12 Maggio 2019 2020-06-15T16:59:42+02:00 Capalbio: storia, cultura e bellezza tra antiche mura e natura incontaminata TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Mi trovo al confine tra Lazio e Toscana, diretto verso Capalbio, l’ultimo borgo toscano della Maremma, o anche il “balcone della Maremma”. Si arriva qui percorrendo in auto l’Aurelia, da sud o da nord non fa differenza, già vedo il paese dalla strada. Eccomi davanti a uno dei Borghi più belli d’Italia. Capalbio, il “balcone della Maremma”: uno dei borghi più belli d’Italia Si può accedere al paese solo a piedi, attraverso la porta a doppio arco sormontata da una lapide del 1418 (a testimonianza del restauro delle mura effettuato dai conquistatori senesi) e da uno stemma dei Medici con un’iscrizione del 1602. Il classico portone in legno e ferro che nei secoli passati veniva chiuso al calar del sole per impedire ingressi indesiderati. Capalbio la “piccola Atene” di Toscana Capalbio è tutta Storia con la S maiuscola. È come se la Storia vi fosse scorsa sopra imprimendo a lettere di fuoco i suoi passaggi più importanti. Il susseguirsi di dominazioni favorì tra l’altro un notevole sviluppo artistico-culturale, tanto che il paese è stato definito: “piccola Atene“. «Sono Capalbio felice, difeso dal leone senese dal quale sono protetto, e da queste prime mura restaurate a proprie spese e dalla altre mura che circondano le prime, correndo gli anni millequattrocentoquattro oltre i quali il mondo aveva girato dieci anni e più volte due.» È la traduzione della lapide di Porta Senese fatta da Gabriele D’Annunzio. Il nome, Capalbio, deriva da Caput Album o Calvus, probabilmente riferito alla testa umana simbolo originario del paese, o anche agli alabastri bianchi che caratterizzano il luogo. Storia di Capalbio: dagli Etruschi agli spagnoli Come tutta la Maremma, anche qui era terra d’Etruschi, ma il Castello di Capalbio è nominato per la prima volta nella Bolla dell’805 di Carlo Magno e papa Leone III che assegna il borgo all’Abbazia dei Santi Anastasio e Vincenzo alle Tre Fontane di Roma. Il privilegio fu in seguito confermato da papa Alessandro III nel 1161. Le terre di Capalbio, il cui Castello mostra una caratteristica doppia cinta muraria, furono quindi concesse in enfiteusi dall’Abbazia delle Tre Fontane agli Aldobrandeschi a cui subentrarono gli Orsini nel 1358. Nel 1416 la Repubblica di Siena conquistò il paese restaurando e potenziando le mura. Il periodo a cavallo tra Medioevo e Rinascimento portò a Capalbio floridezza economica. Furono realizzate importanti opere, come case e chiese, ma soprattutto venne completato il Castello, la cui costruzione era stata iniziata dagli Aldobrandeschi. Storia di Capalbio: dagli spagnoli a Comune della Repubblica Italiana Nel 1555 le truppe spagnole al seguito del principe di Marignano, alleate dei Medici, conquistarono Siena e, successivamente, Porto Ercole e Orbetello. Anche Capalbio finì sotto il dominio degli spagnoli, per essere poi assegnato a Cosimo I de’ Medici. Per l’intero territorio fu l’inizio di una lunga crisi economica e demografica. La lontananza dal potere centrale, la mancanza di strade adeguate, la posizione ai confini dello stato, le incursioni dei turchi e, non ultimo, l’insalubrità della zone paludose, segnarono la fine del XVI secolo e tutto il XVII secolo. Quello dell’aria malsana (mala aria, da cui, appunto, la malaria) fu uno dei problemi più gravi che l’intero territorio maremmano si trovò a fronteggiare e che causò un grave spopolamento. Dopo che la dinastia medicea ebbe termine nel 1737, Capalbio perse la propria autonomia amministrativa: i Lorena lo aggregarono prima a Manciano e poi a Orbetello. Nel XIX secolo, oltre alla disastrosa situazione sociale, si aggiunse anche la piaga del brigantaggio, in cui si distinse Domenico Tiburzi, uno dei più famigerati briganti della Maremma, le cui gesta furono in modo particolare legate a Capalbio. Dopo la realizzazione del Regno d’Italia, soprattutto la tenuta di Terre di Sacra si adoperò per la bonifica della Maremma e per lo sviluppo di un’agricoltura moderna, un’epoca che terminò, dopo la seconda guerra mondiale, con la riforma agraria. Nel 1960 Capalbio è divenuto Comune Autonomo della Repubblica Italiana. Uno dei “Borghi più belli d’Italia” Percorrendo via