9 Novembre 2018 2020-12-28T10:39:47+01:00 Galleria dell’Accademia di Firenze, soprattutto “il David”, ma non solo TuscanyPeople Vieri Tommasi Candidi Share: La Galleria dell’Accademia, quarto museo d’Italia per numero di visitatori, ospita una collezione di opere d’arte di inestimabile valore, prima fra tutte il David di Michelangelo, considerata una delle sculture più stupefacenti mai realizzate nella storia dell’uomo. Galleria dell’Accademia, il quarto museo più importante d’Italia A Firenze si trovano talmente tante opere d’arte che forse neppure la maggioranza dei fiorentini ha una vaga idea di quali e quante siano. Come la Gran Bretagna è bagnata dalla pioggia, così Firenze è letteralmente inondata d’arte. Al punto che neppure l’alluvione del 1966 ha rischiato di scalfire più di tanto il nostro inestimabile patrimonio. Ora, se è vero che l’arte nasce da una delle capacità più alte dell’animo umano, quella che eleva verso la divinità, ossia la creatività, noi cittadini siamo di fatto depositari e custodi di questi frutti prelibati che ci sono stati assegnati dalla storia. Non sono i musei, costruiti dall’uomo, i loro veri difensori, ma tutti noi che apparteniamo alla stessa razza di chi li ha creati, e per questo non possiamo non solo non esserne orgogliosi, ma neppure non sentirci investiti di una grandissima responsabilità. Come si dice: onori e oneri. La Galleria dell’Accademia, il secondo museo più importante di Firenze Gli Uffizi, com’è noto in tutto il mondo, detengono la gran parte dei capolavori nati in questa terra benedetta, ma un’altra bella fetta la detiene la Galleria dell’Accademia in via Ricasoli, quarto museo in Italia per numero di visitatori, proprio dopo gli Uffizi: 1.461.185 persone nel 2016. Qui si trova il maggior numero di sculture di Michelangelo al mondo – sette – fra cui lo straordinario David. Altre sezioni ospitano la raccolta più importante e vasta che esista sulla Terra di opere pittoriche a fondo oro, e il Museo degli strumenti musicali, in cui sono esposti molti manufatti appartenenti alla collezione storica del Conservatorio Luigi Cherubini. Storia della Galleria dell’Accademia Il granduca Pietro Leopoldo di Lorena, nel 1784, riunendo varie istituzioni, tra cui l’antica Accademia delle Arti del Disegno, fondata da Cosimo I nel 1563, rifondò, nei locali dell’ospedale di San Matteo e del convento di San Niccolò di Cafaggio, l’Accademia di Belle Arti. Nel nuovo istituto si sarebbe insegnata arte ma ci sarebbe stata anche una galleria, la Galleria dell’Accademia, in cui gli studenti avrebbero potuto formarsi su opere originali e riprodotte. Il museo si arricchì attraverso le soppressioni delle chiese e dei conventi ordinate da Pietro Leopoldo nel 1786 e da Napoleone Bonaparte nel 1810. Ma l’evento decisivo per l’ente fu, nell’agosto del 1873, il trasferimento del David di Michelangelo da Piazza della Signoria – dove simboleggiava la virtù e la libertà della Repubblica fiorentina, incarnata da Palazzo Vecchio – alla Galleria dell’Accademia, così da sottrarlo ai pericoli della sua collocazione originaria all’aperto. L’architetto Emilio De Fabris venne incaricato di costruire una nuova tribuna scenograficamente posta al termine della Galleria dei Quadri antichi, con l’illuminazione garantita in alto da un lucernario. Il capolavoro venne posto dentro un’enorme cassa e imbracato in un carro di legno costruito in maniera complessa, scorrendo poi per le vie del centro su delle rotaie fino al museo. Qui restò tuttavia imballato per ben 9 anni in attesa che i lavori alla tribuna terminassero. Un omaggio al genio di Michelangelo Durante le celebrazioni del IV centenario della nascita di Michelangelo, nel 1875, venne appositamente creata una mostra alla Galleria dell’Accademia con le riproduzioni in gesso dei suoi capolavori che ruotavano intorno al David. Per l’occasione la statua venne spacchettata provvisoriamente. Poi, il 22 luglio 1882, venne finalmente inaugurato il Museo michelangiolesco. Nel 1892 la Galleria dell’Accademia divenne museo aperto al pubblico, e negli Anni 50 del Novecento vennero aperte la Sala del Colosso e le cosiddette Sale bizantine. Furono infine annesse la gipsoteca di Lorenzo Bartolini e il dipartimento di strumenti musicali a testimone della lunga passione dei Medici per il teatro e la musica. Al primo piano si trovano oggi le sale di pittura fiorentina relative agli anni 1370-1430 circa. Nel dicembre del 2013 si è avuto un importante intervento museologico che ha interessato la Sala del Colosso e che ha permesso la collocazione di un notevole numero di opere di alto valore risalenti al XV e XVI secolo. Il David di Michelangelo Senza dubbio la maggior parte dei visitatori viene per vedere il David. L’opera, probabilmente la scultura più stupefacente mai realizzata da essere umano, ha una storia bella e