Se sentite qualcuno dire: “Io vado a hasa” state pur certi che non è toscano. Un vero toscano infatti direbbe “Vado a ccasa”, ma direbbe anche “Una hoha-hola, hon la hannuccia horta”. Perché, dunque, a volte la “c” in Toscana è aspirata e a volte è raddoppiata? Tutta “colpa”, o meglio “holpa” della gorgia toscana.

Gorgia toscana, ecco perché in Toscana si aspira la “c”

E’ difficile parlare come noi per chi non è toscano. In genere resiste l’idea che basti aspirare la ”c” per sembrare dei nostri. Ma non è così. Infatti in giro per l’Italia si trovano nutrite schiere di cattivi imitatori più ridicoli che altro.

Purtroppo anche molti bravi attori che hanno studiato le diverse pronunce dialettali non fanno eccezione. Ricordate i vari Moschin, Tognazzi, Celi, nei tre “Amici miei”? Nonostante si sforzassero, e spesso riuscissero ad avvicinarsi al nostro vernacolo, si capiva benissimo che non erano toscani. Perché? Eppure si sforzavano di pronunciare la “c” aspirata toscana.

Non dialetti ma vernacoli

Detto che le varie pronunce della nostra regione non sono dialetti ma vernacoli – ossia linguaggi più popolari e locali dei dialetti – e che da queste parti non si aspira solo la “c” ma anche la “p” e la “t”, le consonanti occlusive sorde (e in misura minore le corrispondenti sonore “g“, “d” e “b”), e che la loro spirantizzazione si accentua o diminuisce a seconda dell’area geografica presa in questione, cos’è che rende tanto difficile riprodurre i corretti fonemi del modus loquendi toscano?

La questione è piuttosto complessa e tecnica. Cerchiamo di semplificarla e renderla più friendly con degli esempi. L’italianista Bruno Migliorini spiegava brevemente la “c” aspirata con questo esempio: si dice: “un cane”, “du’ hani” (2 cani), e “tre ccani”. In tali casi, come si vede, la “c” dura, al contrario, prevale sulla aspirata. Ci hanno mai fatto caso i nostri imitatori? Probabilmente no. In fiorentino diciamo: “vado a ccasa”, cioè la “c” raddoppia, e non “vado a hasa”, come spesso si sente dagli emuli improvvisati. Però è vero anche che diciamo, ad esempio: “è una brutta hosa (cosa), la ragione è da identifihare (identificare) in…”. Qui la “c” aspirata si avverte forte e chiara.

Perché in Toscana si aspira la "c"? Il toscano è un dialetto? Perché la pronuncia toscana varia da zona a zona? Scopriamo la gorgia toscana.

Senza considerare ovviamente, la ormai nota in tutta Italia: “Cameriere, vorrei una coca-cola con la cannuccia corta e colorata”, che recitata dai pessimi emuli diventa: “Hameriere, vorrei una hoha-hola, hon la hannuccia horta e holorata”, infilando un’altra serie di errori perché un fiorentino vero, invece, direbbe: “Cameriere, vorrei una hoha-hola, hon la hannuccia horta e ccolorata”, ossia il sostantivo “cameriere” rimane come in italiano, mentre l’aggettivo “colorata” raddoppia la “c”.

La gorgia toscana

Allora? Come capirci qualcosa? Perché a volte la “c” viene aspirata? perché a volte raddoppiata? perché a volte rimane come nell’italiano corretto? Il fenomeno fonetico – cioè di semplice accento regionale, non fonologico, dato che non coinvolge i suoni a livello di sistema – si chiama tecnicamente gorgia toscana, dal francese gorge, gola, ossia il parlare in gola. Se infatti si prova a pronunciare correttamente la parola “casa” si percepisce la “c” schioccante a metà del palato, mentre se la si pronuncia alla toscana, “hasa”, la si avverte in gola.

Tuttavia, mentre se dico: “la mia hasa”, ecco la spirantizzazione, la gorgia, appunto, prima abbiamo detto che nella frase “vado a ccasa” in toscano la “c” raddoppia. Questo è dovuto al fatto che la gorgia è bloccata dal raddoppiamento sintagmatico, ossia il raddoppiamento subìto nella pronuncia dalla consonante iniziale di una parola legata alla precedente. Si tratta di un fenomeno legato alla pronuncia ma anche alla sintassi. Nel parlato, d’altronde, non ci sono normalmente pause tra le parole, e la loro pronuncia può dipendere dalla posizione che occupano nella locuzione.

Perchè in Toscana si aspira la "c"? Il toscano è un dialetto? Perchè la pronuncia toscana varia da zona a zona? Scopriamo la gorgia toscana

Spesso prima della consonante raddoppiata c’è un monosillabo, oppure una sillaba accentata oppure una preposizione. Il problema è che non esiste nel parlato una ferrea regola scritta, e quindi la vera pronuncia toscana va analizzata caso per caso: ecco spiegata la ragione che rende un po’ ridicoli i nostri imitatori. Non è colpa loro, poveretti, dovrebbero impararsi a memoria tutta la casistica della lingua parlata, il che è ovviamente impossibile.

