La Terrazza Mascagni di Livorno è uno dei gioielli della Toscana, un suggestivo balcone di 8.700mq affacciato sul mare, da cui godere di uno dei più bei tramonti della costa toscana.

Terrazza Mascagni, una delle più belle piazze della Toscana

Affascinante, suggestiva, elegante, la Terrazza Mascagni, si apre sul lungomare di Livorno a margine di viale Italia. Il nucleo originario fu costruito a partire dagli Anni Venti del Novecento. Nell’immediato dopoguerra la Terrazza venne poi ampliata fino all’attuale dimensione e intitolata al celebre compositore livornese Pietro Mascagni.

Il pavimento a scacchiera della Terrazza Mascagni al tramonto

L’architettura della piazza

Si tratta di una grande piazza delimitata verso il mare da una sinuosa balaustra formata da 4.100 eleganti colonnine in conglomerato cementizio. Il pavimento è formato da una scacchiera di 8.700 mq composta da 34.800 piastrelle bianche e nere.

Da un punto di vista architettonico, nonostante il periodo in cui il nucleo originario fu progettato, non risente dei rigorosi dettami stilistici del regime, assumendo piuttosto, per il candore delle superfici e l’infinità delle colonnine, quasi un aspetto di astrazione metafisica.

La Terrazza Mascagni vista dall'alto

Cosa c’era prima della Terrazza Mascagni

Un tempo, nell’area occupata dalla Terrazza Mascagni, sorgeva un fortilizio che faceva parte del sistema difensivo della costa.

Lo smantellamento del Forte dei Cavalleggeri

Noto come Forte dei Cavalleggeri, era formato da una torre e da un vasto complesso edilizio. Occupava un’area di 1800 mq, e la torre che si erigeva all’estremità ovest, era formata da tre piani fuori terra.
Nel forte alloggiava un distaccamento dei cavalleggeri per il pattugliamento della costa che mirava soprattutto a impedire il contrabbando e a garantire la sicurezza sanitaria degli sbarchi.
Dopo l’Unità d’Italia, la costruzione fu ceduta al Comune e fu smantellata nel 1872, compresa la torre.

Il cinema dei fratelli Lumière a Livorno

Nell’ultimo decennio dell’Ottocento qui si costruì l’Eden Montagne Russe, un parco dei divertimenti che rimase in funzione fino ai primi anni del XX secolo. In questa struttura, sin dal 1896, si tennero importanti spettacoli cinematografici, in particolare le proiezioni del Cinématographe Lumière.

Oggi sembra strano dirlo, ma è pur vero che nella strategia commerciale degli inventori del cinematografo Livorno rappresentava un punto focale. C’era la grande importanza del litorale che da secoli richiamava turisti di ogni nazionalità, anzitutto, ma anche l’alta considerazione in cui Livorno era tenuta a Parigi per l’abbondanza di contatti artistici.

“[…] c’è stato un momento, anni fa, quando Mascagni musicava a Parigi la Parisina e Cappiello era il re del cartellone francese e Niccodemi uno dei principi del teatro boulevardier e Modigliani dipingeva a Montparnasse quei suoi strani quadri […] che Parigi poteva sembrare un mezzo feudo artistico dei livornesi […]” (Oscar Ghiglia). A Livorno, quindi, si respirava un vero e proprio clima da Belle Epoque e occorreva darsi da fare per intrattenere al meglio i villeggianti […]” (Marco Sisi, Gli albori del cinema a Livorno).

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Il Gazebo per la Muscia sulla Terrazza Mascagni a Livorno

La più suggestiva piazza sul mare della Toscana

È nello splendore di questa atmosfera che a partire dal 1925, sotto il regime fascista, avvenne la trasformazione dell’originaria spianata in una grande piazza sul mare, su progetto dell’ingegner Enrico Salvais con la collaborazione di Luigi Pastore.

La costruzione del tempietto

I lavori si conclusero rapidamente e, nei primi Anni Trenta, l’architetto Ghino Venturi vi edificò il Gazebo per la musica. Fu Pedro Alessandro Bossio, console onorario della Repubblica Argentina, a donare alla città il Gazebo: un tempietto rotondo con una calotta sorretta da colonne circolari, raso al suolo durante la seconda guerra mondiale, poi ricostruito.

La Terrazza Mascagni in origine fu intitolata a Costanzo Ciano, conte di Cortellazzo e di Buccari, livornese, oltre che figura di spicco del Partito Fascista, nonché padre di Galeazzo, genero del Duce. La circostanza deve leggersi nel quadro della retorica del regime, tanto che, malgrado non lo si possa ritenere artefice o finanziatore dell’opera, con grande abilità politica Ciano fece sì che a questa e ad altre strutture pubbliche fosse accostato il suo nome.

L’ampliamento della Terrazza nel dopoguerra

Nel dopoguerra si decise di ampliare notevolmente la Terrazza Mascagni verso nord, utilizzando le macerie del centro cittadino distrutto dai bombardamenti. È qui che assunse quella configurazione sinuosa che la caratterizza ancor oggi. Nell’occasione, rientrando in un’ottica più ampia e onnicomprensiva di damnatio memoriae del fascismo nella sua interezza, si eliminò il nome dell’odiato Costanzo Ciano e si provvide a dedicarla a Pietro Mascagni.

Il restauro degli Anni Novanta

Gravemente danneggiata ed erosa nel corso degli anni dalle violente mareggiate e dall’incuria, sul finire degli Anni Novanta la Terrazza Mascagni è stata completamente restaurata. Si sono inoltre ripristinate le aree verdi circostanti e si è ricostruito fedelmente il preesistente gazebo.

Terrazza Mascagni a Livorno al tramonto

Cosa vedere nei dintorni della Terrazza Mascagni a Livorno

Attorno alla Terrazza si affacciano monumenti e luoghi d’interesse. Tra questi, i famosi Bagni Pancaldi e lo Scoglio della Regina, conosciuto anche come bagnetti Squarci, che sorge nell’area dove, nel 1806, Maria Luisa di Borbone-Spagna aveva effettuato alcune balneazioni in una piccola piscina coperta solo da tendaggi.
Degno di nota, poi, è l’Hotel Palazzo, una struttura ricettiva definita da una guida turistica dell’inizio del Novecento come una delle più belle del mondo. Oggi è il Grand Hotel Palazzo.

D’interesse anche la Palazzina Zalum, un caratteristico edificio che in origine confinava con l’elegante Villa Queirolo. La costruzione risale agli inizi del Novecento e, fino agli anni quaranta del secolo scorso, ha ospitato il cosiddetto “Casino dei nobili”, là dove si riuniva la classe dirigente cittadina.
Da non perdere la Chiesa di San Jacopo in Acquaviva, situata a fianco dell’Accademia Navale, appartenente alla Marina militare italiana.

Sempre nei pressi della Terrazza Mascagni si può ammirare l’imponente Fanale di Livorno, anche noto come Fanale Maggiore. Vale la pena, infine, un salto all’Acquario comunale Diacinto Cestoni che sorge sulla terrazza stessa.

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