Vittorio Emanuele II, costeggio le mura merlate che conservano ancora il camminamento originale della ronda. Salendo sulla destra mi imbatto nell’Arco Santo al di sopra del quale è incastonato nel muro un ritratto in marmo dell’imperatore Adriano del II sec. d. C. (probabilmente proveniente dalla città di Cosa). Proseguo. Ecco sulla sinistra l’arcipretura di San Nicola, nella piazza della Chiesa, la quale risale al XII – XIII secolo. In realtà ha acquisito l’aspetto attuale solo dopo la ristrutturazione all’inizio del XV secolo. Al suo interno, pregevoli affreschi rinascimentali. Continuo la mia salita percorrendo Via Collacchioni fino ad arrivare in piazza della Rocca. La Rocca di Capalbio è una fortificazione a forma di “L” col Torrione su base a scarpa e cortile chiuso. Annesso al torrione c’è Palazzo Collacchioni al cui interno è conservato il fortepiano di Conrad Graf che suonava Giacomo Puccini durante i suoi soggiorni a Capalbio. Anche questa struttura è in grossa parte risalente alle ristrutturazioni senesi del XV secolo. Tornando verso la porta d’accesso mi dirigo verso la deliziosa Piazza Magenta, nel periodo estivo cornice di numerosi, e importanti, eventi culturali. Da qui percorro vari tronconi di cinta muraria. Ricordo che a Capalbio la cinta muraria è doppia, ossia su due livelli, uno più in alto, uno più in basso. La vista, tra campagna e mare laggiù in fondo, è spaziale. Subito fuori le mura si trova l’Oratorio della Provvidenza con affreschi del XVI secolo attribuiti alla scuola del Pinturicchio. Il cimitero di Capalbio e il brigante Tiburzi Nel piccolo cimitero di Capalbio si trova la tomba del brigante Tiburzi, morto nel 1896. Il parroco si rifiutò di seppellirlo perché assassino e fuorilegge, ma il popolo si ribellò: vedeva in Tiburzi un paladino dei propri diritti e pretese una sepoltura degna. Alla fine il compromesso fu di sotterrare il brigante sul confine del cimitero, metà dentro e metà fuori. Il Giardino dei Tarocchi Fuori da Capalbio, assolutamente da visitare, il Giardino dei Tarocchi, un parco magico, a metà tra sogno e realtà, realizzato dall’eccentrica artista Niki de Saint Phalle. Ispirato al Parco Guell di Barcellona e al Parco dei Mostri di Bomarzo, il parco è stato aperto dal 1998 e si trova sul versante meridionale della collina di Gravicchio. È caratterizzato da 22 sculture fino a 15 metri di altezza – realizzate in acciaio e cemento e rivestite di specchi, vetri e ceramiche colorate – che rappresentano gli arcani dei tarocchi. La Riserva naturale del Lago di Burano Altra cosa da visitare in zona è la Riserva del lago di Burano – Oasi del WWF. Si tratta di una splendida riserva – istituita nel 1980 e gestita dal WWF – riconosciuta come Zona di Importanza Internazionale, che occupa una superficie di 410 ettari (di cui 140 di lago). La flora è unica al mondo, ci sono percorsi attrezzati, capanni di osservazione e un centro visite. Nei pressi del lago c’è la torre di Buranaccio, realizzata dagli spagnoli intorno al 1600 e simile alla fortezza di Porto Santo Stefano: tozza, quadrata con coronamento di mensoloni. La torre è visitabile in rare occasioni come ad esempio la festa delle Oasi, quando i proprietari concedono i permessi alle escursioni del WWF. Interessanti, nell’area, anche la Villa delle Colonne (I° sec a.c. – II° sec. d.c.) e i ruderi del Castello di Capalbiaccio. Le spiagge di Capalbio Capalbio possiede oltre 12 chilometri di spiaggia di sabbia finissima e stabilimenti balneari dove trovare ottimi ristorantini. Da provare i salumi di cinghiale, le confetture e le marmellate, i formaggi e le verdure sott’olio. Tra i piatti tipici, l’acquacotta, la minestra col soffritto, le pappardelle al cinghiale, i brigoli e i fagioli coi funghi. Ma quanti borghi ricchi di storia e bellezza contiene la Toscana? Un grande scrigno che racchiude tanti piccoli scrigni che a loro volta racchiudono altri scrigni in una gigantesca matrioska di meraviglia. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Tutto quello che vuoi sapere sulla Maremma toscana 👉 I Borghi più belli d’Italia in Toscana: 26 luoghi da scoprire 👉 Agriturismi all’Argentario: il relax che unisce bellezza e autenticità La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/capalbio-borghi-piu-belli-italia/" width="100%" count="on" num="3"]