24 Dicembre 2021 2022-05-23T10:51:01+02:00 Marradi: l’eleganza signorile dell’Alto Mugello al profumo di castagna TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Cosa vedere a Marradi, borgo toscano in Alto Mugello, famoso per aver dato i natali al poeta Dino Campana e per contribuire a produrre 6 dei migliori marron glacé al mondo, parola di Le Figaro. Marradi: Dino Campana e il “Marron Buono”, ma non solo… Di cosa parliamo in questo articolo: Marradi e la sua storia: resilienza di un paese di confineIl Novecento e l’ignobile Eccidio di Crespino sul LamoneCosa vedere a MarradiNei dintorni del borgo: Dante, Dino Campana, l’Eremo di Gamogna e la Rocca di CastellocchioProdotti tipici e artigianato: Marron Buono, birra e pietra serenaEventi: le castagne la fanno da padrone Marradi è un borgo pittoresco che giace sul versante romagnolo dell’Appennino tosco-romagnolo, sebbene sia amministrato dalla città metropolitana di Firenze (Romagna fiorentina). Assieme a Palazzuolo sul Senio e Firenzuola viene annoverato impropriamente nell’area dell’Alto Mugello. È rinomato per aver dato i natali a Dino Campana, uno dei più grandi poeti italiani del Novecento, e per la produzione del celebre “Marron Buono” che rappresenta un particolare ecotipo del Marrone IGP della zona del Mugello. …c’è di mezzo anche Dante che gli avrebbe dato addirittura il nome Sul toponimo del paese esiste un curioso aneddoto legato ai primi anni di esilio di Dante. Durante la fuga da Firenze, trovandosi nella zona dell’attuale Marradi, il poeta avrebbe denunciato il furto di un cavallo, ma gli sarebbe stato obiettato che gli abitanti del luogo erano tutti galantuomini. Al che, Dante avrebbe risposto: “Sì, galantuomini, ma-radi!”. Marradi e la sua storia: resilienza d’un paese di confine Al di là della mitizzante aneddotica, la verità è che i primi popoli ad abitare Marradi furono i liguri, gli etruschi e i galli, mentre il borgo, denominato “Castello” (Castellum), come molti altri del suo genere, rappresentava un punto di ristoro per i viandanti di passaggio. Mentre sul piano etimologico il nome “Marradi” deriva più propriamente da “Marrato”, ossia zappato, parola che sta a indicare un podere che giaceva sulla destra del fiume che attraversa il paese, il Lamone. Purtroppo la realtà, come spesso accade, smentisce la leggenda, anche se il mito è senz’altro più suggestivo. E allora perché non continuare a pensare che Marradi sia stato tenuto a battesimo proprio dal Sommo? Sta di fatto che dopo la conquista romana e la costruzione della strada, la via Faventina, di collegamento tra Faventia (Faenza) e Florentia (Firenze), nel Medioevo qui imperversarono i goti e i longobardi, e in seguito i Conti Guidi di Modigliana e i Manfredi di Faenza. La gloriosa battaglia delle Scalelle del 1358 Nel 1358 gli abitanti di Marradi furono protagonisti di un pezzo di storia toscana. Ribellatisi alle insopportabili angherie della terribile Grande Compagnia di ventura del Conte Lando (Konrad Wirtinger von Landau o Conte di Landau) – un famigerato esercito di cavalieri e fanti professionisti, senza dubbio la più terribile entità bellica operante nell’Italia del Trecento -, la attaccarono al Passo delle Scalelle e, grazie alla profonda conoscenza del territorio e della parte più impervia dell’Appennino, riuscirono a travolgerla disperdendola . Lo scontro ha ricevuto scarsa attenzione al di fuori dello stretto ambito degli storici medievisti, mentre è invece da considerarsi la prova più evidente, anche se non la sola, di quanto le milizie contadine o comunali fossero capaci di farsi valere nei confronti dei più attrezzati mercenari delle compagnie di ventura. Firenze dominans: il regno illuminato di Pietro Leopoldo Nel 1428 Firenze sconfisse Giovanni Manfredi e si aggiudicò l’intero territorio. In ricordo di questa successione, ogni lunedì mattina in paese si tiene il mercato. Durante il regno dei Lorena, a causa della scarsa manutenzione del sistema viario Marradi rimase pressoché isolata. Si rifece però grazie all’illuminato Granduca Pietro Leopoldo, quando venne intrapresa la ricostruzione di importanti opere pubbliche, tra cui la chiesa di San Lorenzo, il Teatro degli Animosi, e un nuovo ospedale. Il Novecento e l’ignobile Eccidio di Crespino sul Lamone La strada che conduce da Faenza a Firenze risale solo al XIX secolo, mentre del 1893 è la costruzione della linea ferroviaria che la affianca. Nel 1919 Marradi subì un grave terremoto che provocò numerose vittime e rase al suolo alcuni importanti fabbricati. Così fecero anche i rovinosi bombardamenti della seconda guerra mondiale, visto che da queste parti passava proprio la terribile Linea Gotica. Tanto che il 17 luglio del 1944 i nazisti, per rappresaglia (la famigerata decimazione), massacrarono 42 civili a Crespino sul Lamone. L’ignobile ed esecrabile atto è tristemente noto come l’Eccidio di Crespino sul Lamone. Per approfondire: Borgo San Lorenzo: tutto sul centro nevralgico del Mugello Cosa vedere a Marradi oggi Marradi oggi è un borgo colorato e vivace, diverso da tutti gli altri del nostro Appennino. Vanta palazzi signorili, un proprio teatro dove convivono cultura e tradizione nel segno di una produzione di qualità, oltre a un ambiente altamente pulito, come certificato dal marchio Città Slow. La signorile Marradi Una volta giunti a Marradi