19 Settembre 2018 2020-06-15T16:34:52+02:00 Palazzuolo sul Senio: “Villaggio ideale d’Italia” o puro ideale del villaggio? TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: Palazzuolo sul Senio è un borgo toscano dell’Alto Mugello, inserito nella lista dei Borghi più belli d’Italia e definito dalla rivista Airone: “Villaggio ideale”. Scopriamo insieme questo meraviglioso avamposto della Romagna toscana, dal Palazzo dei Capitani ai tortelli di ricotta e patate. Palazzuolo sul Senio: “Villaggio ideale d’Italia” Conosco bene Palazzuolo sul Senio. Ho parenti a Marradi, il paese di Dino Campana, distante soli 12 km. La gente del posto lo chiama così: Palazzuolo, omettendo il resto del toponimo geografico. “Vado a Palazzuolo“. “Sono stato a Palazzuolo“. È logico. Così come i provenzali non dicono: “Je vais a l’Isle-sur-la-Sorgue“. Ma: “Je vais a l’Isle“. In viaggio verso Palazzuolo sul Senio Sull’A1 esco a Barberino di Mugello e raggiungo Borgo San Lorenzo. Giornata calda, il sole frastaglia una luminescenza bianca tra eterei cirri afosi. Imbocco la Faentina e salgo al Passo della Colla. Dopo un po’, un’apertura tra le valli. Gran bel panorama. Si respira. Fermo l’attimo in qualche foto. Forse a futura memoria. O forse no, solo per non farlo svanire come non fosse mai esistito. Proseguo. Passo della Sambuca. Boschi, pascoli, mucche. L’Appennino tosco-emiliano. Così fino al fiume Senio. Fino a Palazzuolo sul Senio. Ed è un altro mondo. Un mondo fatto di piccole cose quasi immutabili, quasi eterne. Un mondo fatto di piccoli rintocchi, di minuscoli, impercettibili, spostamenti delle lancette dell’orologio. Orologi veri, non pacchianate tecnologiche che accelerano il tempo a dismisura rendendolo vuoto, inconsistente. Tempo da città à la page. Un tempo lento Ben venga, mi dico, ben venga tutto questo. Non può venire sempre, ma quando viene bisogna tenerselo dentro il più possibile. La decelerazione. Il ridimensionamento che invece di rimpicciolire amplia, dilata. Qualcuno solleva lo sguardo dal giornale e mi osserva dietro occhiali severi: “chi è sto tizio? – si domanda, perché è qua?” Io mi domando: “perché non ci sono più spesso? Perché non mi fermo, non abbasso le palpebre e riposo un poco, ‘due o trecento anni, giusto per capir di più e placar gli affanni’?“come in “Una giornata uggiosa” di Battisti-Mogol. Magari se lo domandano anche quel gatto e quel cane che dormono beatamente intrecciati a metà tra il selciato e il gradino all’ingresso della casa che mi scorre a fianco lenta come il Senio, laggiù. Breve storia di Palazzuolo sul Senio Nel XII secolo i signori locali erano gli Ubaldini. Loro esercitavano il potere da queste parti. Poi nel 1362 dovettero cedere il passo alla Repubblica fiorentina. Nel 1373 Maghinardo Novello degli Ubaldini ebbe l’ardire di ribellarsi alla Repubblica rifugiandosi nel castello del Frassino, ma fu catturato dai nostri concittadini, portato a Firenze, e decapitato senza mezzi termini. All’epoca non andavano tanto per il sottile. Nel 1400 Palazzuolo sul Senio ebbe i suoi bravi statuti e formò con Firenzuola il primo nucleo di quella Romagna Toscana che giunse fino alle porte di Forlì, e che poi, nel 1929, si ridusse ancora alle valli dell’Alto Mugello. Infine vennero i super-signori della Toscana, i Medici. Ovviamente. Non c’è angolo di questa nostra terra toscana che non sia stato loro. Non c’è metro quadro che non li ricordi in qualche modo. Tra l’altro le loro ascendenze erano proprio mugellane, per cui. Ecco il Palazzo dei Capitani, del XIV secolo, dove nel 1506 soggiornarono il papa Giulio II e Niccolò Machiavelli. Che festa dovette esserci in paese. Preparativi per giorni e giorni. Per mesi. Viene il papa! Viene il papa a Palazzuolo! Probabilmente Machiavelli passò quasi inosservato, in