Vita e opere di Bernardo Buontalenti, uno dei più grandi architetti del Rinascimento, che grazie al suo geniale eclettismo è considerato come una delle figure più importanti del Rinascimento.

Bernardo Buontalenti, l’architetto del Rinascimento

Esponente dell’arte manierista, con un gusto talora incline al bizzarro, dotato di grande curiosità per ogni aspetto della vita umana, Bernardo Buontalenti fece valere il suo eclettismo e il suo genio attraverso un’incredibile quantità di idee e di invenzioni.

Data la sua passione per la cucina, arrivò perfino a elaborare dolci ghiacciati a base di zabaione e frutta, che riscossero un successo strepitoso, dando origine alla famosa “crema fiorentina” o “gelato Buontalenti” che ancora oggi si può gustare in tutte le migliori gelaterie di Firenze e dintorni.

Ritratto dell'architetto rinascimentale Bernardo Buontalenti

I primi anni di formazione di Bernardo Timante Buonacorsi

Bernardo Buontalenti, il cui vero nome, ci dice il Vasari, era Bernardo Timante Buonacorsi, nacque a Firenze il 15 dicembre 1531. Una frana che travolse la sua casa e la sua famiglia in Costa San Giorgio lo lasciò illeso ma orfano: è per questa ragione che fin da ragazzo entrò al servizio della corte granducale e divenne allievo del Vasari e del pittore Salviati.

Ammiratore dell’architettura di Michelangelo e delle opere dell’Ammannati, la sua formazione fu eccezionalmente completa. Sotto la guida del Vasari, questa sua competenza gli permise di lavorare anche nell’ambito scenografico. Ancora giovane infatti partecipò agli allestimenti effimeri per le onoranze pubbliche di Michelangelo, presentando un’ampia tela raffigurante i grandi fiumi del mondo.

Il Forte Belvedere e il quartiere Oltrarno di Firenze in una giornata di sole

Il Buontalenti e il Granduca: le opere per Francesco I de’ Medici

Buontalenti e il giovane Medici che sarebbe divenuto Francesco I si erano conosciuti fin da ragazzi e, già prima dell’ascesa al trono del principe, tra loro si era creata una profonda sintonia intellettuale e artistica, fruttuoso sodalizio che s’interromperà solo nel 1587, alla morte del Granduca. L’artista assunse una figura da precettore per il futuro regnante sulle questioni artistiche, e addirittura lo accompagnò, tra il 1562 e 1563, in un viaggio in Spagna.

Per Francesco I Buontalenti progettò molte opere, tra cui: nel 1568 il Palazzo di Bianca Cappello in via Maggio, probabilmente la sua prima opera architettonica autonoma; nel 1574, il Casino di San Marco, col laboratorio del principe.

La villa di Pratolino, oggi conosciuta come Villa Demidoff

Tra il 1569 e il 1575, progettò la villa di Pratolino, la più lussuosa tra le ville medicee. Costò addirittura il doppio degli Uffizi e fu oggetto di meraviglia in tutte le corti europee.

Alla villa fu annesso un grandissimo parco allestito con macchine per i giochi d’artificio e per i giochi d’acqua, con statue di marmo ornate di pietre dure, con varie grotte artificiali, oltre alla famosa scultura colossale dell’Appennino, creata dal Giambologna.

Purtroppo dopo la morte di Francesco I la villa fu utilizzata solo saltuariamente. A causa dei costi di manutenzione fu venduta dai Lorena al Principe Demidoff che la fece demolire e sostituire con una più modesta.

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Il Colosso dell'Appennino del Gianbologna a Villa Demidoff a Firenze

L’architetto della corte dei Medici

Dopo la morte di Vasari, nel 1574, Buontalenti diventò architetto di corte e intervenne in tutte le committenze granducali, occupandosi dei più svariati campi: dall’urbanistica agli allestimenti effimeri, agli apparati per grandiose feste di corte, spettacoli, e giochi pirotecnici, per i quali realizzò molti disegni attualmente conservati nella Galleria degli Uffizi.

