Trekking in Val Serenaia sulle Alpi Apuane: la valle a cavallo tra la Lunigiana e la Garfagnana alle pendici del Monte Pisanino

Val Serenaia: trekking alle pendici del Monte Pisanino

Se vi piace scalare e volete mettervi alla prova oppure adorate rilassarvi nel verde dei boschi e dei prati di montagna, questo è l’articolo che fa per voi. Andiamo a presentare una bella valle a cavallo tra la Lunigiana e la Garfagnana: la Val Serenaia.

Vista sull'Appennino Lucchese con vista sui monti, da destra: Pania, Sumbra, Tambura, Pisanino

Val Serenaia: il cuore di ghiaccio della Garfagnana

La Val Serenaia si trova proprio in mezzo alle Alpi Apuane, nel comune di Minucciano. Non è sicuramente una valle di primo pelo, o meglio ghiaccio, come si suol dire; le sue origini infatti sono antichissime. L’opera naturale che vediamo oggi è stata scavata nei secoli dal fiume Serchio di Gramolazzo.

La sua formazione è importantissima dal punto di vista geologico; grazie alla conca glaciale della Val Serenaia, è stato possibile analizzare, in modo più approfondito, la storia delle Alpi Apuane.

Il Monte Pisanino è una montagna tra Garfagnana e Lunigiana vicino alla Val Serenaia

La leggenda del Monte Pisanino

Intorno alla valle, sorgono i più interessanti monti delle Alpi Apuane e ognuno di essi porta con sé delle leggende misteriose. Il più maestoso è il Monte Pisanino, il più alto dell’intera catena montuosa e anche il più difficile da scalare.

Il nome del rilievo nasce dagli antichi miti del luogo: un giovane pisano (un pisanino, appunto) avrebbe lasciato la propria città per avventurarsi nella selvaggia Garfagnana. Qui, avrebbe trovato l’amore della propria vita in una pastorella, originaria di queste zone. Purtroppo, la loro romantica storia non ha un lieto fine: leggenda vuole che il ragazzo sia morto in giovane età. La ragazza, disperata, pianse ogni giorno sulla tomba dell’amato, ma le sue lacrime si trasformarono in pietra ed essa andò a formare l’imponente Monte Pisanino.

Altre cime degne di nota che racchiudono la valle sono: Monte Cavallo, che sancisce il confine tra la provincia di Lucca e quella di Massa, e Monte Grondilice, di grande interesse speleologico per le sue profonde grotte.

Il Monte Pisanino è una montagna tra Garfagnana e Lunigiana vicino alla Val Serenaia

Non solo cime altissime: le grotte della Val Serenaia

La valle presenta una peculiare forma a “U” e dal 1994 è oggetto di scoperte naturali mozzafiato. Infatti, l’interesse per quest’area ha iniziato a farsi forte dal rinvenimento casuale di un fungaiolo. Durante una tranquilla passeggiata per cercare i funghi più buoni, l’uomo ha scorto una grotta: questa verrà chiamata in seguito “Buca del Pannè” e inizierà a richiamare le attenzioni di speleologici e turisti.

La Buca del Pannè, la prima grotta scoperta in Val Serenaia

La “Buca del Pannè” si fa notare sia per la sua estensione (quasi 5 km tra gallerie, pozzi e saloni), sia per l’ampiezza degli ambienti. Infatti, essa presenta larghi tratti e le sue pareti sono, tra loro, per rimanere in tema con l’attuale situazione, molto distanti. La grande grotta ha diversi ingressi; il più spettacolare è quello detto “Buca dei Faggi”: un lungo corridoio verticale (250 metri) che termina al centro della Buca del Pannè.

Con gli inizi degli anni 2000, le esplorazioni si spostano nel versante marmifero; anche se deturpato da pesanti estrazioni nel corso dei secoli, gli speleologi hanno rinvenuto interessanti buche anche qui. Quelli nominati sono tutti ambienti naturali non turistici. Non è possibile visitarli se non del mestiere, ma è possibile vedere, e toccare con mano, i risultati di queste preziosissime cavità. Le acque che scorrono sotto e dentro questi massicci pietrosi sono probabilmente le benefiche terme che tornano in superficie a Equi Terme.

La Val Serenaia vicino a Minucciano, sulle Alpi Apuane

Flora e fauna della Val Serenaia

Nelle lunghissime e mozzafiato (in tutti i sensi) passeggiate a ridosso di sua maestà il Monte Pisanino, l’immersione nella natura è totale. Le Alpi Apuane regalano una vegetazione caratteristica, che cambia con la quota e con il versante.

La flora tipica della valle sotto il Monte Pisanino

I sentieri si snodano tra ciuffi di “paleo”, una graminacea diffusa perché non apprezzata dagli animali al pascolo (l’erba cattiva…), e numerosissimi faggi, nelle quote più basse, che vanno a creare boschi dove sembrano essere alte colonne. La diffusione di questo tipo di albero era maggiore in passato, ma il territorio è stato oggetto di un pesante disboscamento sia per la malleabilità del legno di faggio, sia per utilizzarlo come carbone. Tra i tocchi di colore più belli, in questo quadro apuano, troviamo l’erica. La pianta è un arbusto sempreverde che in inverno sprigiona i suoi fiori tubolari, con magnifiche colorazioni che vanno dal bianco al rosa, con tracce violacee.

Giglio di San Giovanni, Lilium Bulbifero, sulle Alpi Apuane in Val Serania

La fauna delle Val Serenaia

Tra la fitta boscaglia apuana non mancano di certo mammiferi: tutto il territorio è disseminato da tane di cinghiale, ghiri, faine e tanto altro. La ricca vegetazione infatti rende i versanti apuani ottime abitazioni per molte specie animali di uccelli e rapaci presenti in zona. È possibile avvistare dalle specie più comuni, come la cinciallegra, a vere e proprie rarità, come la straordinaria aquila reale.

Il Gracchio Corallino, simbolo delle Apuane

Un uccellino, in particolare, è ritenuto il simbolo delle Alpi Apuane (e, per questo, presente anche nel logo del Parco delle stesse): si tratta del Gracchio Corallino. Un simpatico volatile dal piumaggio nero, ma con due peculiarità: il becco aranciato e le zampe rosse.

Leggenda narra che il gracchio, geloso dell’appariscente becco del merlo, trovò un pittore addormentato nella verde valle e si divertì con i suoi colori con un po’ di goffaggine.

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Rachele Favali
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