Life Bistrot, il supermoderno sposa il superantico in una Volterra da sogno

Life Bistrot è un interessantissimo albergo diffuso e ristorante vegano a Volterra. I suoi prodotti sono 100% biologici e provengono tutti da due aziende locali. Lo chef Alessandro Mordini ha elaborato un menù davvero particolare che intreccia sapori e cotture, spaziando dall’Oriente all’Occidente. Il servizio è supermoderno, pratico e divertente in netto contrasto con il luogo antico, lento, intrigante. Una food experience da non perdersi.

Life Bistrot, il supermoderno sposa il superantico in una Volterra da sogno

Ci andavo spesso a Volterra. Con mio padre. Quarant’anni fa. Mi ricordo l’alabastro e “i matti” (all’epoca si chiamavano così) che giravano per la città tranquilli, simpaticamente eccentrici. Mi incuriosivano e mi facevano un po’ paura. I miei 10 anni li sbirciavano di sottecchi dietro le falde della giacca paterna, aggrappati alla sua manona rassicurante.

Ricordo anche che la strada per arrivarci era bella. Ma non la ricordavo così bella, però. Dopo Colle Val d’Elsa, tra le fronde vegetali, rapidi flash di colline cangianti, multiformi. Magnetiche. Colline che non si trovano né nel Chianti né nella Val d’Orcia. Colline della Valdelsa. Il giallo e poi il verde. Il giallo e il verde insieme, come fusi. Su e giù. E poi ancora più su. E poi ancora più giù.

Fantasie capricciose della natura che disegna capolavori inconsci. O forse molto più consci di quanto pensiamo. Forse siamo noi che non comprendiamo il senso. Mentre la strada s’inerpica veloce, quasi con la foga di un animale impazzito, in mezzo alla bellezza eterogenea che fodera le valli. Una bellezza tutta sua, un po’ come Volterra. Ma ancora non lo so. Ancora mi ricordo la misteriosa Volterra di mio padre. Dell’alabastro. Dei “matti”. Della sua manona rassicurante.

Straordinaria Volterra

Scendiamo al parcheggio Docciola, io e Tommaso (Baldassini, ça va sans dire), di fronte alla porta omonima. XIII secolo. Tanto per dire. Aria fresca. 25 gradi. 4 in meno rispetto alle colline del Chianti. 7 in meno rispetto a Firenze. Come fossimo arrivati in un altro pianeta, in un altro universo che fa parte del nostro pur rimanendone orgogliosamente separato.

Sono le 7 e mezza di sera. Il sole sfiora con l’ultima luce i tetti dei palazzi. Attraversiamo la porta e incontriamo la Fonte di Docciola, un loggiato formato da due archi in pietra che bordano la vasca di raccolta delle acque. Bellissima. Davanti a noi, sulla destra, si dirama un binomio di grandi scalinate che si perde in profondità, fin nel ventre antico della città.

Come poté Lorenzo – Signore della cultura, dell’arte e della diplomazia fiorentina, il nostro “ago della bilancia” – mettere a ferro ignique questa meraviglia, Dio solo lo sa (per approfondimenti leggi questo articolo).. Forse troppa storia, troppa bellezza, faceva invidia. Facevano invidia gli onnipresenti Etruschi, le grandi vestigia romane, la maestosità dei palazzi, delle chiese, delle torri medioevali che si meritavano, secondo lui, di essere scapitozzate a favore della gloria di Firenze. Che scempio.

Life Bistrot: albergo diffuso e food experience in Volterra

Percorriamo una delle 4 arterie che tagliano la città come una croce – la croce etrusca, viva e vegeta molto prima di Cristo – e arriviamo in via Porta all’Arco, 11/19, al Life Bistrot. Enrico Buselli, il proprietario, ci accoglie con calore. Sorriso simpatico. Verve. Uomo genuino, volterrano aperto (una rarità), entusiasta di quello che fa e del luogo in cui vive. Si capisce subito. Trasmette energia, passione. E ne ha ben donde.

Il bistrot è il centro nevralgico di un interessantissimo albergo diffuso con case ed appartamenti in tutto il centro storico. Un albergo che non si trova in un solo stabile ma in più palazzi dislocati in vari punti della città. L’appartamento che ci è stato riservato – sì, perché noi stanotte dormiremo qui a Volterra – è proprio davanti al Life Bistrot.

Si attraversa la strada, si apre la porta, e siamo dentro. Altri, invece, sono più lontani, ma pur sempre vicini. È Volterra, non Milano.

La Storia sotto i nostri piedi

Enrico ci mostra il pavimento di vetro della prima sala del Life Bistrot, quella sulla sinistra rispetto all’entrata, che di fatto è la hall dell’albergo diffuso. Sotto il vetro ci sono 3000 anni stratificati di storia. Le vecchie mura della città etrusca – la seconda cinta di otto totali che andava da Porta all’Arco a Porta Diana – con le grandi pietre, tipiche di quella civiltà, e un incredibile pozzo, scavato nel tufo e profondo sette metri, che mostra piccole aperture ad arco sui lati del fondo da cui, quando non piove, entra ancora acqua.

Quando piove no. Come se gli Etruschi avessero costruito un meccanismo idraulico in caso di siccità. Un meccanismo che funziona ancora oggi. Ma per ora sono solo supposizioni. Anche se affascinanti. Un po’ più in là, sotto questo pavimento rivelatore, tracce dell’epoca medioevale (pietre più piccole) e romana.

