2 Luglio 2018 2020-11-21T15:01:08+01:00 Costa labronica tra vento, mare, cibo e curiosità TuscanyPeople Daniela Bardi Share: Perché la costa livornese si chiama costa labronica? E come mai, in generale tutto quello che riguarda il territorio e gli abitanti di Livorno viene definito labronico? E ancora, dato che finalmente è arrivata l’estate, quali sono le cale sul Romito dove andare a fare il bagno? Costa labronica ovvero la costa livornese Il termine labronico ha un’origine remota, risale ai tempi di Cicerone, dal latino “Labro-onis“, termine con cui lo stesso Imperatore, in una sua lettera, indicava un porto della costa tirrenica presumibilmente identificato in quello di Livorno (ma secondo alcuni, forse collocabile in quella che oggi è la località di Castiglioncello). Tutt’oggi l’area che comprende la costa livornese, viene chiamata costa labronica, ma non solo, con il termine labronico, utilizzato come un vero e proprio sinonimo di “livornese”, viene identificato tutto quello che riguarda il territorio ed i suoi abitanti. “Dé, ma dé!” Pensando alla zona di Livorno, viene quasi spontaneo esclamare “dé“, il simpatico intercalare che contraddistingue i livornesi, famosi per lo spiccato senso umoristico e per la schiettezza nell’esporre concetti (ricordiamo a questo proposito, “Il Vernacoliere“, noto giornale di satira ormai conosciuto a livello nazionale), ma c’è molto di più: la bellezza della natura incontaminata, le acque cristalline, le baie, le calette, le scogliere delimitate dall’inconfondibile macchia mediterranea, faranno esclamare anche a chi non è del posto, un bel “dé” di stupore ed approvazione! 👉 Leggi anche: Dé livornese: una parolina piccola per un’infinità di significati Superando la città di Livorno in direzione sud, dopo Antignano, inizia il percorso lungo l’affascinante strada litoranea della Via Aurelia; un tragitto di pochi chilometri composto da tornanti e saliscendi, grazie ai quali è possibile ammirare la costa labronica, fatta di paesaggi marini a strapiombo sul mare di raro incanto. In questo caratteristico tratto di costa, il mare turchino è particolarmente limpido, in contrasto con le rocce di arenaria lavorate dal mare. Le cave di arenaria della costa labronica Parlando di arenarie, la costa livornese è stata impiegata fin da epoca romana (attività conclusa approssimativamente durante il fascismo) per l’estrazione di questa pietra, a testimonianza, sono ancora visibili numerose cave a cielo aperto che si presentano in alcuni casi, sotto forma di una sorta di anfiteatro. Le più antiche si trovano al piano del mare, causa l’innalzamento del livello delle acque degli ultimi secoli; sono anche ben riconoscibili tracce di pontili originariamente utilizzati per lo scarico e carico, identificabili perché di forma circolare (servivano per piantarvi i pali) con profondità variabile. La parte migliore delle arenarie è di consistenza molto dura, e la pietra che se ne ricava è la rinomata pietra serena. Data la straordinaria e particolare attrattiva dei fondali della costa di Livorno, nonché le favorevoli correnti marine, numerose sono le attività sportive da poter praticare, dal surf allo snorkeling, o il diving e non mancheranno gli svariati Circoli Nautici cui fare riferimento. 👉 Leggi anche: Surf in Toscana: le migliori spiagge dove cavalcare l’onda Boccale (o Cala dei Pirati) Il primo punto balneare della costa labronica che si incontra è il Boccale, caratterizzato dallo splendido castello che si affaccia sulla scogliera (Castello del Boccale), originariamente appartenuto alla Marchesa Eleonora Ugolini risalente alla metà del 1800, e dalla torre di avvistamento detta del Maroccone o del diavolo, quest’ultima costruita per volontà della famiglia Medici nel XVI secolo, probabilmente sui resti di una struttura risalente all’epoca medievale dalla Repubblica di Pisa. La discesa per raggiungere il mare, è breve e favorita da un percorso a scalini con corrimano, dove gli scogli piatti si riversano nelle acque limpide del mare Tirreno. È una cala particolarmente adatta ai bambini, dato il basso livello delle acque, sia nelle meravigliose piscine incavate naturalmente dall’erosione delle maree, che nelle vasche scavate artificialmente risalenti al periodo etrusco-romano. Paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni, alla profondità di circa 25/30 mt. sarà possibile ammirare il vero corallo, e fare conoscenza ravvicinata con i delfini che sono abbastanza soliti avvicinarsi in questo tratto di costa. Calafuria Proseguendo lungo il Romito (questo il nome del percorso costiero che arriva fino alla località di Quercianella), si incontra il luogo di sosta tra i più noti, Calafuria, che comprende anche un’importante Riserva Naturale da cui prende il nome, estesa per circa 116 ettari fino all’entroterra, alla cima del crinale de Il Montaccio, visitabile attraverso