La Pieve di Spaltenna è un’antica chiesa romanica a Gaiole in Chianti, il cui Castello è oggi uno dei più bei luxury resort in Toscana

Pieve di Spaltenna: a Gaiole in Chianti un’antica chiesa tra vigne e miracoli

Di cosa parliamo in questo articolo:

  • Storia: la bolla di Anastasio VI e la Fattoria Ricasoli
  • L’architettura della Pieve di Spaltenna
  • La leggenda della pastorella e del crocifisso
  • Il Sacro Chianti della Pieve
  • Soggiornare nell’incanto: Castello di Spaltenna Exclusive Tuscan Resort

La Pieve di Spaltenna, a Gaiole in Chianti, nel cuore del Chianti Classico, è molte cose insieme: una bellissima chiesa romanica, un organo, una leggenda, una fattoria con vigneti, cantina e vini, ma soprattutto è un altro luogo incantato della nostra Toscana che davvero non finisce mai di stupirci.

Quel po’ di storia: la bolla di Anastasio VI e la Fattoria Ricasoli

La località di Spaltenna è ricordata fin dal 1030 in talune pergamene della Badia di Coltibuono. A Spaltenna venne trasferita la pieve di San Pietro in Avenano, che prese il nome di Santa Maria a Spaltenna e fu trasformata in pieve “munita”. La chiesa di San Pietro in Avenano mantenne questo nome fino al 1153 quando, in una bolla di Anastasio IV al vescovo di Fiesole, veniva citata come pieve di Santa Maria a Spaltenna.

A fianco della pieve c’è la fattoria ristrutturata che, insieme ai locali monastici, era un beneficio ambito dalle famiglie più ricche dell’epoca. Per questo Santa Maria a Spaltenna divenne proprietà dei Ricasoli, già proprietari anche dei terreni e della fattoria della pieve di San Polo in Rosso.

La Pieve di Spaltenna nel comune di Gaiole in Chianti, Toscana

L’architettura della Pieve di Spaltenna: romanica doc, sobria ed essenziale

L’origine della Pieve di Spaltenna risale all’inizio del X secolo.

Tipico esempio di edilizia religiosa romanica, con impianto a tre navate, la pieve è stata riportata al suo aspetto originario negli anni Settanta. I restauri hanno evidenziato la struttura in pietra a faccia vista.

Le tre navate sono divise da semplici pilastri in pietra che sorreggono cinque grandi arcate a tutto sesto. La copertura a capriate, nella navata centrale, termina invece in un’abside semicircolare.

Il filaretto di alberese del paramento murario sottolinea la sobrietà, l’essenzialità, della Pieve di Spaltenna, conferendole un’aura mistica. Questa prosegue anche nei due altari laterali settecenteschi e nell’altare maggiore sovrastato dalla cantoria che conserva uno splendido organo del XVIII secolo.

I colori tenui degli stucchi ben si amalgamano col grigio cinerino della pietra, senza diminuire l’austerità dei volumi ottimamente proporzionati. La torre campanaria, posta sul lato sinistro della facciata, mostra una forma quadrangolare, appena alleggerita da alcune aperture nella parte alta. A fianco della chiesa si erge il complesso conventuale col chiostro, oggi famosa struttura ricettiva.

Interno della Pieve di Spaltenna a Gaiole in Chianti, Toscana

La leggenda della Pieve di Spaltenna: la pastorella e il crocifisso

Mille anni di storia hanno portato in dote alla pieve anche la Leggenda del Crocifisso.

Narra, infatti, Temistocle Gradi nei suoi “Racconti” (Siena 1886) che la collina di Spaltenna fosse un tempo un folto bosco di leccibuio e macchioso più di tutti”, al punto che nessuno voleva attraversarlo. Tuttavia una pastorella molto devota alla Madonna ci portava a pascolare le sue pecore. Anzi, fra quei fitti lecci, mai cessando di pregare la Vergine, riusciva a sorvegliare il gregge e al tempo filare i “pennecchi” di lana che i genitori le commissionavano.

E la Madonna che “aveva caro tutto quel pensare d’un core bono ed innocente gliele volse render merito con un miracolo da far piangere di tenerezza”. Una sera, al momento di radunare il gregge, la pastorella si rese conto che mancava una pecora. La cercò molto girando per il bosco, e alla fine la vide immobile in uno spiazzo. La chiamò più volte, ma l’animale non si muoveva. Allora la pastorella prese un sasso e lo lanciò verso di essa. Però il sasso ricadde al suolo, vicino, e proprio in quel punto si levò un lamento.

In quel subito la buona figliola rimase e tremò tutta; ma perchè era di gran core e la Vergine allora gliene cresceva, si fece innanzi fin dove era la pecora e vedde disteso in una spiazzatella il nostro Signore a mo’ di Crocifisso. E lei, appena veduto questo, la si inginocchiò e incominciò a piangere e a singhiozzare molto e a dimandare pietà, misericordia e perdono, perché gli aveva tirato la sassata. E la sassata si vedeva allora e la si vede anc’ora, ché quell’immagine ha il braccio diritto incrinato.

Ma la Vergine ebbe pietà di quel pianto e rese subito la pace a quel core che non aveva né colpa né peccato. Anzi la senté in sé tanta fidanza, quella figliola, ch’ella s’acchinò e abbracciò nostro Signore“.

Il mattino seguente, al levare del sole, una gran “pricissione di popolo, co’ ceri accesi e con gli stendardi spiegati, dirieto a’ preti e tutti co’ pie’ scalzi, furono al luogo del miracolo”.

L’immagine sacra fu portata in chiesa dove ancora è oggetto di grande devozione. “E tutto questo accade per permissione di Dio, in que’ tempi la ch’i ho detto, la seconda domenica di maggio, ch’è il giorno che ogni anno se ne fa festa.”

Panorama nel territorio di Gaiole in Chianti tra vigne, boschi e cielo blu

Il sacro Chianti della Pieve

Siamo nel cuore del Chianti Classico, in una delle proprietà dei baroni Ricasoli. Il loro illustre avo, Bettino – statista ed eccellente enologo ante litteram – creò il disciplinare che avrebbe reso famoso, e meno contraffabile, l’ottimo vino toscano famoso in tutto il mondo.

I vigneti della Pieve di Spaltenna si estendono su circa 60 ettari, tra i 350 ed i 450 metri di altitudine. Il vitigno principe è, ça va sans dire, il sangiovese con una percentuale di merlot per l’IGT.

La cantina è dotata di vasche di fermentazione in acciaio, equipaggiate con sistemi di controllo della temperatura e dispositivi per effettuare i rimontaggi e le follature.

I vini che ne nascono – un Chianti Classico annata, una Riserva, e l’IGT Toscana Poggianto –  esprimono al meglio le caratteristiche del territorio in cui è possibile riconoscere i tradizionali aromi e sentori della zona.

Versare vino rosso da una bottiglia in due calici al tramonto

Fermarsi nell’incanto: Castello di Spaltenna Exclusive Tuscan Resort & Spa

Per chi desidera un luogo dove il tempo si è fermato, cosa può esserci di meglio che il Castello di Spaltenna Exclusive Tuscan Resort & Spa? Camere, suite, appartamenti, ville di lusso, una SPA e un ristorante stellato, il Pievano, vi aspettano per un viaggio di grande charme nel Chianti .

E poi da lì, raggiungere Siena, Monteriggioni, San Gimignano, Volterra, Firenze, è un attimo. Ma che ci state ancora pensando?

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