da Firenze, lungo la strada panoramica che attraverso il Passo della Colla porta fino in paese, ci si rende subito conto che il luogo è diverso da come ci saremmo attesi. Al posto degli chalet e delle basse case tipiche dei paesi appenninici ci sono perlopiù viali e palazzi signorili. Questa peculiarità è dovuta alla scelta delle antiche famiglie le quali, dopo essersi trasferite qui dalla città, non volevano rinunciare all’eleganza degli edifici storici. Il Palazzo Torriani (XVI secolo) ne è la prova più evidente. Eretto sui resti di una torre pre-romana, attualmente trasformato in residenza d’epoca, conserva all’interno splendide decorazioni di Galileo Chini nonché una tela di Silvestro Lega. Il cuore del centro storico è l’affascinante Piazza le Scalelle, su cui si affacciano il Palazzo Comunale, il Palazzo Fabroni e la Chiesa del Suffragio. Meritano senz’altro una visita il settecentesco Teatro degli Animosi e la Chiesa di San Lorenzo che custodisce al suo interno notevoli dipinti del V secolo del Maestro di Marradi, un anonimo pittore che si formò insieme a Domenico Ghirlandaio. Marradi e dintorni: Dante, Campana, l’Eremo di Gamogna e la Rocca di Castellonchio Provenendo da Firenze, a circa 22 km dal paese, in prossimità di San Benedetto in Alpe, la Via di Dante che attraversa Marradi incontra lungo il percorso la celebre cascata dell’Acquacheta, citata dal poeta nel XVI canto dell’Inferno. Anche Dino Campana si ispirò a Dante, sia a livello linguistico che stilistico che immaginifico. I Canti Orfici del poeta marradese, pubblicati nel 1914, sono infatti frutto delle impressioni e delle immaginazioni (o allucinazioni) nate nei viaggi per strade, passi e montagne, tra le quali sicuramente la via che raggiunge Marradi dall’Acquacheta, sulle orme del grande poeta fiorentino.Proseguendo lungo l’esilio di Dante e il pellegrinaggio di Campana, un’altra tappa prima di raggiungere Marradi è l’Eremo di Gamogna, vera oasi di pace e contemplazione. Il Castellone a difesa del Ducato La passeggiata al “Castellone” è un classico per i marradesi, oltre che una facile escursione per chiunque. Seguendo il sentiero 525 che parte dal retro della Chiesa e del cimitero di Cardeto, nella frazione di Biforco, l’antica via medievale conduce all’antichissimo maniero appartenuto nella sua lunga storia anche a Maghinardo Pagani, a sua volta citato da Dante (Inf., XXVII, vv. 49-51, Purg. XIV vv. 118-120). Venuto in possesso dei Manfredi, quindi di Firenze, l’edificio venne restaurato dal Buontalenti per Cosimo I dei Medici, sotto la minaccia di ostilità tra l’Imperatore (alleato del Duca di Toscana) e il Papa (alleato del Re di Francia), assumendo per un breve periodo un ruolo di primaria importanza nella difesa dei confini del Ducato. Il Castellone è stato oggetto di recupero nei primi anni Duemila, e oggi è possibile camminare fin sulla sommità del colle ad ammirare i resti del mastio e la magnifica visuale che si apre su tutta la valle. Per approfondire: Luoghi belli da visitare in Toscana: uno sguardo sul territorio a 360° Prodotti tipici e artigianato: Marron Buono, birra, e pietra serena Il prodotto gastronomico tipico di Marradi è il Marron Buono, molto pregiato, di pezzatura medio-grossa, particolare ecotipo del Marrone IGP della zona del Mugello. Dai suoi derivati si producono altri prodotti tipici, come la torta di marroni e i marron glacé tanto che, secondo una classifica stilata da Le Figaro, sei tra i dieci migliori marron glacé del mondo vengono proprio da Marradi. Legate alla coltivazione del castagno, si sono sviluppate nel corso degli anni botteghe artigiane di falegnameria e apicoltori. Una delle prime birre alle castagne italiana è prodotta proprio nel territorio di Marradi. Un’altra attività che ha dato lustro al paese è quella legata all’estrazione della pietra serena e della sua lavorazione da parte degli scalpellini, artigiani della pietra che ancora oggi conservano le tecniche tradizionali di decorazione e intarsio. Eventi: le castagne la fanno da padrone Tutte le domeniche di ottobre si tiene a Marradi la celebre Sagra delle Castagne e del Marron Buono. Ogni anno è una grande festa: dalle bruciate (le caldarroste), ai tortelli, alla torta di marroni, al castagnaccio, alle confetture di marroni, ai marron glacé. Una moltitudine di visitatori accorre nel paese con tutti i mezzi, anche a bordo di un treno a vapore che collega Marradi a Firenze e a Faenza, passando per l’Appenino tosco-romagnolo. E volendo fare una vacanza a Marradi? Be’, per chi desideri fermarsi a respirare l’aria frizzantina del borgo toscano, TuscanyPeople consiglia: Dove dormire: Palazzo Torriani; Agriturismo Popolano di sottoDove mangiare: Ristorante Il Camino; Ristorante La Colombaia Bene, caro amico, cara amica di TP, Marradi aspetta a braccia aperte la tua tuscan experience che sarebbe bello se recensissi qui sotto, o su Facebook, o su Instagram. Coraggio, noi, come sempre, ci contiamo tantissimo: diffondiamo insieme la bellezza della Toscana. 📍 PER APPROFONDIRE: Mugello: storici borghi tra i più belli d’Italia, e non soloToscana d’autunno: territori e borghi da visitarePresi in castagna dalla ToscanaVicchio, borgo natale di Giotto e Beato Angelico, tra grande storia e felice attualità La Toscana è la tua passione? 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