Con la sua mole gigantesca, la cattedrale di Santa Maria del Fiore, insieme al Battistero e al campanile di Giotto, rappresenta il cuore di Firenze. Quando fu ultimata, nel Quattrocento, era la più grande chiesa d’Europa, oggi è la quinta in assoluto, dopo San Pietro, la cattedrale di Saint Paul di Londra, il duomo di Siviglia e quello di Milano.

Santa Maria del Fiore, il Campanile di Giotto e il Battistero in Piazza Duomo a Firenze all'alba

In quanto tempo è stato costruito il Duomo di Firenze?

Questo capolavoro di arte sacra è il risultato di 170 anni di lavori e dell’opera corale e appassionata di svariate generazioni di artisti e architetti, nonché il prodotto di una serie considerevole di trasformazioni, ampliamenti, aggiunte, modifiche che hanno animato una delle più entusiasmanti vicende della storia dell’arte di sempre.

Giorgio Vasari nel suo celebre “Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architetti”, la descrive così: “[…] la chiesa di Santa Maria del Fiore di Fiorenza. La quale fu una pianta bellissima di quella maniera, che fu di pietre forti squadrate di dentro tutta lavorata, e di fuori di marmi bianchi e neri e rossi incrostata e adorna (…) né in cristianità si truova fabrica moderna più ornata di quella, sendovi molte statue e nella facciata e nel campanile fabricate da eccellenti maestri.

Vista sulla Cupola del Duomo di Firenze

L’inizio dei lavori per la costruzione di Santa Mara del Fiore

Alla fine del Duecento Firenze, con la sua classe di ricchi e intraprendenti borghesi, stava diventando protagonista di un’espansione senza precedenti. La popolazione cresceva velocissima e la città presto raggiunse dimensioni che superavano di cinque volte il perimetro delle antiche mura.
Con la costruzione di Palazzo Vecchio prese forma il nuovo polo civico, mentre nel centro religioso della città volgevano al termine i lavori per la decorazione esterna del Battistero di San Giovanni. Tuttavia ancora non esisteva una cattedrale degna di tanto prestigio. La vecchia chiesa di Santa Reparata non reggeva il confronto col vicino Battistero ed era ormai troppo piccola per contenere il sempre più numeroso popolo dei fedeli.

Il nuovo cantiere iniziò l’8 settembre del 1296 quando, davanti a una folla festante, con cerimonia solenne si posò la prima pietra. Si affidarono i lavori ad Arnolfo di Cambio, il grande architetto che stava ridisegnando il nuovo volto della Firenze gotica. “Nessuna cosa d’importanza si deliberava senza il suo consenso”, riporta il Vasari. Arnolfo di Cambio dirigeva contemporaneamente il cantiere di Palazzo Vecchio e quello della basilica di Santa Croce, e per i suoi grandi meriti il Comune aveva deciso di esentarlo dal pagamento dei tributi.

Palazzo della Signoria, il Duomo e la città di Firenze riprese dall'alto

L’ambizioso progetto di Arnolfo di Cambio per la cattedrale fiorentina

Il progetto di Arnolfo di Cambio era molto ambizioso e prevedeva una chiesa ricca di marmi e decorazioni, e di dimensioni tali da schiacciare di grandezza le cattedrali di Siena e Pisa, le eterne rivali. Furono gli stessi fiorentini a sostenere le spese dei lavori: la cattedrale doveva rappresentare un simbolo della potenza cittadina, un’icona in cui sarebbero state celebrate le virtù civiche di quella operosa società.

Come accadeva anche per le altri grandi cattedrali europee, si dedicò la nuova chiesa alla Madonna, col titolo di Santa Maria del Fiore, con chiaro riferimento alla pianta a trifoglio delle tre grandi cappelle che si aprono intorno all’abside, come omaggio a Cristo (il fiore che nasce dallo stelo), e infine, naturalmente, come simbolo del fiore della città, il giglio.

L’architetto di Colle Val d’Elsa lavorò per il Duomo dal 1296 al 1302, ideando una basilica dagli spazi classici, con tre ampie navate che confluivano nel vasto coro dov’è posto l’altare maggiore, a sua volta circondato dalle tribune su cui poi sarà innestata la cupola.

Il progetto di Arnolfo di Cambio era notevolmente diverso dalla struttura attuale della chiesa. Oggi sui fianchi dell’edificio, a nord e a sud, si nota che le prime quattro finestre sono più basse, più strette e più ravvicinate di quelle verso est, che corrispondono, invece, all’ampliamento operato da Francesco Talenti, capomastro a partire dalla metà del Trecento.
Arnolfo di Cambio giunse a finire due campate e metà della nuova facciata. Le sue sculture saranno poi tolte nel 1586 e spostate nel Museo Storico dell’Opera, quando il Granduca Francesco I de’ Medici decise di costruire una nuova facciata.

