Livorno è la seconda città della Toscana per numero di abitanti, oltre ad essere uno dei porti più importanti d’Italia. La bellezza di Livorno è viscerale, imperfetta, ammaliante; proprio come un elemento naturale è qualcosa di profondamente radicato al territorio, tanto da sembrare che sia stato il mare a crearla.

Livorno, la città più bohémien della Toscana, è un’esplosione di vita

Affacciata sul Mar Ligure, sulla costa nord-occidentale della Toscana, Livorno, coi suoi 160.000 abitanti, è la seconda città della regione, dopo Firenze, e uno dei più importanti porti italiani.

Terrazza Mascagni a Livorno

Non parliamo di una grande città, come Napoli o Genova, ma di un centro vivissimo, di un crocevia di culture animato da un crogiuolo di razze e da un fermento di idee, nato a discapito di una delle grandi repubbliche marinare: Pisa. Sì, perché all’epoca in cui Pisa viene sconfitta dai genovesi nella famosa battaglia della Meloria, Livorno è solo un villaggio di pescatori che gli stessi pisani, nel Trecento, avrebbero fortificato in appoggio a Porto Pisano. Non l’avessero mai fatto.

La Livorno dei Medici

Nel Quattrocento, quando Pisa rientra ormai nell’orbita medicea, i genovesi, dominanti sulla costa tirrenica, vendono sia Livorno che Porto Pisano agli odiati fiorentini. Col processo di interramento subìto dal bacino di Porto Pisano e col favore della politica medicea, nel Cinquecento Livorno assurge al ruolo di porto principale della Toscana.

Fossi e canali a Livorno

Nel 1421 Livorno passa ai fiorentini in cambio di 100.000 fiorini d’oro. Nel XVI secolo i Medici decidono di sviluppare in maniera importante il suo sistema portuale con lo scopo di farne il principale sbocco a mare del Granducato. Bernardo Buontalenti viene incaricato di progettare una nuova città fortificata intorno al nucleo originario dell’abitato labronico tramite un imponente sistema di fossati e bastioni.

Le Leggi Livornine

Si provvede quindi al popolamento della nuova città con l’emanazione, tra il 1591 e il 1593, delle cosiddette “Leggi Livornine”, che attraggono a Livorno mercanti “di qualsivoglia natione”, attraverso le garanzie accordate agli abitanti di libertà di culto e di professione religiosa – a parte le forti limitazioni per i protestanti -, oltre all’annullamento di condanne penali, con le sole eccezioni delle condanne per assassinio e “falsa moneta”.

Sinagoga di Livorno in una giornata di sole

Tali privilegi sono diretti soprattutto agli ebrei sefarditi scacciati dalla penisola iberica. Giungono in tanti, soprattutto commercianti, e costituiscono una florida e operosa comunità ebraica di lingua spagnola e portoghese. Gli ebrei a Livorno vivono liberi, senza essere rinchiusi in un ghetto, come invece avviene nelle altre città d’Italia fino all’epoca dell’Unità: oggi vale la pena visitare la Sinagoga – sebbene per entrarvi sia necessario prendere un appuntamento – spiccatamente diversa dalla generale architettura della città.

Dal punto di vista economico, l’istituzione di questo porto franco contribuisce logicamente al proliferare di attività commerciali strettamente legate alle intense attività portuali, tanto da divenire il modello per iniziative simili nel resto d’Europa.

Livorno veduta sulla Fortezza Vecchia e porto

L’arrivo dei Lorena

Nel XVIII secolo, al termine della dinastia medicea, l’avvento dei Lorena non ostacola l’espansione cittadina che vede via via il formarsi dei grandi sobborghi suburbani a ridosso delle fortificazioni buontalentiane. Intanto la gloria marinara di Pisa si fa sempre più un lontano ricordo. E questa è in parte la spiegazione del sano campanilismo che contrappone pisani e livornesi ormai da secoli.

La Torre della Meloria

A 3 miglia dalla costa livornese c’è la Torre della Meloria. Quella originaria era stata completamente distrutta nel 1284 dalle 88 flotte genovesi comandate da Umberto Doria che avevano sopraffatto le 100 galere pisane capeggiate dal Morosini. “T’avessi ‘n culo ti caeri alla Meloria” (traduzione: “se ti avessi nel deretano ti andrei ad espellere alla Meloria”), dicono i pisani a cui ancora brucia quella sconfitta che fa invece gongolare i livornesi. Nel 1598 Ferdinando I ordinò poi la ricostruzione della torre: 4 pilastri sostenuti da archi imponenti che servivano per segnalare ai naviganti le pericolose secche della zona.

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La Torre della Meloria si trova di fronte alla costa livornese

Il porto mediceo di Livorno

Estremamente interessante è il porto mediceo di Livorno. Ideato già da Cosimo I, e considerato come una delle più belle opere nel suo genere per solidità e sicurezza, fu portato a termine nello spazio di sette anni, sotto Cosimo II.
Il molo mediceo ha una larghezza di 250 metri e un’area complessiva di 200.000 metri quadrati. Per sopraggiunte nuove esigenze, nel 1852 Leopoldo II decretò l’erezione di una grande muraglia curvilinea di 1130 metri, distante 800 metri dal molo stesso. Bella opera è la diga frangiflutti, con uno sviluppo complessivo di circa 400 metri.

