5 / 6 – Le zone di produzione dell’olio in Toscana: il seggianese

L’olivastra seggianese: sul versante Nord-Ovest del Monte Amiata

La zona di produzione dell’olio EVO Seggiano DOP interessa il territorio dei comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano, e parte del comune di Castell’Azzara in provincia di Grosseto.

Ulivo che produce Olivastra seggianese con sullo sfondo il borgo di seggiano

Una lunga storia

Le prime notizie storiche sul toponimo “Seggiano” si trovano in un documento del IX secolo in cui si parla di terreni situati nel “Castello di Seggiano”, “olivellati” dall’Abate dell’Abbazia di S. Salvatore. Già all’epoca c’era un’elevata attenzione all’olivo, designato col nome di “Olivastra” (probabilmente dal latino “Oleaster” = olivo selvatico), da cui si poteva ricavare una buona quantità d’olio. Non si parla ancora di olio di oliva come alimento, poiché nella preparazione delle pietanze si utilizzavano soprattutto grassi animali, ma non è comunque da escludere che l’oliva, resa commestibile con un trattamento molto semplice, servisse da nutrimento per sopravvivere alle carestie.

Ben presto, tuttavia, gli abitanti dell’Amiata iniziano a concentrarsi sulla coltivazione di tre piante: il castagno, la vite e l’olivo, traendone una ricchezza straordinaria.

Nel Settecento, Giorgio Santi (“Viaggio a Monte Amiata”) scrive: “la sua (di Seggiano) collina è guarnita di belli oliveti, che nutrono olivi di vecchiezza e di grandezza straordinaria, senza dubbio, dunque di età plurisecolare”. E già verso la fine dell’Ottocento e del primo Novecento la coltura dell’olivo si era orientata verso forme intensive e specializzate che contribuivano alla peculiarità del paesaggio rurale del seggianese, come possiamo a tutt’oggi ammirare.

Il Seggiano DOP

L’Olio EVO Seggiano DOP è ottenuto per almeno l’85% dalle drupe della cultivar “Olivastra di Seggiano”; sono ammessi i frutti di altre varietà toscane presenti negli oliveti fino a un massimo del 15% del totale aziendale.

Questo prodotto presenta un grado d’acidità massima totale non eccedente lo 0,50%, e un alto grado di conservabilità. L’altitudine influisce in modo determinante anche nella formazione degli acidi grassi insaturi.

La caratteristiche organolettiche

Il Seggiano DOP è di colore verde con toni giallo-oro. Possiede un odore fruttato fresco con note erbacee e di carciofo e aromi secondari di frutta bianca. Il sapore è pulito, e evidenzia una perfetta armonia tra amaro e piccante.

Ciò che lo contraddistingue dagli altri oli, oltre alle sue caratteristiche organolettiche, sono le sue proprietà nutrizionali, dovute all’elevato patrimonio antiossidante.

Per approfondire: Andrea Perini, lo chef dell’Olio EVO

Frangitura dell'olio toscano 2019

Gastronomia

L’Olio Extravergine di Oliva Seggiano DOP esalta piatti a base di pesce, ma anche insalate di ortaggi a foglie verdi, legumi, verdura cotta, zuppe, pinzimonio. Ottimo anche per il riso in bianco con scaglie di parmigiano. Interessante il suo impiego nella preparazione della maionese, dei prodotti di pasticceria e del gelato.

Il Museo dell’Olio

A Seggiano il Museo dell’Olio è un percorso innovativo che si snoda per il centro storico del borgo: qui e nei comuni limitrofi questo prodotto d’eccellenza viene promosso e valorizzato attraverso feste e manifestazioni gastronomiche.

E l’olio EVO Toscano IGP, cos’è? Scoprilo all’ultima pagina

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