Firenze: Piazza Duomo vista dall'alto

Gli architetti di Santa Maria del Fiore dopo Arnolfo

Alla morte d’Arnolfo di Cambio, nel 1310, i lavori subirono un rallentamento, per riprendere nel 1331 quando i magistrati dell’Arte della Lana si assunsero la cura della costruzione. La direzione dei lavori passò da Giotto – che si occuperà, naturalmente, anche del Campanile – ad Andrea Pisano, fino a coinvolgere un altro grande architetto, Francesco Talenti, che fissò l’impianto definitivo della chiesa.

Il cantiere in cui operava il Talenti era una comunità dinamica di operai e capomastri che lavoravano insieme, discutevano animatamente sulle varie soluzioni da adottare; quando il Talenti si assentava, arrivavano addirittura a reclamarne, minacciosi, la presenza.

Alla morte del Talenti la costruzione era ancora agli inizi; si terminò infatti le navate alla fine del Trecento, mentre per le tre cappelle absidali si dovette attendere i primi anni del secolo successivo. Intanto, rimaneva comunque da risolvere il più grande di tutti i problemi: la costruzione dell’enorme cupola. Ci vollero ben 125 anni dall’inizio del cantiere, oltre al genio assoluto del Brunelleschi, prima che Firenze si arricchisse del suo più grande vanto architettonico. Venne edificata in 16 anni, e ancora oggi è la più grande cupola in muratura al mondo.

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Vista sulla Cattedrale di Santa Maria del Fiore, duomo di Firenze

La facciata ottocentesca di Santa Maria del Fiore

Quanto alla facciata, l’impresa si protrasse per secoli, tanto che nell’Ottocento la cattedrale mostrava ancora il rivestimento posticcio in mattoni realizzato a fine Cinquecento su ordine del Granduca Francesco I.

Nel 1867, finalmente, un concorso pubblico decretò il progetto definitivo, e la facciata a poco a poco prese forma. Il disegno riprendeva gli schemi del battistero e del Campanile, le decorazioni erano addirittura sontuose, con l’utilizzo dei marmi bianchi di Carrara, di quelli verdi di Prato e dei rossi di Siena.

Facciata del Duomo di Firenze e Campanile di Giotto

L’interno del Duomo di Firenze

All’interno lo spettacolo è bellissimo: la navata è un enorme spazio vuoto che si dilata nella successione dei suoi giganteschi pilastri. Le dimensioni sono impressionanti: l’altezza, al punto più alto della cupola, è di 90 metri, pari a un palazzo di trenta piani, tanto che la mastodontica dimensione dell’edificio causò una lunga serie di problemi strutturali. Il peso delle volte costrinse infatti alla costruzione di archi di scarico lungo i lati; non essendo graditi ai fiorentini, si nascosero gli archi grazie alla sopraelevazione delle pareti esterne.

Nella chiesa prende corpo un mix di significati civici e religiosi: l’insieme delle decorazioni intende infatti celebrare la grandezza spirituale e, al tempo, la dignità dell’essere umano. Nelle navate laterali, le virtù civiche trovano una loro sobria consacrazione nei due celebri affreschi raffiguranti i ritratti equestri di John Hawkwood, opera di Paolo Uccello, di Niccolò Tolentino e di Andrea del Castagno. Si notano, inoltre, i busti di Giotto e Brunelleschi e una raffigurazione di Dante che tiene in mano la Divina Commedia.

Ai poli opposti della chiesa si sviluppa un percorso ideale dedicato alla Vergine: l’assunzione di Maria in cielo si trova sia nel mosaico sopra l’ingresso principale sia nella raffigurazione, opera di Donatello, nella vetrata tonda sull’altare maggiore, l’unica delle otto finestre circolari alla base della cupola visibile, appena entrati in chiesa.

Le vetrate artistiche della cattedrale fiorentina

Santa Maria del Fiore è anche la chiesa più ricca in Italia di vetrate illustrate su disegno dei principali artisti rinascimentali. Tra questi, ricordiamo: Donatello, Paolo Uccello, Lorenzo Ghiberti e Andrea del Castagno. Su 55 vetrate complessive, 44 sono tra le più importanti opere del genere nel nostro Paese.

Nell’insieme, l’aspetto della chiesa al suo interno si ispira a un ideale di austerità e rigore che all’epoca rispecchiava l’intensa spiritualità dei grandi religiosi fiorentini, come fra’ Girolamo Savonarola che predicava tra queste mura. I fastosi pavimenti in marmo colorato sembrano esulare dal contesto, e in effetti furono realizzati soltanto nel Cinquecento, all’epoca del Granducato.

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Interno della cupola del Duomo di Firenze, dipinta da Giorgio Vasari

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