sentieri e dotata di piazzali panoramici dai quali è possibile godere di entusiasmanti scenari. Non mancano al suo interno, avvistamenti di cinghiali, volpi ed istrici e guardando verso il cielo, colombacci, colombe, marangoni dal ciuffo e tordi bottacci in transito. Grazie alla sua Torre (Torre di Calafuria), che primeggia dall’alto di un muraglione sporgente sul mare, dalla pianta quadrata di 8 metri e dell’altezza di circa 20 metri, edificata non lontano dal massiccio ponte in cemento armato costruito nel dopoguerra e nelle immediate vicinanze della ferrovia, è ben riconoscibile dalla litoranea. Inizialmente fungeva da strategica postazione di avvistamento e la sua costruzione risale al XVI secolo. Successivamente, a seguito di un restauro agli inizi del Novecento, fu utilizzata dalla Finanza per il controllo costiero e più tardi da laboratorio artistico. 👉 Leggi anche: Di Torre in Torre lungo la costa della Val di Cornia La Torre di Calafuria La Torre, vanta anche notorietà in sede cinematografica, in quanto compare in diverse pellicole, tra le quali nel film “Il Sorpasso” del regista Dino Risi e per rimanere in tempi più recenti, ne “La pazza gioia” del registra Paolo Virzì che ricordiamo orgogliosamente essere toscano, nativo di Livorno e così profondamente legato alla terra natia, da prediligerla per diversi suoi lungometraggi (vedi il film cult “Ovosodo” ambientato a Livorno). Nei pressi della torre, si trovano un centro diving, un bar ristorante, beach club disco, con vista sul panorama mozzafiato offerto dalla scogliera. Sebbene il percorso per scendere al mare sia piuttosto difficoltoso, in estate è particolarmente popolata ed amata, tanto da risultare arduo trovare parcheggio lungo la strada. Consigliata una visita durante i mesi invernali, dove il forte vento di libeccio porta le onde ad infrangersi con forza contro la scogliera, regalando uno spettacolo emozionante che fuga ogni dubbio sul nome “Cala-furia”. Cala del Leone Mantenendo la direzione, tra Calignaia ed il promontorio di Torre del Romito, arriviamo a Cala del Leone, un’insenatura piuttosto nascosta, costituita da una spiaggia di sabbia mista ciottoli, delimitata da falesie dalla curiosa forma che ricorda una mezza luna, raggiungibile tramite un sentiero abbastanza impervio di numerosi scalini, piccolo angolo di Eden che non deluderà gli avventori e varrà la visita. A picco sul mare si può scorgere il Castello di Sonnino, che imponente domina il territorio circostante. La sua costruzione risale a fine ‘800, periodo in cui il barone Sidney Sonnino (da cui prende il nome), personaggio di spicco della politica italiana del tempo, decise di adibirla a sua dimora e fu così profondamente legato al territorio, da decidere alla sua morte, di farsi seppellire in una grotta della scogliera non distante dalla fortificazione. Quercianella Delizioso centro abitato della costa labronica situato su tratto roccioso a 90 metri sul livello del mare, ultima località del percorso de Il Romito, vanta il riconoscimento della “Bandiera Blu” (conferito dalla FEE – Foundation for Environmental Education) per qualità delle acque e dei servizi di balneazione). La posizione strategica, permette un’invidiabile visuale sulle isole di Capraia e Gorgona. Località singolare, dagli eleganti villini in stile liberty, è consigliata a chi desidera rilassarsi in un ambiente di comfort lontano dal caos che generalmente popola le località turistiche nei mesi estivi. 👉 Leggi anche: Arcipelago Toscano, il Parco Nazionale marino più grande d’Europa Piatti tipici della costa livornese Visitando la zona, risulta impossibile esimersi dall’elencare alcune delle principali eccellenze gastronomiche che contraddistinguono il territorio livornese; costituirebbe un affronto alle papille gustative non concedersi un gustoso Cacciucco o l’assaggio del rinomato Ponce o della Torta di ceci. Mi raccomando, Torta di ceci, perché se volete mantenere l’amicizia con un labronico, non esistono altri nomi, qualsiasi altro appellativo stiate pensando, sappiate che quella è opera degli eterni antagonisti pisani…non chiamatela mai “cecìna”! Ah, e ricordatevi che se volete un panino con la torta (a cui vi consigliamo vivamente di aggiungere le melanzane sott’olio) chiedete un 5 e 5 e magari andate a mangiarlo alla Torteria Gagarin, una delle più antiche e rinomate torterie di Livorno. 📍 PER APPROFONDIRE: 👉 Torta di ceci o cecìna? Vi sveliamo come realizzarla 👉 Rivalità tra Pisa e Livorno: vecchie ruggini portuali mai sopite 👉 5 Piatti tipici livornesi: dal cacciucco al ponce La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Foto credit (1-2-3-5-6-7-9-10) Daniela Bardi Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreDaniela BardiBlogger, Photographer & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/livorno-costa-labronica/" width="100%" count="on" num="3"]