13 Febbraio 2022 2022-02-25T13:17:49+01:00 Inquinamento ambientale: quale futuro in Toscana? Verde, sostenibile e resiliente TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: La Toscana è una delle regioni italiane più virtuose in termini di riduzione dell’inquinamento ambientale, nonché la prima ad aver inserito nel proprio Statuto i principi di sostenibilità ed economia circolare Inquinamento ambientale: il futuro green e sostenibile della Toscana Di cosa parliamo in questo articolo: Intristiamoci col report “Mal d’aria di città 2021” di LegambienteRallegriamoci coi dati sulla ToscanaLa protezione ambientale in ToscanaLa pressione ambientale del turismo sul territorioL’inquinamento del suolo, il problema dei rifiuti e il consumo di acquaI consumi di energia elettrica in base ai settori di attivitàIl futuro verde, sostenibile e resiliente della Toscana L’Italia è prima in Europa per decessi da biossido d’azoto. Più della metà di questi si sarebbe evitata adottando i parametri dell’Oms. L’inquinamento atmosferico ha causato nel nostro continente 307mila vittime nel 2019, mentre da noi sono oltre 10mila solo per il biossido di azoto: più di tutti gli altri Paesi dell’Unione. Intristiamoci col report “Mal’aria di città 2021” di Legambiente Legambiente, dal canto suo, ha pubblicato il report annuale “Mal’aria di città 2021” che fotografa la situazione dello smog e dell’inquinamento nel Paese. In Italia, nel corso del 2020, sono stati 35 i capoluoghi di provincia “fuorilegge”, ovvero quelli che hanno superato i limiti quotidiani di polveri sottili Pm10. La maglia nera, in termini di smog, va a Torino, con 98 giorni di sforamenti: seguono Venezia con 88 giorni e Padova con 84. Rovigo con 83 e Treviso con 80. In sesta posizione troviamo Milano con 79 giorni: seguono Avellino e Cremona con 78 giorni di sforamento, Frosinone con 77, e Modena e Vicenza che con i loro 75 giorni di superamento dei limiti di Pm10 chiudono la top ten delle peggiori città italiane. Nel report di Legambiente, preoccupa il confronto coi parametri OMS: sono 60 le città italiane che registrano una media annuale di Pm10 superiore a quella indicata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Rallegriamoci coi dati sull’inquinamento ambientale che riguardano la Toscana Premesso che nella classifica delle “città fuorilegge” italiane, di toscane non ce n’è nemmeno una, l’IRPET (Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana) ci dice che la Toscana è più di altre caratterizzata da un buon equilibrio urbanistico-ambientale. La varietà del territorio garantisce plurimi vantaggi, come quello di differenziare l’offerta turistica, di diversificare le attività produttive, di ridurre i rischi derivanti da shock economici, di rispondere con diversi strumenti all’impatto ambientale dell’attività produttiva. Toscana: prima regione italiana per estensione di boschi La Toscana è la prima regione per estensione di boschi: il 13% dei boschi italiani si trova qui, seguito dal 9,8% del Piemonte. Di oltre 1 milione di ettari di bosco, circa il 18% tocca la provincia di Grosseto, seguito da quella di Firenze (17%) e di Arezzo (16%). I boschi toscani, oltre che per l’estensione, sono importanti anche per il pregio e la varietà, dalle macchie mediterranee alle distese di abeti di tipo centro europeo. La protezione ambientale in Toscana La Toscana ha incentrato buona parte della propria attività turistica sulla qualità ambientale e sulla struttura del territorio. Questa risorsa garantisce uno sviluppo sostenibile, e inoltre permette ritorni economici e redistribuzione territoriale dei redditi aumentandoli laddove l’attività industriale e dei servizi alle imprese risulti meno sviluppata. Negli ultimi anni, ai parchi nazionali e alle riserve di stato, sono stati aggiunti ulteriori parchi regionali, provinciali e locali. Oltre l’8% del territorio toscano è occupato da Parchi. Queste aree protette sono la porta d’accesso alle meraviglie legate alle nostre tradizioni