6 / 6 – I più grandi terremoti in Toscana: Firenze e dintorni il 18 maggio 1895 ballano al ritmo del cancan sismico

I danni in città e nelle zone limitrofe dopo il terremoto nel fiorentino del 1895

In Piazza della Signoria, Palazzo Vecchio durante la scossa oscillò “come un pendolo”, ma rimase illeso. Nel Duomo si aprirono numerose crepe nelle volte, e una catena che univa gli archi laterali della navata centrale si spezzò; dalla Cupola del Brunelleschi caddero intonaci e stuccature, mentre la croce posta sulla cuspide della lanterna si piegò verso nord. Il celebre campanile di Giotto e il vicino Battistero subirono alcune lesioni ma non riportarono danni strutturali.

Molto peggio andò invece a diverse località a sud di Firenze. I danni più gravi, infatti, si registrarono nell’area collinare tra Sant’Andrea in Percussina, l’Impruneta, Grassina e Bagno a Ripoli, a ridosso dei rilievi del Chianti. Nella Certosa del Galluzzo crollò l’intero lato nord-occidentale del Chiostro Grande, distruggendo sedici preziose opere robbiane che ornavano gli archi del porticato. Al Galluzzo crollarono alcuni edifici e diverse persone rimasero senza casa. Ma la zona dove si concentrarono i danni maggiori fu quella di Grassina. Qui, in località Lappeggi, sede di una Villa Medicea (anch’essa gravemente danneggiata), una ventina di case coloniche subirono crolli e danni talmente gravi da risultare inagibili.

Ci furono danni ingenti alle Ville Medicee di Lappeggi e dell’Ugolino e alla villa Demidoff di San Casciano Val di Pesa. Fra le chiese più colpite quelle di San Martino a Strada, Sant’Andrea in Percussina, Sant’Andrea a Morgiano, il Santuario dell’Impruneta e la chiesa dei SS. Stefano e Caterina a Pozzolatico, il cui campanile dovette essere demolito perché pericolante (fu poi ricostruito nella sua forma medievale).

La Certosa di Firenze è un monastero, già dell'Ordine certosino, che si erge sul Monte Acuto, alla confluenza dei fiumi Ema e Greve in zona Galluzzo, Firenze.

Altri grandi terremoti in Toscana

Ci sono poi stati altri grandi terremoti in Toscana, in anni o secoli precedenti.  Ricordiamo ad esempio, quello del 14 agosto del 1846 sulle colline pisane, o quello del 13 giugno 1542, sempre nel Mugello. La loro magnitudo è però non sicura data la mancanza, all’epoca, di affidabili strumenti di rilevazione. Fatto sta che purtroppo la Toscana è a rischio sismico, non magari elevatissimo, ma nemmeno bassissimo, tanto che abbiamo registrato anche scosse molte forti che hanno raggiunto, appunto, i 6.5 di magnitudo.

E allora cosa possiamo dire? In bocca al lupo, nostra amata Toscana, speriamo che le tue faglie restino il più a lungo possibile quiescenti.

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