosso dell’enologia italiana come Antinori.

Per approfondire: Masseto 2015 e Solaia 2015: nell’olimpo di Robert Parker con 100 punti su 100

Bottiglie di Tignanello e altri vini in un'enoteca in Toscana

Gli enologi dietro ai Supertuscan si trasformano in rockstar

In Toscana giunsero poi molte figure di spicco della cultura enoica francese, come Michel Rolland, che raggiunse la Toscana attraverso la partecipazione di Robert Mondavi in Tenute dell’Ornellaia, ed è ancora oggi attivo in Monteverro.

Il fenomeno Supertuscan era spinto dalla stampa specialistica italiana e internazionale: Gambero Rosso e le americane Wine Spectator e Wine Advocate. Maurizio Castelli, Franco Bernabei, Vittorio Fiore, Attiglio Pagli e, naturalmente Carlo Ferrini, si trasformarono da esperti di vini a vignaioli famosi, quasi delle rockstar. Nel mondo del vino non si chiedeva più l’origine, ma l’enologo dietro la bottiglia, nuove superstar per gli appassionati di vino.

La conseguenza fu che enologi come Carlo Ferrini o Riccardo Cotarella dall’Umbria crearono molti tra i vini più premiati d’Italia. Il loro coinvolgimento era praticamente una garanzia per il raggiungimento dei famosi tre bicchieri di Gambero Rosso. Tra questi tecnici va menzionato con particolare rilievo Giacomo Tachis, una delle più grandi, oltre che influenti, figure italiane legate al mondo dei Supertuscan. A Giacomo Tachis si devono alcuni dei più famosi Supertuscan come Sassicaia, Solaia e Tignanello; e non sono i soli.

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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