Dove è più forte la gorgia toscana?

Chiarito questo, come e dove si aspirano in Toscana le consonanti occlusive sorde, ovvero in quali zone della regione è più forte la gorgia toscana? Be’, la “p” e la “t” si aspirano soprattutto a Firenze e Siena, mentre addentrandosi nell’alta valle dell’Arno il fenomeno perde via via forza avvicinandosi alla costa. La spirantizzazione della “c” è invece un continuum linguistico per tutta la valle dell’Arno, Prato, Pistoia, Lucca, Pisa, Livorno e la Versilia. Molto presente in area senese, la “c” aspirata tende a diminuire nei vernacoli più meridionali, come l’aretino, dove il fenomeno è minoritario. Mentre a est il fenomeno è presente alternativamente a seconda delle aree.

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Come nasce la gorgia toscana?

Ma, spiegato come e dove vige il fenomeno delle consonanti occlusive sorde aspirate, rimane pur sempre una domanda fondamentale: perché esiste la gorgia toscana? Da dove deriva? dal momento che non di rado viene combattuta e corretta anche dai toscani stessi in quanto considerata volgare, sconveniente? Non se ne ha certezza. A lungo, fino agli anni ’60, si è pensato potesse derivare dall’etrusco, lingua parlata nella regione almeno fino al termine del II secolo d.C.. La tesi è stata poi ridimensionata, e infine riesumata in parte pur rimanendo sempre priva di valore scientifico.

L’ipotesi etrusca non sarebbe però comprovabile perché non sappiamo niente della fonologia di quel popolo, e l’idea si basa più che altro su una congettura storico-geografica, non linguistica. Gerhard Rohlfs sostiene inoltre che “[…] la gorgia toscana si concilia piuttosto male con l’antico dominio etrusco. La gorgia toscana va assai oltre il fiume Arno (in Lucchesia e Versilia), antico confine etrusco, mentre manca del tutto fra il fiume Ombrone e il Tevere, centro principale delle grandi città etrusche”. Ma soprattutto sembra che la gorgia toscana rappresenti un fenomeno abbastanza recente, dato che non è testimoniata, almeno fino al XVI secolo, mentre non se ne ha traccia in Corsica, territorio che ha subìto la dominazione pisana, né in provincia di Viterbo dove gli etruschi erano attivissimi.

Perchè in Toscana si aspira la "c"? Il toscano è un dialetto? Perchè la pronuncia toscana varia da zona a zona? Scopriamo la gorgia toscana

Gli Etruschi aspiravano la “c”?

Ed ecco che alle tesi confutative della tesi etrusca corrispondono le tesi confutative delle tesi confutative: una diatriba che, se non risorgerà un glottologo etrusco a spiegarci se pure loro aspiravano la “c” o meno, sarà destinata a durare a lungo.
Il dominio etrusco andava ben oltre l’Arno, rispondono alcuni, tanto che Lucca è di fondazione etrusca, così come Marzabotto, addirittura in Emilia. Quanto al fenomeno recente, come può esserlo? se coinvolge le province di quasi tutta la regione, sostengono sempre quegli alcuni di cui sopra.

Inoltre ribattono: Rohlfs diceva anche che era una “moda” derivata dal prestigio di Firenze e che tutti gli altri volevano imitare la parlata fiorentina, ma è difficile che le lingue possano formarsi per “moda”; il fatto che in Corsica non ci sia la gorgia toscana è semplicemente perché si tratta di un’isola che ha subìto infinite colonizzazioni e la sua lingua è sì simile all’italiano ma più vicina al ceppo ligure e emiliano, mentre i toscani vi sono stati per poco tempo; per quel che riguarda la gorgia mancante nell’area di Viterbo è ipotizzabile che ai confini del dominio etrusco l’influenza della lingua dei confinanti fosse forte, come accade anche oggi, e che la peculiarità sia per questo andata perduta.

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Infine, last but not least, la somiglianza dell’etrusco con le caratteristiche del toscano sono molto evidenti, dal momento che, al contrario dei romani, alcune lettere del loro alfabeto indicavano i suoni “ph”, “th” e “h”, proprio quelli della gorgia toscana, e che disprezzavano i suoni “b”, “d”, e “g”, trasformati quasi sempre in “p”, “t” e “k”.

Un nobile difetto di pronuncia

Be’ che dire? Chi avrà ragione? Sia come sia, sta di fatto che noi deriviamo dagli etruschi, prima ancora che dai romani, e che l’idea che un nostro pur nobile difetto di pronuncia derivi dalla fonetica di cotanto popolo non credo debba dispiacerci, ma semmai inorgoglirci. Quindi, in mancanza di una scientifica confutazione della tesi etrusca, perché no: derivazione etrusca sia, i misteri della Toscana meritano sempre una spiegazione consona alla sua storia e alla sua cultura. Giusto?

 

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