enogastronomiche, alle celebrazioni e ai mestieri antichi. La pressione ambientale del turismo in Toscana Dei 633 km di costa toscana oltre il 95% è balneabile. Circa il 39% delle presenze turistiche in Toscana dipendono dal turismo balneare. Le realtà a maggiore vocazione turistica sono Massa, Viareggio, Pisa, Castiglione della Pescaia, Grosseto, Orbetello e Capoliveri. Vi è poi un altro gruppo, molto numeroso, di comuni che vantano presenze turistiche importanti, e che comprende gli altri comuni della Versilia, tutta la costa tra Livorno e Follonica e alcune zone dell’isola d’Elba. Se il turismo balneare è da un lato un potente motore per lo sviluppo economico, dall’altro rappresenta un potenziale fattore di pressione globale (consumo delle risorse idriche ed energetiche, riduzione dello spazio, aumento dell’inquinamento atmosferico, etc…), anche per gli ecosistemi marini (aumento dei reflui urbani, incremento del traffico marittimo). Per questo sono stati intensificati gli sforzi per controllare in modo più puntuale possibile le condizioni igienico sanitarie e ambientali del mare toscano. Inquinamento atmosferico e acustico in Toscana Le molteplici attività che si svolgono nelle aree urbane e rurali – il traffico dei veicoli a motore, gli impianti di riscaldamento, le ciminiere delle fabbriche, le discariche e i fertilizzanti usati in agricoltura – provocano inquinamento atmosferico e acustico causando danni alla salubrità degli ecosistemi, alla salute umana, e al patrimonio culturale. Per questo, in armonia con le politiche e cogli obiettivi individuati dall’Unione Europea, la Toscana si adopera al fine di monitorare la qualità dell’aria e il rumore sul territorio, e di applicare le classificazioni e i limiti previsti. È stato creato un sistema di controllo costituito da centraline che rilevano ogni giorno quante sostanze inquinanti finiscono nell’atmosfera, mentre un’apposita legge impone ai sindaci di bloccare il traffico quando la situazione diventa critica. L’inquinamento del suolo, il problema dei rifiuti e il consumo di acqua in Toscana L’attività di monitoraggio e controllo della produzione dei rifiuti è molto cresciuta nell’ultimo periodo. Dagli anni 80’ a oggi, si aggiungono alle discariche – il cui numero si è notevolmente ridotto – impianti di termocombustione con recupero di energia e impianti di selezione e trattamento dei rifiuti, dopo la raccolta differenziata. Negli ultimi 10 anni la produzione procapite di rifiuti in Toscana è cresciuta del 32%, mentre la raccolta differenziata è passata dal 7% al 24% della raccolta totale. In poco tempo la quota di rifiuti differenziati raccolti in Toscana si è più che raddoppiata. Ciò significa che la popolazione sta prendendo sempre più coscienza che i rifiuti possono rappresentare una ricchezza che aiuta a risparmiare risorse. Quanto all’acqua, quella utilizzata per uso potabile in Toscana proviene mediamente per il 75% da pozzi e sorgenti, per il 25% da fiumi e corsi d’acqua, e per il 2% da laghi e invasi. Ovviamente il consumo di acqua cresce proporzionalmente al numero di abitanti e all’attività produttiva, oltre che in funzione del tipo di consumo che ne viene fatto. Mentre, al contrario, le risorse idriche in genere diminuiscono. Ecco che per consentire un’adeguata gestione, depurazione e distribuzione delle acque potabili, il territorio regionale è stato diviso in ATO (Ambienti Territoriali Ottimali). Attualmente le ripartizioni sono 6, coerenti con le aree di approvvigionamento dei principali bacini toscani: Ato1: “Toscana Nord”Ato2: “Basso Valdarno”Ato3: “Medio Valdarno”Ato4: “Alto Valdarno”Ato5: “Toscana Costa”Ato6: “Ombrone” Consumi di energia elettrica per settore di attività Il consumo di energia elettrica è principalmente dovuto all’attività di produzione industriale. Se consideriamo tra le fonti energetiche rinnovabili, quella fotovoltaica, quella eolica e quella geotermoelettrica, la percentuale di energia prodotta da queste fonti sul totale