intensa. “Veramente che questa opera ha tolto il grido a tutte le statue moderne et antiche, o greche o latine […] con tanta misura e bellezza e con tanta bontà la finí Michel Agnolo.” . E’così, con grande ammirazione, che la descrive Vasari. Nel luglio del 1501 l’Opera del Duomo commissionò a Michelangelo una statua di proporzioni maestose che doveva avere David, il famoso re biblico, come soggetto religioso. Era però necessario che fosse scolpita da un grande blocco di marmo bianco di Carrara che giaceva abbandonato presso il cortile dell’istituzione stessa. Il blocco era già stato affidato a due scultori, Agostino di Duccio, prima e Antonio Rossellino poi, che l’avevano abbandonato a causa dei “taroli”, ossia delle imperfezioni del materiale. La statua avrebbe dovuto essere collocata a circa 80 metri di altezza per uno dei contrafforti della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Michelangelo, nonostante avesse solo 26 anni – anche se era già il più famoso artista dell’epoca grazie alla Pietà del Vaticano -, accettò la sfida e per 3 lunghi anni lavorò incessantemente e con grande entusiasmo. Senza aiuti, spesso vestendo gli stessi panni e stivali per giorni, l’artista rimaneva nascosto dietro una fitta impalcatura di legno per impedire a chiunque di vedere il suo lavoro prima della completa conclusione. Il David: l’uomo-eroe del Rinascimento Nel gennaio del 1504 la statua – 5 tonnellate di peso, 4,10 mt di altezza – fu svelata alla commissione dell’Opera del Duomo e al Gonfaloniere della Repubblica fiorentina, Pier Soderini. E fu subito meraviglia e stupore. Nessuno si aspettava niente del genere. L’eroe biblico era colto nel momento prima di affrontare il gigante. La tensione del giovane pastore era rappresentata con l’intensa espressione degli occhi, i muscoli contratti, le vene in rilievo. Non c’era spada né testa decapitata di Golia, come l’avevano raffigurato Ghiberti, Donatello e Verrocchio prima di lui, inoltre era completamente nudo, armato di sola fede in Dio, di razionalità e d’intelletto, oltre che di fionda e sasso. Era la perfetta icona dell’uomo-eroe del Rinascimento. Una commissione di artisti, di cui faceva parte anche Leonardo da Vinci, si riunì per decidere dove collocare il capolavoro, e alla fine si decise per Piazza della Signoria, in un posto di assoluto prestigio, davanti all’odierno Palazzo Vecchio, dove giunse in capo a un faticoso e rocambolesco trasporto attraverso le vie della città. Ammirando il David: le parole di Giorgio Vasari Chi oggi visita la Galleria dell’Accademia può osservare i minuziosi dettagli anatomici di questa meraviglia e comprendere pienamente l’incredibile interpretazione di Michelangelo che riuscì a rappresentare la figura del David attraverso una bellezza maschile idealizzata: “Perché in essa sono contorni di gambe bellissime et appiccature e sveltezza di fianchi divine; né mai piú s’è veduto un posamento sí dolce né grazia che tal cosa pareggi, né piedi, né mani, né testa che a ogni suo membro di bontà d’artificio e di parità, né di disegno s’accordi tanto. E certo chi vede questa non dee curarsi di vedere altra opera di scultura fatta nei nostri tempi o ne gli altri da qualsivoglia artefice”- afferma Vasari estasiato. Michelangelo non avrebbe potuto ricevere niente di meglio che i complimenti così sinceri di un altro grande artista. 👉 Leggi anche: Il David di Michelangelo: eterna leggenda che si fa mito Cosa vedere alla Galleria dell’Accademia Se è vero che un’opera tanto eccezionale recita ovviamente la parte del leone, la Galleria dell’Accademia non è solo il David. Come abbiamo detto, ci sono anche molte altre opere d’arte. Si consiglia infatti di programmare nel museo non meno di 2 ore. Per chi la visita per la prima volta, da non perdere assolutamente: “Gli schiavi” di Michelangelo, 4 imponenti statue che devono la loro fama soprattutto al suggestivo e potente stato incompiuto, con le figure che sembrano tentare di fuoriuscire dal marmo; il “Modello del Ratto delle Sabine”, capolavoro del Giambologna; il “Cassone di Adimari”, la scena di un ricco sposalizio fiorentino sullo sfondo di piazza del Duomo catturato dallo Scheggia; l’“Incoronazione della Vergine” di Jacopo di Cione. Senza nessuna pretesa esaustiva, speriamo di avervi invogliato a visitare la Galleria dell’Accademia di Firenze, che rimane una tappa assolutamente obbligatoria per chi visita la città. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Galleria dell’Accademia di Firenze: cosa vedere 👉 Cosa vedere in Toscana: le più belle opere d’arte 👉 Brunelleschi e il miracolo della Cupola del Duomo di Firenze La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreVieri Tommasi CandidiScrittore & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/galleria-accademia-david-michelangelo/" width="100%" count="on" num="3"]