Dal pavimento si emancipa leggero un soppalchetto, la reception dell’albergo diffuso, con al centro un monitor 50 pollici dove scorrono le immagini degli appartamenti. Sotto, una piccola saletta degustazioni con una vetrina con bellissimi bicchieri in cristallo di Colle Val D’Elsa e ben tre cantinette interrate con grandi etichette toscane.

Dal superantico al supermoderno

Nella seconda sala, a destra dell’entrata, passiamo concettualmente in un altro mondo, dal superantico al supermoderno: cibo a peso, bilance software touch-screen e smart card di gestione tavoli. Si fa prima a fare che a dire, ma il concetto è semplice: il cliente compone il suo piatto al self-service, va a una delle due bilance, sceglie la lingua, pesa il cibo, la bilancia calcola il corrispondente importo, il cliente, tramite la smart card associata al tavolo, aggiunge l’importo. Stop. Può farlo quante volte vuole, le tessere tengono la memoria delle varie pesate e compongono progressivamente il conto del tavolo fino alla fine. Un vera e propria food experience.

La scelta è varia e interessante. C’è una camera del cibo caldo, una del cibo freddo e l’angolo della pizza. Nel cibo caldo troviamo, tra le altre, il dhal indiano, una zuppettina con le lenticchie italiane, un cous cous di verdure con prugne e spinaci, una shepherd’s pie di lenticchie biodinamiche con crosta di patate, un risotto alla cantonese, patate al mais. Nella camera del cibo freddo ci sono gli hummus, uno di barbabietola rossa, uno di ceci, uno di piselli e menta, un baba ganush, cioè una melanzana cotta al forno con spezie mediorientali. La pizza invece è fatta con la burrata di mandorla, ossia una crema di mandorla al posto della mozzarella.

Life Bistrot: una cucina 100% biologica, vegana e a km0

La cucina del Life Bistrot è 100% vegana, ma soprattutto, da sottolineare come un interminabile mantra, gli ingredienti sono interamente o biologici o biodinamici, e a filiera corta. Come piace a noi. E, come ripetiamo di continuo, come dovrebbe piacere a tutti se uno non si vuole male.

Enrico ci fa notare la sezione dell’organic market dove si possono comprare direttamente i prodotti che si assaggiano. Vengono da due eccellenti fattorie dei dintorni: il Bio Agriturismo Cerreto e l’Azienda Agricola Biologica Floriddia. A proposito, uscendo dal Life Bistrot, sulla sinistra, c’è l’ingresso fisico d’un progetto di prossima apertura: Farming and Cooking. In altre parole, i partecipanti cucineranno i prodotti delle due aziende bio e poi li consumeranno. Dal produttore al consumatore nel vero senso dei termini. Semplice, sano, istruttivo.

Gli antipasti

Torniamo al nostro tavolo, sorseggiamo gli aperitivi che la gentilissima Monica ci ha servito, spilluzzichiamo gli antipasti: pane di semi integrale con barbabietola e maionese alla curcuma, patate di mais, bocconcini di grano saltati con le spezie.
Ci alziamo rinfrancati e facciamo razzia al banco delle prelibatezze. Prendiamo un po’ di tutto, dalla camera del cibo caldo e da quella del cibo freddo. Una menzione speciale per i vari hummus, per la shepperd’s pie e per le patate al mais. Il vino è quello del maestro cantiniere di Volterra, Mechini, 80% sangiovese, 20% merlot.

I piatti

Ma non è finita qui. Abbiamo ordinato anche altri 2 piatti a testa che ci preparerà l’ottimo chef Alessandro Mordini, il factotum e il creatore di questo particolare tipo di cucina.
Tagliolini a semola di grano duro, con pesto di sedano, mela e semi di girasole. Risotto Carnaroli al limone, timo e nocciole tonde delle Langhe, mantecato col burro di mandorle. Carne di grano alla cacciatora con olive e capperi. Spezzatino di grano duro all’arancia. Tutto di livello molto alto. Sano. Bio in ogni senso, prima ancora che vegano.

Holistic experience in Volterra

– Ciao, grazie, great, fantastic, we’ll come back – sviolina una bionda coppia di avventori stranieri del Life Bistrot all’indirizzo di Enrico e Alessandro. Loro sorridono, ci sono abituati. Noi un po’ meno, siamo stupiti da tutte queste effusioni. Ma comprendiamo il perché.

Prima di andare a letto nel nostro vasto, bell’appartamento dell’hotel diffuso, Enrico ci fa da Cicerone per tutto il centro della straordinaria Volterra. Il palazzo dei Priori, il Duomo, il Battistero, le chiese, i palazzi, il Teatro Romano. Apprezziamo di cuore. Facciamo, eccitati, le 1 di notte. Una full immersion in una città che ha migliaia di anni, anche se gli strati meno superficiali restano seminascosti ma pur sempre vivi, presenti. Molto più che una food experience. Una holistic experience. Si può dire? Non lo so. Io lo dico. Tanto ci siamo capiti.

Scopri Life Bistrot

Life-Bistrot – Food Experience – Via Porta all’Arco, 15 Volterra – Tel. +39 0588 85371‬