Intervista a Donatella Cinelli Colombini, produttrice vitivinicola toscana Presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino.

 

Donatella Cinelli Colombini, l’arte del vino e la forza della donne

Buongiorno Donatella. Ricerca, sperimentazione, innovazione, il mondo del vino si affaccia sempre più spesso su nuovi scenari. Che cosa ne pensa?

“Se la ricerca serve a rispettare la natura mi piace. Apprezzo la viticoltura di precisione e tutto il sistema di controlli satellitari e terrestri che permettono di ridurre al minimo i trattamenti, anche quelli biologici e ecosostenibili che faccio io.”

Nata nel 1953 in una famiglia di produttori di Brunello di Montalcino, Donatella Cinelli Colombini si è laureata in Storia dell’arte medioevale con il massimo dei voti.

Intervista a Donatella Cinelli Colombini, Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Cavaliere delle Repubblica e ideatrice di Cantine Aperte

Che cosa c’entra il suo percorso di studi tutto questo con il vino?

“Sembra incredibile ma a me è servita tanto, prima di tutto mi ha insegnato a studiare. Ancora oggi io leggo e studio molto anche se su argomenti diversi dall’arte medioevale. Leggo di turismo, di vino, di marketing e di comunicazione. Poi all’università ho imparato a cercare ciò che c’è dietro l’immagine delle cose, i significati, la storia, i meccanismi culturali.”

Donatella Cinelli Colombini nel 1993 ha fondato il “Movimento del turismo del vino” ed ha inventato “Cantine aperte”, la giornata che in pochi anni ha portato al successo l’enoturismo in Italia.

Intervista a Donatella Cinelli Colombini, Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Cavaliere delle Repubblica e ideatrice di Cantine Aperte

Quali prospettive si delineano per l’associazione?

“Il Movimento Turismo del vino deve evolversi e diventare il propulsore di una nuova generazione di cantine turistiche. Perché questo avvenga bisogna certificare degli standard minimi dell’incoming, formare gli addetti, creare delle reti di offerta.

Anche la giornata Cantine aperte deve cambiare e diventare l’anteprima delle novità. Una specie di enorme workshop dove ogni azienda presenta le nuove visite, le nuove strutture…”

Dopo 14 anni di esperienza professionale nelle imprese di famiglia, Donatella Cinelli Colombini nel 1998 ha creato la sua azienda composta dalla Fattoria del Colle a Trequanda e dal Casato Prime Donne a Montalcino. Le sue sono le prime cantine in Italia con un organico interamente al femminile.

Intervista a Donatella Cinelli Colombini, Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Cavaliere delle Repubblica e ideatrice di Cantine Aperte

Che cosa ha imparato da queste esperienze?

“Che il coraggio paga, che un’azienda può affermarsi se esprime dei valori condivisi e li mette in pratica con onestà e determinazione. Oggi la mia cantina di sole donne esporta in 38 Paesi del mondo, ha eccellenti giudizi da parte dei grandi wine critics e un crescente successo commerciale.”

Nel 2003 Donaltella Cinelli Colombini ha vinto l’Oscar di miglior produttore italiano assegnato dall’AIS Bibenda e ha pubblicato il Manuale del turismo del vino seguito, nel 2007, dal libro Marketing del turismo del vino.

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Intervista a Donatella Cinelli Colombini, Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Cavaliere delle Repubblica e ideatrice di Cantine Aperte

Che può dirci a riguardo?

“Una bella soddisfazione. Si è vero, sono una persona fortunata, posso dire con orgoglio che la mia opera nel turismo del vino ha cambiato i territori vitati creando un’economia parallela a quella del vino che produce sviluppo e dà lavoro.”

Oggi insegna turismo del vino nei Master post laurea di tre università. Che cosa le sta più a cuore che imparino i ragazzi?

“Capire le risorse dell’impresa o del territorio in cui stanno lavorando e svilupparle in modo inedito facendo un loro percorso. Ci sono tanti giovani che non riescono a applicare nella realtà le nozioni che imparano nei libri e vedono solo quello che manca invece di concentrarsi sul potenziale che hanno in mano, ragazzi che non esplorano il territorio in cui vivono con curiosità e che non si mettono in gioco per paura di non farcela. Chi non ci prova ha già perso!”

Dal 2001 al 2011 Donatella Cinelli Colombini è stata Assessore al turismo del Comune di Siena. Fra le sue realizzazioni il “trekking urbano” una nuova tipologia di turismo sportivo che, da Siena, è stato esportato in tutta Italia.

Piazza del Campo a Siena vista dall'alto

Che cosa significa?

“Spero che la nuova amministrazione comunale di Siena continui a sviluppare il turismo a piedi come forma sportiva, salutare e sostenibile di visita del centro storico. Ogni anno viene organizzata una giornata nazionale con un tema che cambia ogni volta. Le amministrazioni che partecipano ricevono una notevole visibilità e sono spinte a delineare percorsi che spesso poi rimangono stabili. Il trekking urbano decentra il turismo dalle zone più visitate e trasforma i turisti in esploratori dell’immenso patrimonio culturale italiano.”

Nel 2012 ha ricevuto il Premio Internazionale Vinitaly e l’anno successivo è stata eletta Presidente del Consorzio del vino Orcia.

Campo di papaveri in Val d'Orcia, Toscana

Sig.ra Cinelli, come vede il futuro del vino?

“Bene per l’export e le vendite dirette in cantina, con maggiori difficoltà nel mercato nazionale. La Doc Orcia è nata nel 2000 fra i territori del Brunello e del Vino Nobile, oggi è considerata fra le denominazioni emergenti in Italia. Tutti noi produttori procediamo convinti nella qualificazione dei nostri vini e stiamo cercando di trasformare il territorio di produzione nel nostro mercato “di esportazione”.

Si tratta infatti di un’area bellissima, in gran parte iscritta nel Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, dove arrivano circa 1 milione di turisti e escursionisti stranieri ogni anno.”

Nel 2014 Donatella Cinelli Colombini è stata nominata Cavaliere della Repubblica Italiana. Nel 2016 è stata eletta Presidente Nazionale delle Donne del Vino.

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Intervista a Donatella Cinelli Colombini, Presidente Nazionale delle Donne del Vino, Cavaliere delle Repubblica e ideatrice di Cantine Aperte

Secondo lei le donne in posizione di leadership oggi hanno dovuto fare più fatica degli uomini per avere successo?

“Sì, questo è vero in tutto il mondo e non solo in Italia, è una realtà che ha radici antiche e cambierà pian piano. La cosa su cui dobbiamo concentrarci adesso è di dare un maggiore contributo al mondo del vino. Le donne possono e vogliono fare di più perché sono forti dove il vino italiano è più debole: nel marketing e nella comunicazione.

Le donne hanno un’istintiva predisposizione nel creare relazioni e usare lo storytelling. Hanno spesso in tasca una laurea o un diploma e generalmente provengono da esperienze professionali di un altro settore. Tutte cose che possono fare la differenza e dare un’energia nuova all’enologia italiana.”

 

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