confronto. Un letterato, uno storico fiorentino, importante, sì, ma non certo il pontefice, figurarsi. Sulla facciata sono murati gli stemmi appartenenti ai Capitani del Popolo che qui ebbero residenza e giurisdizione. All’interno c’è il Museo Archeologico e il Museo della Civiltà Contadina e delle Genti di Montagna. Garibaldi e Palazzuolo sul Senio A proposito, anche Garibaldi passò una notte tormentosa a Palazzuolo sul Senio. Estate del 1849, il Granducato di Toscana era giunto al suo ultimo decennio di storia. Chi se lo sarebbe immaginato? Braccato dagli austriaci, il generale, dopo la morte di Anita nelle valli di Comacchio, fuggiva con un nuovo compagno, Giovan Battista Culiolo, detto “Capitan Leggero”. Nel valicare gli Appennini trovarono come guida il sacerdote don Giovanni Verità, di Modigliana, figlio di un ufficiale napoleonico, uomo religiosissimo e frequentatore del Gabinetto Vieusseux a Firenze. Senti senti. I monti traboccavano di mulattieri, carbonai, sensali, ricchi possidenti, contrabbandieri. Qualcuno fidato, qualcuno no. Qualcuno, timoroso, sprangò la porta a Garibaldi, altri lo aiutarono per puro spirito di ribellione contro l’autorità costituita. Si sa, siam toscanacci, insofferenti a qualsiasi potere. A Palazzuolo sul Senio il generale non chiuse occhio tutta la notte. Ogni rumore, ogni sospiro, ogni voce, era un pericolo. “Stai in guardia Giuseppe“, sussurravano gli alberi, i canneti, le frasche. Tra gli amici ci sono i nemici. Non ti fidare di nessuno. E a forza di non fidarsi ce la fece. E pian piano arrivò in Maremma. In carrozza, però. Il resto è storia. Percorro Via Borgo dell’Ore. Angoli deliziosi, antiche memorie ancora attuali, ancora qui tra noi, come la Piazza del Grano, dove nel Medioevo si estendeva, colorito, rumoroso, odoroso, il mercato delle granaglie. Passeggio sotto i porticati che incoronano di storia Piazza Garibaldi. M’immergo nella tortuosità, nella strettezza, delle stradine limitrofe che nelle loro linee inesatte sono originalità, estro, fantasia. Non a caso proprio quest’anno, nel 2018, Palazzuolo sul Senio è entrato a far parte dei “Borghi più belli d’Italia”. E non solo: la rivista “Airone” l’ha glorificato col titolo di “Villaggio ideale d’Italia”. Qualcosa vorrà pur dire. I dintorni di Palazzuolo sul Senio Nei dintorni, la Pieve di Santo Stefano, il Santuario di Santa Maria della Neve di Quadalto, immerso nei boschi di faggio, la Chiesa dei Santi Egidio e Martino, a Solecchio, la Badia Susinana. Sono luoghi da trekking, da mountain bike, da cavallo. Luoghi da vedere. Ricordo di esserci venuto anche per diversi eventi. Le feste medioevali, durante l’estate. La Sagra del Marrone, a ottobre. Il Mercatino di Natale. Mentre il 13 dicembre, c’era il Winter Trail del Senio, 19 km con un dislivello di 1000 metri. Bellissimo, ma da pazzi. Mangiare a Palazzuolo Qui cucinano i Tortelli di ricotta e patate, le Tagliatelle alla boscaiola, gli arrosti, gli spiedini, i salmì di cacciagione. Hanno formaggi come il “raveggiolo”, ovviamente funghi, tartufi e il celeberrimo marrone IGP del Mugello. Di fame non si muore. Semmai più facile morire per aver mangiato troppe delizie. Che faccio? Me ne vado al ristorante Cinghiale Bianco? Alla Bottega dei Portici? O alla Locanda Senio? Magari il Cinghiale Bianco: burrata al tartufo, crostini. O la Bottega dei Portici: bistecca alla fiorentina, tagliere salumi e formaggi, biscotti fatti in casa. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Appennino tosco-romagnolo: a Palazzuolo e dintorni il paradiso delle mountain bike 👉 Locanda Senio di Palazzuolo: 5 ragioni per saltare giù dal mondo e correre qui 👉 Per i boschi e i borghi dell’Alto Mugello La tua passione è la Toscana? Anche la nostra! 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