Se nella pittura e nella miniatura si cimentò in modo saltuario, fu invece più attivo nel campo delle arti decorative – ceramica, oreficeria, ebanisteria -, disegnando molti degli arredi e degli oggetti più preziosi per la corte medicea, fabbricati poi nelle manifatture granducali.

Gli interventi del Buontalenti a Palazzo Pitti

Per il complesso di Palazzo Pitti progettò buona parte delle decorazioni interne e alcune opere nel giardino, come la Grotticina della Madama e la celebre “Grotta del Buontalenti“, che conservava i Prigioni di Michelangelo. Si occupò anche del cantiere di Palazzo Vecchio, in particolare dell’ampliamento posteriore.

La Grotta del Buontalenti parte degli itinerari nella Firenze alchemica

Bernardo Buontalenti ripensa gli Uffizi: nascita di una galleria immortale

Dal 1563 al 1580 ingrandì anche gli Uffizi, allestendo con opere d’arte la galleria all’ultimo piano, e gettando così le basi per il museo più antico dell’Europa moderna.

Nello stesso complesso disegnò la tribuna ottagonale destinata a ospitare le opere più importanti della collezione medicea, oltre alla famosa Porta delle Suppliche, con un timpano rovesciato, divenuto una delle opere emblematiche del manierismo. Completò altresì il Corridoio Vasariano.

All’interno degli Uffizi arrivò a realizzare il Teatro Mediceo, per cui progettava anche costumi e scenografie per i vari spettacoli. Le sue pièce ebbero vasta risonanza, tanto da rappresentare una tappa importante nel teatro rinascimentale che si dirigeva verso il teatro barocco italiano.

La Tribuna del Buontalenti dentro la Galleria degli Uffizi a Firenze

L’architetto rinascimentale delle fortificazioni medicee

Buontalenti portò anche molti contributi all’ambito militare, sia per quanto riguarda le fortificazioni, come nel caso del Forte Belvedere, sia per quanto riguarda le mura, in particolar modo quelle di Pistoia, Sansepolcro, Grosseto, Prato, Portoferraio e Napoli. Perfezionò inoltre diverse armi, tra cui cannoni, e inventò una granata incendiaria.

E sempre suo era il progetto originario per la città nuova, il Fosso Reale e le fortificazioni di Livorno, che andava a integrare il nucleo preesistente dell’abitato medievale. I lavori iniziarono nel 1577 e si conclusero, con svariate modifiche rispetto al progetto originario, all’inizio del XVII secolo.

La Fortezza Nuova si affaccia su un canale di Livorno in una giornata di sole

Le ville dei Medici progettate dal Buontalenti

Quanto alle ville, per Francesco I aveva risistemato varie dimore extraurbane, come la villa medicea di Lappeggi e quella di Trefiano. Dal 1575 al 1590 si occupò di diversi lavori alla Villa della Petraia e a Villa Medici. Intorno al 1583 ristrutturò completamente villa La Magia. Nel 1586 progettò la villa medicea di Coltano.

Nelle ville fuori città Buontalenti tese a utilizzare un’estetica estremamente semplificata, con grandi superfici intonacate, secondo il modello della villa medicea di Poggio a Caiano.

Nel 1593 si impegnò sulla facciata della chiesa di Santa Trinita; successivamente, sulle cappelle di Santo Spirito e sui modelli per la facciata del Duomo e di San Lorenzo.

Nell’ultimo periodo della sua vita abitò in un palazzetto di via Maggio dove soleva accogliere un circolo di amici e intellettuali. Nonostante il suo enorme successo e i forti guadagni, venne rovinato dalla sua prodigalità: se il Granduca non gli avesse accordato una pensione sarebbe morto in miseria.

Il progettista della Villa di Artimino, oggi Patrimonio dell’Umanità

Pur gravemente ammalato, grazie ai numerosi collaboratori rimase attivo fino agli ultimi anni di vita, progettando, tra l’altro, la villa medicea di Artimino; qui ripropose l’idea di semplicità delle ville di un secolo prima – adottando sobrie superfici murarie intonacate. Forse progettò anche la villa medicea dell’Ambrogiana, e quella di Cerreto Guidi.

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Villa Artimino, bellissima villa toscana in provincia di Prato, detta dei Cento Camini

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