Fortezza Vecchia

Da vedere è la Fortezza Vecchia, parte di una struttura inizialmente eretta dai pisani per rafforzare il Porto Pisano che in seguito alla sconfitta di Pisa e del passaggio di Pisa e Livorno sotto il dominio fiorentino i Medici ingrandirono rendendola la fortezza principale del nuovo porto mediceo.
La Fortezza Nuova, invece, fu eretta nel Cinquecento su progetto di Bernardo Buontalenti, in collaborazione con Claudio Cogonaro e Alessandro Pieroni.

5 cose da sapere per visitare Livorno, il più grande porto della Toscana: da La Venezia ai 4 Mori, storie e curiosità sulla città labronica.

Nel corso del Seicento venne in parte smantellata, riducendola al solo Bastione di San Francesco, per fare spazio a nuove aree abitative della città: il Quartiere La Venezia. In quel forte il generale Del Rosso teneva, nel 1692, ventisette cannoni e duecento soldati, per difendere dalle potenze estere la neutralità del porto, proclamata da Cosimo III con apposito trattato, accettato da tutte le nazioni d’Europa.

Il Quartiere La Venezia

Il Quartiere La Venezia, per cui venne in parte smantellata la Fortezza Nuova, deve il nome al canale dei Navicelli, da cui è attraversato, e ad un fossato su cui si affacciano i palazzi, esattamente come a Venezia. I canali, costruiti in passato per il trasporto merci, rappresentano oggi una forte attrattiva turistica, così pittoreschi con le loro barche da diporto e i ristorantini caratteristici sulle sponde, dove gustare la tipica cucina livornese.

Senza dubbio è il quartiere più affascinante e bohémien di Livorno, ideale per una passeggiata romantica o per divertirsi nei locali che offrono musica dal vivo. L’associazione “Livorno in Battello” organizza escursioni in barca lungo i Fossi Medicei. Da vedere anche la Chiesa di Santa Caterina, a pianta ottagonale, sormontata da una cupola alta cinquanta metri e impreziosita da resti di affreschi ottocenteschi.

Canali nel quartiere La Venezia di Livorno

Dove mangiare a Livorno

Livorno, come si sarà capito, non è una città d’arte, ma è una città da vivere intensamente in tutta la sua tipicità. E allora perché non prendersi una bustina di scagliozzi all’Antica Friggitoria in Via del Cardinale o farsi una passeggiata lungo i coloriti e vocianti banchi di Piazza Cavallotti, il mercato rionale della città? Superate le bancarelle, si raggiunge uno degli ingressi dello storico Mercato delle Vettovaglie. Il mercato è al coperto e si sviluppa all’interno di un palazzo di fine Ottocento progettato dall’architetto Angiolo Badaloni: tra le gallerie dagli splendidi soffitti a capriate metalliche i negozi espongono legumi e spezie in vecchi sacchi di juta.

Al mercato si acquista pesce freschissimo trasportato direttamente dalle imbarcazioni che risalgono fino in centro navigando lungo i fossi. Il Mercato delle Vettovaglie è inoltre in una zona perfetta per un pranzo a base di streetfood e specialità locali. Si può assaggiare il famoso 5e5 di Gagarin: torta di ceci servita con pagnotta di pane francese con eventuale aggiunta di melanzane sotto pesto; o andare all’Osteria La Barrocciaia per richiedere i celeberrimi “panini di Giovanni”.

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Mercato delle Vettoglie a Livorno

Terrazza Mascagni e lungomare

Ma è sul mare il luogo più conosciuto, tra i più suggestivi, della città: la Terrazza Mascagni, spettacolare belvedere che dà il via alla passeggiata che porta fino al’Accademia Navale di fianco alla Chiesa di San Jacopo, o a conosciuti punti di ritrovo come la Baracchina Bianca e la Baracchina Rossa. Non è proprio una terrazza in senso stretto, è più un enorme spiazzo, un piazzale. Il pavimento è una scacchiera di 8.700 mq, composta da oltre 34mila piastrelle bianche e nere, mentre la balaustra, che si affaccia sul mare, è formata da 4mila colonnine.

I Quattro Mori

Last but not least, da non perdere, in Piazza Giuseppe Micheli, la statua dei Quattro Mori che testimonia la vittoria di Ferdinando I de’ Medici sui pirati saraceni. L’opera fu commissionata dal Granduca a Pietro Tacca, lo stesso autore della statua del Porcellino di Firenze, ma venne portata a compimento solo dopo la sua morte, nel 1609.

I Quattro Mori di Livorno sono dello stesso autore della Fontana del Porcellino, Pietro Tacca

Considerato uno dei simboli della città, si dice che riuscire a vedere tutti e quattro i nasi dei Mori posti ai piedi di Ferdinando I porti fortuna, tanto che sulla pavimentazione intorno alla statua è stata inserita una mattonella bianco brillante dalla quale è possibile osservare i quattro nasi in prospettiva. Ma la mattonella non è volutamente segnalata: a voi trovarla.

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Foto Torre della Meloria: ©Andrea Dani Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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