di energia prodotta è per la Toscana superiore al 22%, una quota elevatissima se confrontata con le altre regioni italiane: la media del Paese è infatti pari ad appena il 3%. La ragione di questa elevata quota di produzione alternativa è l’esistenza della fonte geotermica. La Toscana detiene infatti il monopolio dell’energia geotermica, con oltre 32 centrali di produzione concentrate sul territorio di Siena, Pisa e Grosseto. Il piano energetico regionale ha puntato molto sull’uso diretto del calore geotermico per i teleriscaldamenti urbani e per i fabbisogni di attività produttive, anche al fine di “attrarre” imprese per un maggiore sviluppo socioeconomico delle aree geotermiche. Ma adesso la fonte energetica dalle maggiori potenzialità in Toscana è l’energia eolica, rinnovabile e pulita. Il Piano di Indirizzo Energetico Regionale (P.I.E.R.) prevede un crescente uso della fonte eolica, corrispondente a una riduzione di CO2 in atmosfera di 420mila tonnellate l’anno, e individua in Toscana 92 possibili aree eoliche. I siti più interessanti sono situati su crinali appenninici, nelle isole e sulle fasce costiere. Attualmente esiste però un unico impianto in funzione, quello realizzato dalla Edison sul monte Secchieta. L’iter burocratico e i vincoli paesaggistici rappresentano i maggiori ostacoli all’apertura di nuovi impianti. Attualmente si stanno discutendo progetti di wind-farm con potenze tra i 15 e i 20 MW da installare su alcuni crinali del territorio regionale. Il futuro verde, sostenibile e resiliente della Toscana Monia Monni, Assessora all’ambiente, all’economia circolare, alla difesa del suolo, ai lavori pubblici e alla Protezione Civile Toscana, si è posta per i prossimi anni gli obiettivi di un futuro verde, sostenibile e resiliente. Prima e unica Regione in Italia, la Toscana ha infatti introdotto nel proprio Statuto i principi della sostenibilità e dell’economia circolare. Ecco alcuni tra gli obiettivi più chiari e stringenti: 1. Coprire l’intero fabbisogno energetico elettrico con fonti rinnovabili al 2050 (ad oggi è pari al 50%), puntando sull’incremento dell’energia fotovoltaica e geotermoelettrica. 2. Migliorare l’efficienza energetica del patrimonio immobiliare pubblico e privato rafforzando l’impiego di finanziamenti europei, e stimolando l’applicazione del super-bonus del 110%. 3. Promuovere l’economia circolare e la gestione sostenibile dei rifiuti. L’obiettivo è portare la raccolta differenziata all’80% (oggi siamo al 60%) e il riciclo della materia al 65% entro il 2030. 4. Promuovere una mobilità sostenibile con particolare riferimento alle aree urbane. La riconversione verso l’elettrico del parco mezzi della Regione è un primo dovere, ma la vera ambizione è arrivare entro il 2030 a un trasporto pubblico elettrico, con la costruzione di una rete pubblica di colonnine per la ricarica delle auto elettriche. Parallelamente saranno messe in atto tutte le azioni necessarie alla preservazione e all’incremento del patrimonio idrico, forestale, faunistico e della biodiversità indispensabile per un armonico sviluppo naturale del territorio Bene, carə amicə TuscanyPeople-ianə, questa è la fotografia della nostra impronta ecologica toscana, con squarci sul prossimo futuro. Potremmo definire la situazione sull’inquinamento ambientale ottima rispetto al resto delle regioni italiane, ma non ci accontentiamo: dovremo fare sempre meglio. E tu che idee avresti per migliorare l’ambiente? Scrivici qui sotto, su Facebook, su Instagram: ogni idea è come una piantina che se opportunamente alimentata può trasformarsi in un albero. 📍 PER APPROFONDIRE: Cos’è l’Impronta ecologica e perché bisogna ridurla?Il modello “europeo” Peccioli: dalle stalle alle stelle, dalla discarica all’arteEconomia circolare in Toscana: le aziende più virtuoseDarya Majidi: intervista alla Presidente di Donne 4.0 La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/inquinamento-ambientale-quale-futuro-in-toscana/" width="100%" count="on" num="3"]